Questo studio si propone come obiettivo quello di esplorare il legame che Percy Bysshe Shelley e Mary Shelley intrecciarono con la città di Roma e con la Campagna Romana durante i loro due soggiorni a cavallo tra il 1818 e il 1819, soggiorni che si inseriscono all’interno di un più ampio itinerario che i due autori inglesi percorsero attraverso l’Italia. Pur condividendo ogni tappa del viaggio, Percy e Mary articolarono ben presto un rapporto individuale con il Paese, sviluppando in modo distinto le proprie strategie di conoscenza del territorio e giungendo a un grado diverso di empatia con i luoghi e le popolazioni con le quali entrarono in contatto. La loro percezione, a tratti divergente, della Città Eterna e delle ampie e solitarie campagne che la circondavano, la scelta di rimanere in superficie, di afferrare solo quanto potesse essere assimilato senza protendersi troppo verso l’altro (soluzione adottata, come si vedrà, da Percy) o di contro il tentativo di cogliere la complessità del tessuto storico e sociale romano (l’aspirazione profonda di Mary), possono essere considerati come esemplificativi dell’intero rapporto che i due scrittori stabilirono con l’Italia.
Marino, E. (2009). Gli Shelley tra Roma e la Campagna Romana. In M. Formica (a cura di), Roma e la Campagna romana nel Grand Tour (pp. 175-194). Bari : Laterza.
Gli Shelley tra Roma e la Campagna Romana
MARINO, ELISABETTA
2009-01-01
Abstract
Questo studio si propone come obiettivo quello di esplorare il legame che Percy Bysshe Shelley e Mary Shelley intrecciarono con la città di Roma e con la Campagna Romana durante i loro due soggiorni a cavallo tra il 1818 e il 1819, soggiorni che si inseriscono all’interno di un più ampio itinerario che i due autori inglesi percorsero attraverso l’Italia. Pur condividendo ogni tappa del viaggio, Percy e Mary articolarono ben presto un rapporto individuale con il Paese, sviluppando in modo distinto le proprie strategie di conoscenza del territorio e giungendo a un grado diverso di empatia con i luoghi e le popolazioni con le quali entrarono in contatto. La loro percezione, a tratti divergente, della Città Eterna e delle ampie e solitarie campagne che la circondavano, la scelta di rimanere in superficie, di afferrare solo quanto potesse essere assimilato senza protendersi troppo verso l’altro (soluzione adottata, come si vedrà, da Percy) o di contro il tentativo di cogliere la complessità del tessuto storico e sociale romano (l’aspirazione profonda di Mary), possono essere considerati come esemplificativi dell’intero rapporto che i due scrittori stabilirono con l’Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.