Il rotocalco ha avuto, soprattutto dal secondo dopoguerra, un ruolo di primo piano nella propaganda religiosa. Non legato all'editoria cattolica, ma condividendo con questa il medesimo pubblico - piccolo e medio borghese, di idee politiche moderate, anticomunista, prevalentemente femminile -, il settimanale illustrato è stato il luogo in cui per la prima volta si sono sperimentate inedite alleanze tra le gerarchie ecclesiastiche e il mondo della comunicazione di massa. L'agiografia, nel senso più ampio di promozione cultuale, è stato il terreno principale di tale incontro e non poteva essere altrimenti dato che all'interno di questo genere devozionale la Chiesa ha da sempre concentrato il prodigioso e il "sensazionalismo" cattolico. Ma tale operazione si rivelò un’arma a doppio taglio per gli stessi promotori, tra i quali spiccava il nome del gesuita Virgilio Rotondi, non solo perché tale patrimonio si trovò a coabitare con altre agiografie, quelle legate ai divi del cinema o dello sport o alle famiglie regnanti, o infine con altre dimensioni del "miracoloso" meno ortodosse, ma anche perché i rotocalchi iniziarono essi stessi a divenire parte attiva nella promozione di nuovi culti e di luoghi sacri forzando la tradizionale prudenza ecclesiastica. La parabola è bene esemplificata dal processo di costruzione dell’immagine agiografica di Pio XII, iniziata sulle rovine della basilica di San Lorenzo e conclusasi tristemente con lo scempio del servizio fotografico sul letto di morte di Castelgandolfo.
Calio', T. (2008). Il miracolo in rotocalco : Il sensazionalismo agiografico nei settimanali illustrati del secondo dopoguerra. SANCTORUM, 5, 23-50.
Il miracolo in rotocalco : Il sensazionalismo agiografico nei settimanali illustrati del secondo dopoguerra
CALIO', TOMMASO
2008-01-01
Abstract
Il rotocalco ha avuto, soprattutto dal secondo dopoguerra, un ruolo di primo piano nella propaganda religiosa. Non legato all'editoria cattolica, ma condividendo con questa il medesimo pubblico - piccolo e medio borghese, di idee politiche moderate, anticomunista, prevalentemente femminile -, il settimanale illustrato è stato il luogo in cui per la prima volta si sono sperimentate inedite alleanze tra le gerarchie ecclesiastiche e il mondo della comunicazione di massa. L'agiografia, nel senso più ampio di promozione cultuale, è stato il terreno principale di tale incontro e non poteva essere altrimenti dato che all'interno di questo genere devozionale la Chiesa ha da sempre concentrato il prodigioso e il "sensazionalismo" cattolico. Ma tale operazione si rivelò un’arma a doppio taglio per gli stessi promotori, tra i quali spiccava il nome del gesuita Virgilio Rotondi, non solo perché tale patrimonio si trovò a coabitare con altre agiografie, quelle legate ai divi del cinema o dello sport o alle famiglie regnanti, o infine con altre dimensioni del "miracoloso" meno ortodosse, ma anche perché i rotocalchi iniziarono essi stessi a divenire parte attiva nella promozione di nuovi culti e di luoghi sacri forzando la tradizionale prudenza ecclesiastica. La parabola è bene esemplificata dal processo di costruzione dell’immagine agiografica di Pio XII, iniziata sulle rovine della basilica di San Lorenzo e conclusasi tristemente con lo scempio del servizio fotografico sul letto di morte di Castelgandolfo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.