Postfazione. La fine della clandestinità. Le "Lettere a Sofia", punto di approdo della filosofia classica francese

Il lettore che avrà seguito con pazienza il tracciato argomentativo di queste XXI "Lettere a Sofia" (1770 circa) e che conosca la storia del pensiero filosofico moderno, da Descartes all’Illuminismo, per quella parte eterodossa, eversiva (atea e materialista) e in buona parte clandestina, che proviene dai cartesiani (Spinoza in primis) − in questi ultimi vent’anni è risorta la pertinente etichetta storiografica di «Illuminismo radicale» (Radical Enlightenment) –, si renderà conto che con quest’opera si chiude un’epoca della storia intellettuale. Quell’epoca che in Francia prende le mosse dalla crisi della «ragione classica», o dalla «prima crisi della coscienza europea» (1598-1659) – tra l’Editto di Nantes e la morte di Descartes – e si chiude proprio nel Settecento, con le vette filosofiche dell’Illuminismo radicale, ancora per lo più clandestino. Come queste Lettere, appunto.