una prima riflessione su una rivista napoletana, «Il Café-Chantant», dal momento della sua fondazione nel 1900 alla fine della Prima guerra mondiale. I protagonisti di questa storia (i promotori, gli autori, i soggetti degli articoli e delle notizie pubblicate, tanto quanto i lettori) appartengono tutti al medesimo mondo spettacolare; un mondo che, fra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, vide prima il caffè-concerto (sul modello francese del café-chantant) e poi il teatro di varietà raggiungere una vasta diffusione sull’intero territorio nazionale e inserirsi a pieno titolo all’interno di quel processo di affermazione dell’industria culturale italiana che, avviatasi già negli ultimi decenni del secolo precedente, era allora in fase di grande espansione1. Eppure, a fronte di una sua significativa diffusione, il mondo del varietà restò un passo indietro rispetto al teatro di prosa, all’opera musicale, all’operetta, soprattutto in merito alla costruzione di una compatta identità di genere e alla tutela degli interessi dei suoi lavoratori. E se pure alcuni tentativi vennero fatti, tuttavia alla fine dell’arco cronologico che abbiamo indicato, il varietà italiano può considerare la sua parabola esaurita, complice anche una politica ministeriale che stenterà a riconoscerne identità e diritti. Per uno studio di questi temi, le pubblicazioni periodiche sono elementi del quadro particolarmente importanti e «Il Café-Chantant» è certo una delle riviste specializzate più significative di questi anni.
Orecchia, D. (2024). «Il Café-Chantant» (1900-1915) di Napoli. Una rivista di e per il teatro di varietà. In M.C. Maria Ida Biggi (a cura di), Il Teatro delle riviste - Le Théâtre des revues (1870-2000) (pp. 99-111). Bari : Edizioni di pagina.
«Il Café-Chantant» (1900-1915) di Napoli. Una rivista di e per il teatro di varietà
Donatella Orecchia
2024-01-01
Abstract
una prima riflessione su una rivista napoletana, «Il Café-Chantant», dal momento della sua fondazione nel 1900 alla fine della Prima guerra mondiale. I protagonisti di questa storia (i promotori, gli autori, i soggetti degli articoli e delle notizie pubblicate, tanto quanto i lettori) appartengono tutti al medesimo mondo spettacolare; un mondo che, fra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, vide prima il caffè-concerto (sul modello francese del café-chantant) e poi il teatro di varietà raggiungere una vasta diffusione sull’intero territorio nazionale e inserirsi a pieno titolo all’interno di quel processo di affermazione dell’industria culturale italiana che, avviatasi già negli ultimi decenni del secolo precedente, era allora in fase di grande espansione1. Eppure, a fronte di una sua significativa diffusione, il mondo del varietà restò un passo indietro rispetto al teatro di prosa, all’opera musicale, all’operetta, soprattutto in merito alla costruzione di una compatta identità di genere e alla tutela degli interessi dei suoi lavoratori. E se pure alcuni tentativi vennero fatti, tuttavia alla fine dell’arco cronologico che abbiamo indicato, il varietà italiano può considerare la sua parabola esaurita, complice anche una politica ministeriale che stenterà a riconoscerne identità e diritti. Per uno studio di questi temi, le pubblicazioni periodiche sono elementi del quadro particolarmente importanti e «Il Café-Chantant» è certo una delle riviste specializzate più significative di questi anni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.