Procreazione medicalmente assistita post mortem e status del nato

The Author deals with the recent judgement of the Supreme Court of Cassation (n. 13000/2019), which for the first time intervenes on the applicability of art. 8, l. 40/2004, to persons born from post mortem fertilization. The Supreme Court overturns the judgements taken at first instance and on appeal, recognizing to the child the status of child «born in marriage» of the couple who gave consent to the medically assisted procreation before the termination of the wedlock due to the death of the husband. Firstly, the Author assesses the reasoning of the decision, whereby under certain circumstances the consent expressed under art. 6, l. 40/2004, implies the deliberate choice of fatherhood. Moreover, the A. investigates the capacity to inherit of the born from post-mortem fertilization.

Con la sentenza in commento, la Suprema Corte, intervenendo per la prima volta sull’applicabilità dell’art. 8 della l. n. 40 del 2004 al nato da fecondazione post mortem, ribalta l’orientamento assunto nei precedenti gradi di giudizio e riconosce a quest’ultimo lo status di figlio nato nel matrimonio della coppia che ha espresso il consenso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita prima dello scioglimento del vincolo nuziale per morte del marito. I giudici di legittimità pervengono a tale conclusione individuando nel consenso, espresso ai sensi dell’art. 6 della l. n. 40 del 2004 e mai revocato, la consapevole scelta della genitorialità da parte del padre. Avanzate alcune considerazioni critiche sul percorso argomentativo seguito dalla Suprema Corte, l’a. indaga intorno alla capacità di succedere del nato da fecondazione post mortem.