L'oggetto della Convenzione UNESCO del 2005 è ben più vasto del già immenso e difficilmente definibile "patrimonio culturale". Il mondo delle "espressioni culturali" non può, infatti essere definito e delimitato in astratto se non riferendosi ad un'analisi della natura delle politiche che, di volta in volta, sono rivolte ai beni, servizi ed attività di carattere commerciale ma di contenuto culturale. Ciò è ben evidenziato dalla complessa storia negoziale della Convenzione, in particolare con riferimento alla concezione del suo rapporto con gli altri trattati internazionali (e specificamente con gli accordi sulla liberalizzazione del commercio). Ciò nonostante, questo complesso tema si è imposto all'attenzione della Comunità internazionale, sia per la necessità di contrastare gli effetti negativi della globalizzazione in termini di impoverimento della diversità culturale, sia per l'esigenza - fortemente sentita soprattutto dai Paesi in via di sviluppo - di fare delle proprie specifiche risorse creative culturali un volano di sviluppo, realmente sostenibile. Queste esigenze, avvertite come priorità politiche, hanno spinto verso l'elaborazione di un nuovo strumento convenzionale che è stato fortemente voluto dalla quasi totalità della Comunità internazionale e molto velocemente ratificato da un grandissimo numero di Stati.
Mucci, F. (2014). La Convenzione UNESCO del 2005 per la protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali: dall'"eccezione culturale" alla declinazione della dimensione culturale dello sviluppo sostenibile. In V.G. Giuseppe Cataldi (a cura di), Diritto internazionale e pluralità delle culture : 18. Convegno, Napoli 13-14 giugno 2013 (pp. 331-359). Napoli : Editoriale Scientifica.
La Convenzione UNESCO del 2005 per la protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali: dall'"eccezione culturale" alla declinazione della dimensione culturale dello sviluppo sostenibile
mucci federica
2014-05-01
Abstract
L'oggetto della Convenzione UNESCO del 2005 è ben più vasto del già immenso e difficilmente definibile "patrimonio culturale". Il mondo delle "espressioni culturali" non può, infatti essere definito e delimitato in astratto se non riferendosi ad un'analisi della natura delle politiche che, di volta in volta, sono rivolte ai beni, servizi ed attività di carattere commerciale ma di contenuto culturale. Ciò è ben evidenziato dalla complessa storia negoziale della Convenzione, in particolare con riferimento alla concezione del suo rapporto con gli altri trattati internazionali (e specificamente con gli accordi sulla liberalizzazione del commercio). Ciò nonostante, questo complesso tema si è imposto all'attenzione della Comunità internazionale, sia per la necessità di contrastare gli effetti negativi della globalizzazione in termini di impoverimento della diversità culturale, sia per l'esigenza - fortemente sentita soprattutto dai Paesi in via di sviluppo - di fare delle proprie specifiche risorse creative culturali un volano di sviluppo, realmente sostenibile. Queste esigenze, avvertite come priorità politiche, hanno spinto verso l'elaborazione di un nuovo strumento convenzionale che è stato fortemente voluto dalla quasi totalità della Comunità internazionale e molto velocemente ratificato da un grandissimo numero di Stati.File | Dimensione | Formato | |
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