Incastonato tra la superba mole del palazzo Colonna-Barberini, eretto sulle vestigia del santuario di Fortuna, e le asperità calcaree del monte Ginestro, il ninfeo fu realizzato per volontà del principe Maffeo Barberini (1630-1685) su progetto dell’architetto Francesco Contini (1599-1669) e ultimato nel dicembre 1668. Oggi pertinenza privata, il ninfeo ingentilisce con la sua aggraziata scenografia il fronte privato della dimora barberiniana. Invisibile alla città, esso risulta parzialmente familiare alla letteratura, le cui informazioni sono qui integrate da importanti dati conoscitivi, desunti da documenti di recente rintracciati presso l’Archivio Barberini alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Grazie a questi ultimi, se l’attribuzione a Contini è definitivamente attestata dai mandati di pagamento, è stato possibile aggiornare cronologia costruttiva, natura dei materiali e tecniche impiegate, oltre che procedure e consistenza degli interventi di restauro eseguiti alla metà del XX secolo. Gravemente danneggiato dai bombardamenti alleati del giugno 1944, il ninfeo prenestino fu infatti oggetto di un radicale opera di restauro e diffusa ricostruzione nel 1965. Tuttavia, se tale intervento ne ha garantito la sopravvivenza, risolvendo il grave stato di degrado postbellico, non ha potuto preservarne i pregevoli caratteri architettonici e le raffinate finiture, in virtù delle quali, alla metà del Seicento, il ninfeo veniva descritto "cosa di grande stupore".
Marconi, N., Florio, V. (2024). Al pari di un teatro con fontane, statue e vasi di agrumi: architettura, costruzione e restauro del ninfeo di palazzo Barberini a Palestrina. PALLADIO(72), 71-90.
Al pari di un teatro con fontane, statue e vasi di agrumi: architettura, costruzione e restauro del ninfeo di palazzo Barberini a Palestrina
Marconi Nicoletta;Florio Valentina
2024-02-01
Abstract
Incastonato tra la superba mole del palazzo Colonna-Barberini, eretto sulle vestigia del santuario di Fortuna, e le asperità calcaree del monte Ginestro, il ninfeo fu realizzato per volontà del principe Maffeo Barberini (1630-1685) su progetto dell’architetto Francesco Contini (1599-1669) e ultimato nel dicembre 1668. Oggi pertinenza privata, il ninfeo ingentilisce con la sua aggraziata scenografia il fronte privato della dimora barberiniana. Invisibile alla città, esso risulta parzialmente familiare alla letteratura, le cui informazioni sono qui integrate da importanti dati conoscitivi, desunti da documenti di recente rintracciati presso l’Archivio Barberini alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Grazie a questi ultimi, se l’attribuzione a Contini è definitivamente attestata dai mandati di pagamento, è stato possibile aggiornare cronologia costruttiva, natura dei materiali e tecniche impiegate, oltre che procedure e consistenza degli interventi di restauro eseguiti alla metà del XX secolo. Gravemente danneggiato dai bombardamenti alleati del giugno 1944, il ninfeo prenestino fu infatti oggetto di un radicale opera di restauro e diffusa ricostruzione nel 1965. Tuttavia, se tale intervento ne ha garantito la sopravvivenza, risolvendo il grave stato di degrado postbellico, non ha potuto preservarne i pregevoli caratteri architettonici e le raffinate finiture, in virtù delle quali, alla metà del Seicento, il ninfeo veniva descritto "cosa di grande stupore".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.