Tutti gli studi che si occupano della valutazione delle impronte papillari artificiali, presenti in letteratura, sono finalizzati per lo più alla verifica che queste ultime possano o meno “imbrogliare” diversi sistemi biometrici per l’accesso. Il mio interesse ha riguardato invece la possibilità che tali impronte (quelle riprodotte artificialmente) possano o meno ingannare l’esperto dattiloscopista (Fingerprint Expert) nell’ambito della valutazione dattiloscopica. In effetti, da quanto emerso da questo lavoro è possibile verificare come esistano delle valutazioni che l’operatore può, e deve, tener conto al fine di discriminare correttamente un’impronta vera da una falsa. Al fine dell’ottenimento delle impronte papillari artificiali è stato eseguito il metodo proposto dal gruppo di ricerca condotto da Tsutomu Matsumoto della “Yokohama National University” in Giappone. Con l’aiuto e la cooperazione del legittimo proprietario dell’impronta, è stato ottenuto un negativo dell’impronta attraverso uno stampo malleabile ”clonazione mediante stampo plastico”. Successivamente i fogli solidi di gelatina sono stati solubilizzati in acqua calda (45% gelatina e 55% di acqua), questa soluzione è stata versata all’interno dello stampo per ottenere le relative impronte artificiali e, in ultimo, messe nel congelatore per circa 10 minuti. Per poter studiare un numero discreto di impronte vere/false apposte, differentemente, mediante inchiostrazione e/o esaltate rispettivamente con polveri dattiloscopiche, ninidrina e cianoacrilato sono state prodotte nr. 6 schede di valutazione, ciascuna delle quali contente nr. 10 impronte vere/false. Il lavoro sperimentale di confronto è stato condotto mediante la somministrazione di ciascuna scheda di valutazione per ogni dattiloscopica (in totale 12) con differente grado di esperienza nel settore dell’identificazione dattiloscopica. Da un’analisi del lavoro svolto è stato possibile valutare che sia per le impronte inchiostrate che esaltate rispettivamente con polveri, ninidrina e cianoacrilato è possibile un approccio metodologico per discriminare correttamente le impronte false da quelle vere (presenza di pori - bolle - di eccessive dimensioni nelle i.d. false, cattiva riproduzione delle pieghe cutanee nelle i.d. false, buona riproduzione delle cicatrici nelle i.d. false, impronte digitali false aventi identici profili, minima presenza di inchiostro nei solchi nelle i.d. false, le creste papillari sono più spesse del normale nelle i.d. false, assenza della classica puntinatura nelle finte i.d. esaltate con ninidrina, nelle i.d. false ed esaltate con cianoacrilato i pori, sebbene presenti, vengono mal riprodotti).
Iuliano, G. (2008). Approccio metodologico nello studio delle impronte papillari riprodotte.
