Al postumano (o transumano) ci siamo già arrivati: cibo geneticamente modi cato, pro- tesi di nuova generazione, tecnologie riprodut- tive, clonazione...Tutto questo può essere visto sia come felice opportunità (con nuove straordinarie forme di soggettività, aperta anche verso gli animali) sia come cupa distopia (l’incubo di una intel- ligenza arti ciale in grado di governare il mon- do senza di noi).Sull’aggrovigliata questione del postumano – tra ingegneria genetica, tecnologie dell’infor- mazione, robotica – si sono formati due partiti opposti: scientisti ottimisti e umanisti pessimisti. Per i primi, tra i quali troviamo anche femministe, mistici, filosofi, siamo alla vigilia di un ulteriore stadio della evoluzione, e la tecnologia ci potrà liberare dalla malattia, dal corpo e perfino dalla morte. Per i secondi ci troviamo alla fine della civiltà umanistica, e l’uomo stesso rischia di diventare antiquato, per certi versi superfluo.Un gruppo di scienziati e umanisti ci guida nelle profondità del problema e delle sue implicazioni bioetiche, lasciando poi a noi la scelta: sgomenti o entusiasti?
Balbi, A. (2019). Dove sono tutti quanti?. In F. La Porta (a cura di), Hybrid. Postumano e mutazione della specie. Enrico Damiani Editore e Associati.
Dove sono tutti quanti?
Balbi, Amedeo
2019-01-01
Abstract
Al postumano (o transumano) ci siamo già arrivati: cibo geneticamente modi cato, pro- tesi di nuova generazione, tecnologie riprodut- tive, clonazione...Tutto questo può essere visto sia come felice opportunità (con nuove straordinarie forme di soggettività, aperta anche verso gli animali) sia come cupa distopia (l’incubo di una intel- ligenza arti ciale in grado di governare il mon- do senza di noi).Sull’aggrovigliata questione del postumano – tra ingegneria genetica, tecnologie dell’infor- mazione, robotica – si sono formati due partiti opposti: scientisti ottimisti e umanisti pessimisti. Per i primi, tra i quali troviamo anche femministe, mistici, filosofi, siamo alla vigilia di un ulteriore stadio della evoluzione, e la tecnologia ci potrà liberare dalla malattia, dal corpo e perfino dalla morte. Per i secondi ci troviamo alla fine della civiltà umanistica, e l’uomo stesso rischia di diventare antiquato, per certi versi superfluo.Un gruppo di scienziati e umanisti ci guida nelle profondità del problema e delle sue implicazioni bioetiche, lasciando poi a noi la scelta: sgomenti o entusiasti?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


