L’intensità della convivenza che caratterizza il lavoro nautico (che lo differenzia sia dal lavoro nell’impresa che da quello del personale di volo) da un lato, e l’intervento dell’autorità marittima nel lavoro a bordo delle navi (che persegue, non solo, la tutela sociale accordata al lavoratore ma anche l’interesse pubblico) dall'altro, richiedono un approccio pluriordinamentale al tema della salute e della sicurezza della gente di mare. Su queste premesse il contributo, per parte sua, mira a fornire – specie all'esito della normativa emergenziale del periodo pandemico – un sunto dell'articolato normativo lavoristico vigente, sul piano internazionale e nazionale, unitamente alla segnalazione degli elementi tipici, vale a dire le condizioni e i pericoli a cui il lavoratore marittimo è normalmente esposto a causa della natura della professione svolta in mezzo al mare. Da tale punto di vista, è indubbio che la pandemia abbia acutizzato i fattori di rischio e particolarmente gli elementi di stress del personale marittimo ma ha anche avuto il “merito” di accendere i riflettori sui lavoratori impiegati offrendo l’occasione per stimolare una riflessione in materia e specie, sul piano delle protezioni in tema di sicurezza, per emancipare la tutela lavoristica delle lavoratrici e dei lavoratori marittimi rispetto a quella della nave. In questa prospettiva, si è indagata l’opportunità di un approccio esteso ad un’idea di salute che includa in modo sostanziale il concetto di benessere del lavoratore, e su questo piano le diversità di genere al fine di prevedere politiche di tutela e di promozione della condizione lavorativa delle lavoratrici marittime capaci di superare le diseguaglianze e di far luce sul potenziale rappresentato dalla loro presenza a bordo. Strettamente collegata all'esplorazione in parola, la necessità di garantire una formazione continua tenuto conto che il mercato del lavoro oggi richiede anche ai marittimi non solo un alto grado di specializzazione, ma anche nuove competenze come quelle di carattere tecnologico. In questa prospettiva, il contributo accenna ad ultima novità regolamentare, contenuta nella legge di conversione n. 85/2023 del D.L. n. 43 del 2023 (c.d. Decreto lavoro), con l’inserimento, del comma 1-bis, all’art. 36, mirante ad incentivare l’accesso di nuove risorse alle professioni del mare.
Cassar, S. (2024). Profili di tutela della sicurezza e della salute dei soggetti che esercitano la prestazione lavorativa a bordo delle navi. LAVORO E PREVIDENZA OGGI(supplemento al n. 3/4), 57-86.
Profili di tutela della sicurezza e della salute dei soggetti che esercitano la prestazione lavorativa a bordo delle navi.
cassar
2024-01-01
Abstract
L’intensità della convivenza che caratterizza il lavoro nautico (che lo differenzia sia dal lavoro nell’impresa che da quello del personale di volo) da un lato, e l’intervento dell’autorità marittima nel lavoro a bordo delle navi (che persegue, non solo, la tutela sociale accordata al lavoratore ma anche l’interesse pubblico) dall'altro, richiedono un approccio pluriordinamentale al tema della salute e della sicurezza della gente di mare. Su queste premesse il contributo, per parte sua, mira a fornire – specie all'esito della normativa emergenziale del periodo pandemico – un sunto dell'articolato normativo lavoristico vigente, sul piano internazionale e nazionale, unitamente alla segnalazione degli elementi tipici, vale a dire le condizioni e i pericoli a cui il lavoratore marittimo è normalmente esposto a causa della natura della professione svolta in mezzo al mare. Da tale punto di vista, è indubbio che la pandemia abbia acutizzato i fattori di rischio e particolarmente gli elementi di stress del personale marittimo ma ha anche avuto il “merito” di accendere i riflettori sui lavoratori impiegati offrendo l’occasione per stimolare una riflessione in materia e specie, sul piano delle protezioni in tema di sicurezza, per emancipare la tutela lavoristica delle lavoratrici e dei lavoratori marittimi rispetto a quella della nave. In questa prospettiva, si è indagata l’opportunità di un approccio esteso ad un’idea di salute che includa in modo sostanziale il concetto di benessere del lavoratore, e su questo piano le diversità di genere al fine di prevedere politiche di tutela e di promozione della condizione lavorativa delle lavoratrici marittime capaci di superare le diseguaglianze e di far luce sul potenziale rappresentato dalla loro presenza a bordo. Strettamente collegata all'esplorazione in parola, la necessità di garantire una formazione continua tenuto conto che il mercato del lavoro oggi richiede anche ai marittimi non solo un alto grado di specializzazione, ma anche nuove competenze come quelle di carattere tecnologico. In questa prospettiva, il contributo accenna ad ultima novità regolamentare, contenuta nella legge di conversione n. 85/2023 del D.L. n. 43 del 2023 (c.d. Decreto lavoro), con l’inserimento, del comma 1-bis, all’art. 36, mirante ad incentivare l’accesso di nuove risorse alle professioni del mare.File | Dimensione | Formato | |
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