Approccio metodologico nello studio delle impronte papillari riprodotte
2008-01-03
Abstract
Tutti gli studi che si occupano della valutazione delle impronte papillari artificiali, presenti in letteratura, sono finalizzati per lo più alla verifica che queste ultime possano o meno “imbrogliare” diversi sistemi biometrici per l’accesso. Il mio interesse ha riguardato invece la possibilità che tali impronte (quelle riprodotte artificialmente) possano o meno ingannare l’esperto dattiloscopista (Fingerprint Expert) nell’ambito della valutazione dattiloscopica. In effetti, da quanto emerso da questo lavoro è possibile verificare come esistano delle valutazioni che l’operatore può, e deve, tener conto al fine di discriminare correttamente un’impronta vera da una falsa. Al fine dell’ottenimento delle impronte papillari artificiali è stato eseguito il metodo proposto dal gruppo di ricerca condotto da Tsutomu Matsumoto della “Yokohama National University” in Giappone. Con l’aiuto e la cooperazione del legittimo proprietario dell’impronta, è stato ottenuto un negativo dell’impronta attraverso uno stampo malleabile ”clonazione mediante stampo plastico”. Successivamente i fogli solidi di gelatina sono stati solubilizzati in acqua calda (45% gelatina e 55% di acqua), questa soluzione è stata versata all’interno dello stampo per ottenere le relative impronte artificiali e, in ultimo, messe nel congelatore per circa 10 minuti. Per poter studiare un numero discreto di impronte vere/false apposte, differentemente, mediante inchiostrazione e/o esaltate rispettivamente con polveri dattiloscopiche, ninidrina e cianoacrilato sono state prodotte nr. 6 schede di valutazione, ciascuna delle quali contente nr. 10 impronte vere/false. Il lavoro sperimentale di confronto è stato condotto mediante la somministrazione di ciascuna scheda di valutazione per ogni dattiloscopica (in totale 12) con differente grado di esperienza nel settore dell’identificazione dattiloscopica. Da un’analisi del lavoro svolto è stato possibile valutare che sia per le impronte inchiostrate che esaltate rispettivamente con polveri, ninidrina e cianoacrilato è possibile un approccio metodologico per discriminare correttamente le impronte false da quelle vere (presenza di pori - bolle - di eccessive dimensioni nelle i.d. false, cattiva riproduzione delle pieghe cutanee nelle i.d. false, buona riproduzione delle cicatrici nelle i.d. false, impronte digitali false aventi identici profili, minima presenza di inchiostro nei solchi nelle i.d. false, le creste papillari sono più spesse del normale nelle i.d. false, assenza della classica puntinatura nelle finte i.d. esaltate con ninidrina, nelle i.d. false ed esaltate con cianoacrilato i pori, sebbene presenti, vengono mal riprodotti).Campo DC | Valore | Lingua |
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dc.authority.advisor | Arcudi, Giovanni | it |
dc.authority.people | Iuliano, Gianpaolo | - |
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dc.date.issued | 2008-01-03T08:55:58Z | it |
dc.description | 19. ciclo | en |
dc.description.abstracteng | Tutti gli studi che si occupano della valutazione delle impronte papillari artificiali, presenti in letteratura, sono finalizzati per lo più alla verifica che queste ultime possano o meno “imbrogliare” diversi sistemi biometrici per l’accesso. Il mio interesse ha riguardato invece la possibilità che tali impronte (quelle riprodotte artificialmente) possano o meno ingannare l’esperto dattiloscopista (Fingerprint Expert) nell’ambito della valutazione dattiloscopica. In effetti, da quanto emerso da questo lavoro è possibile verificare come esistano delle valutazioni che l’operatore può, e deve, tener conto al fine di discriminare correttamente un’impronta vera da una falsa. Al fine dell’ottenimento delle impronte papillari artificiali è stato eseguito il metodo proposto dal gruppo di ricerca condotto da Tsutomu Matsumoto della “Yokohama National University” in Giappone. Con l’aiuto e la cooperazione del legittimo proprietario dell’impronta, è stato ottenuto un negativo