Nelle Troiane (415 a.C.) Euripide assegna uno spazio eccezionale alle situazioni dolorose e allo stato d’animo dei personaggi – le donne ridotte in schiavitù –, il cui intenso pathos trova il suo sbocco naturale nell’effusione lirica del canto assolo e dell’amebeo. Tuttavia, in forte contrasto con la rappresentazione della sofferenza patita dalle donne troiane si pone la messa in scena del personaggio di Cassandra, realizzata attraverso una notevole varietà di registri espressivi e performativi. In particolare, nel presente lavoro si propone la lettura metrica e drammaturgica della monodia di Cassandra, che costituirebbe una testimonianza significativa della sperimentazione teatrale euripidea.
Cerbo, E. (2009). La monodia di Cassandra (Eur. Troad.308-340) fra testo e scena. QUADERNI URBINATI DI CULTURA CLASSICA, 93(3), 85-96.
La monodia di Cassandra (Eur. Troad.308-340) fra testo e scena
CERBO, ESTER
2009-01-01
Abstract
Nelle Troiane (415 a.C.) Euripide assegna uno spazio eccezionale alle situazioni dolorose e allo stato d’animo dei personaggi – le donne ridotte in schiavitù –, il cui intenso pathos trova il suo sbocco naturale nell’effusione lirica del canto assolo e dell’amebeo. Tuttavia, in forte contrasto con la rappresentazione della sofferenza patita dalle donne troiane si pone la messa in scena del personaggio di Cassandra, realizzata attraverso una notevole varietà di registri espressivi e performativi. In particolare, nel presente lavoro si propone la lettura metrica e drammaturgica della monodia di Cassandra, che costituirebbe una testimonianza significativa della sperimentazione teatrale euripidea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.