dell’impronta attraverso uno stampo malleabile ”clonazione mediante stampo plastico”. Successivamente i fogli solidi di gelatina sono stati solubilizzati in acqua calda (45% gelatina e 55% di acqua), questa soluzione è stata versata all’interno dello stampo per ottenere le relative impronte artificiali e, in ultimo, messe nel congelatore per circa 10 minuti. Per poter studiare un numero discreto di impronte vere/false apposte, differentemente, mediante inchiostrazione e/o esaltate rispettivamente con polveri dattiloscopiche, ninidrina e cianoacrilato sono state prodotte nr. 6 schede di valutazione, ciascuna delle quali contente nr. 10 impronte vere/false. Il lavoro sperimentale di confronto è stato condotto mediante la somministrazione di ciascuna scheda di valutazione per ogni dattiloscopica (in totale 12) con differente grado di esperienza nel settore dell’identificazione dattiloscopica. Da un’analisi del lavoro svolto è stato possibile valutare che sia per le impronte inchiostrate che esaltate rispettivamente con polveri, ninidrina e cianoacrilato è possibile un approccio metodologico per discriminare correttamente le impronte false da quelle vere (presenza di pori - bolle - di eccessive dimensioni nelle i.d. false, cattiva riproduzione delle pieghe cutanee nelle i.d. false, buona riproduzione delle cicatrici nelle i.d. false, impronte digitali false aventi identici profili, minima presenza di inchiostro nei solchi nelle i.d. false, le creste papillari sono più spesse del normale nelle i.d. false, assenza della classica puntinatura nelle finte i.d. esaltate con ninidrina, nelle i.d. false ed esaltate con cianoacrilato i pori, sebbene presenti, vengono mal riprodotti). | en |
dc.description.abstracteng | All studies involved the evaluation of gummy fingerprints, in literature, are aimed mainly to make sure they can or not "cheat" different biometric systems for access. My interest has focused on the possibility that these prints (gummy fingerprints) can deceive or not the Expert when assessing fingerprints. Indeed, what emerged from this work you can see how there are assessments that the operator can, and should, take into account in order to correctly discriminate true from an false impression. To produce an artificial fingerprints was executed the method proposed by the research group led by Tsutomu Matsumoto of Yokohama National University in Japan. With the help and cooperation of the owner of the impression, was obtained through a negative impression of a mould malleable "cloning using plastic mould." Later, solid sheets of gelatin were dissolved in hot water (45% gelatin and 55% water), this solution was poured inside the mould to get their artificial fingerprints and, finally, put in the freezer for about 10 minutes. In order to study a number of discrete fingerprints true and false, affixed differently by ink and/or enhanced, respectively, with dust, ninhydrin and cyanoacrylate were produced nr. 6 evaluation forms, each of which contains nr. 10 fingerprints true/false. The comparison of experimental work was conducted by the administration of each evaluation form for each fingerprint expert (a total of 12) with different expertise in fingerprint identification. While reviewing work has been possible to assess whether by the inked fingerprints that exalted respectively with dust, ninhydrin and cyanoacrylate it’s possible an methodological approach to correctly discriminate fingerprints false than true (presence of pores - bubbles - excessive dimensions in false prints, bad reproduction of skin folds in false fingerprints, good reproduction of scars in false prints, false fingerprints with identical profiles, minimum presence of ink in the furrows in false marks, papillary ridges are thicker in the false print, absence of classical dash in fake fingerprints exalted with ninhydrin, in the false marks and exalted with cyanoacrylate the pores, although present, are poorly reproduced). | en |
dc.description.allpeople | Iuliano, Gianpaolo | it |
dc.description.allpeopleoriginal | Iuliano, Gianpaolo | it |
dc.description.doctschool | Dottorato in scienze forensi | en |
dc.description.fulltext | restricted | en |
dc.description.tableofcontents | 1.Introduzione - 1.1.L’idea - 1.2. Scopo del lavoro - Obiettivo - 2. Overview sulle impronte papillari - 2.1. Storia - 2.1.1. I primi segni di interesse verso i disegni papillari - 2.1.2. I Criminalisti inglesi - 2.1.2.1. Sir William Herscel (1833-1917) ed Henry Faulds (1843-1930) - 2.1.2.2. Sir Francis Galton (1822-1911) - 2.1.2.3. Sir Edward Richard Henry (1850-1931) - 2.1.3.Le influenze Inglesi nell’America del sud - 2.1.3.1. Vucetich (1858-1925) - 2.1.4. Le influenze Inglesi nei paesi francofori - 2.1.4.1. La scuola medico legale di Lione - 2.2. Tipi di disegni papillari e loro interpretazione, confronto dattiloscopico - 2.2.1. I tipi di disegni - 2.2.2. Il confronto dattiloscopico – il centro di figura, il delta, le minuzie dattiloscopiche, le creste incipienti - 2.2.3. Origine della individualità - 2.2.4. L’analisi poroscopica - 2.2.5. Posizioni attuali - 2.2.6. Il Comitato per la standardizzazione dello IAI (1970-1973) - 2.2.7. Standard numerico e giurisprudenza del 1954 - 2.3. Apparato tegumentario e composizione dell’essudato papillare - 2.3.1. Introduzione - 2.3.2. La struttura e la distribuzione della cute spessa e della cute sottile - 2.3.3. Struttura microscopica della cute - 2.3.4. Gli effetti delle ferite o delle malattie - 2.3.5. Morfogenesi del disegno papillare - 2.3.5.1. I cuscinetti - 2.3.5.2. La formazione del flusso delle creste (il disegno papillare) - 2.3.5.3. Lo sviluppo delle creste - 2.4. Metodi di esaltazione delle impronte papillari - 2.4.1. Secrezioni - 2.4.2. Determinazione dell’età di un’impronta digitale - 2.4.3. Rilevamento di componenti delle impronte papillari - 2.4.4. Metodi ottici, Fisici e chimici per l’esaltazioni delle impronte latenti - 2.4.4.1. Metodi ottici - 2.4.4.2. Metodi fisici e chimici - 2.4.4.2.1. Iodio - 2.4.4.2.2. Ninidrina e DFO - 2.4.4.2.3. PD (Physical Developer) - 2.4.4.2.4. Polveri dattiloscopiche - 2.4.4.2.5. SPR (Small Particell Reagent) - 2.4.4.2.6. Sudan Black - 2.4.4.2.7. Cianoacrilato - 2.4.4.2.8. VMD (Vaccum Maetla Deposition) - 2.4.4.2.9. O.R.O. (Oil Red O) - 2.4.4.2.10. Nero Amido, Hungaria Red, Acid Yellow 7 - 2.5 Il Sistema A.F.I.S. - 3. Storia delle impronte artificiali - 3.1. Il lavoro di Albert Wehde - 3.2. Studio dell’utilizzo delle impronte per sei sistemi biometrici di sicurezza - D. Willis and M. Lee, Network Computing, June 1998 - 3.3. Riconoscimento biometrico dell’impronta - T. Putte and J.Keuning, 2000 - 3.4. Impatto di impronte artificiali riprodotte sui sistemi scanner delle impronte - T. Matsumoto, H. Matsumoto, K. Yamada, and S.Hoshino, January 2002 - 3.5. Controllo personale - Protezione biometrica per l’accesso - L. Thalheim, J. Krissler, and P-M. Ziegler, May 2002 - 3.6. La vulnerabilità biometrica del “Precise Biometrics 100 SC Scanner” A. St´en, A. Kaseva, and T. Virtanen, March 2003 - 3.7. Valutazione dei sistemi biometrici di sicurezza rispetto alle impronte artificiali - Johan Blomm´e, October 2003 - 4. Descrizione dell’esperimento - 4.1. Materiali utilizzati - 4.2. Procedura per l’ottenimento delle impronte artificiali - 4.3. Procedura della valutazione dattiloscopica - 4.3.1. Preparazione delle schede di valutazione - 4.3.2. Somministrazione delle schede - 5. Risultati - 5.1. Inchiostrazione - 5.2. Polveri - 5.3. Ninidrina - 5.4. Cianoacrilato - 6. Conclusioni - 7. Bibliografia | en |
dc.format.extent | 13266 bytes | it |
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dc.identifier.citation | Iuliano, G. (2008). Approccio metodologico nello studio delle impronte papillari riprodotte. | en |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/2108/384 | it |
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dc.publisher.name | Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" | - |
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iris.orcid.lastModifiedMillisecond | 1690369206597 | * |
Appare nelle tipologie: | 07 - Tesi di dottorato |
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