On a «nicchio» where «era dipinta la Madre di Dio, & alcuni Santi» near the Thermae Antoninianae · In 1658, just south of the Baths of Caracalla, a group of ancient structures was brought to light, probably belonging to a public building of a utilitarian function, which was partially reused with the creation of paintings of sacred subjects (the Virgin and Child enthroned within a mandorla supported by angels and, below, figures of saints). Two identical reproductions of the remains, which have since disappeared, and of the paintings are preserved among the drawings by Cassiano del Pozzo in the Royal Library at Windsor Castle and in the Codex Barberiniano Latino 4426 in the Vatican Library; they are possibly by Leonardo Agostini or Giovanni Battista Galestruzzi. These pictorial testimonies (hypothetically attributed by Adelina Ramundo to the activity of Cesare Baronio in the area), which recall easterninspired iconographic modules common in the 6th century, could instead perhaps rather belong to the monastery of St. Demetrius, first mentioned in a letter by Gregory the Great

Nel 1658, in prossimità delle terme di Caracalla, poco a sud di queste, veniva portato alla luce un complesso di strutture antiche, probabilmente pertinenti ad un edificio pubblico di carattere utilitario, riutilizzato in parte con la realizzazione di dipinti di soggetto sacro (la Vergine con il Bambino in trono entro una mandorla sorretta da angeli e, sotto, figure di santi). Dei resti, poi scomparsi, e delle pitture si conservano le riproduzioni tra i disegni di Cassiano del Pozzo alla Royal Library del Castello di Windsor e nel Codice Barberiniano Latino 4426 della Biblioteca Apostolica Vaticana, forse di mano di Leonardo Agostini o di Giovanni Battista Galestruzzi. Riferite ipoteticamente da Adelina Ramundo all’attività di Cesare Baronio nella zona, queste testimonianze pittoriche, assimilabili ai moduli iconografici, di matrice orientale, diffusi nei decenni del vi secolo, potrebbero invece forse appartenere piuttosto al monastero di San Demetrio, ricordato per la prima volta in una lettera di Gregorio Magno.

Spera, L. (2024). A proposito di un «nicchio» nel quale «era dipinta la Madre di Dio, & alcuni Santi» presso le Thermae Antoninianae. ORIZZONTI, 25, 45-59.

A proposito di un «nicchio» nel quale «era dipinta la Madre di Dio, & alcuni Santi» presso le Thermae Antoninianae

Spera L
2024-01-01

Abstract

On a «nicchio» where «era dipinta la Madre di Dio, & alcuni Santi» near the Thermae Antoninianae · In 1658, just south of the Baths of Caracalla, a group of ancient structures was brought to light, probably belonging to a public building of a utilitarian function, which was partially reused with the creation of paintings of sacred subjects (the Virgin and Child enthroned within a mandorla supported by angels and, below, figures of saints). Two identical reproductions of the remains, which have since disappeared, and of the paintings are preserved among the drawings by Cassiano del Pozzo in the Royal Library at Windsor Castle and in the Codex Barberiniano Latino 4426 in the Vatican Library; they are possibly by Leonardo Agostini or Giovanni Battista Galestruzzi. These pictorial testimonies (hypothetically attributed by Adelina Ramundo to the activity of Cesare Baronio in the area), which recall easterninspired iconographic modules common in the 6th century, could instead perhaps rather belong to the monastery of St. Demetrius, first mentioned in a letter by Gregory the Great
gen-2024
Pubblicato
Rilevanza internazionale
Articolo
Esperti anonimi
Settore L-ANT/08
Italian
Nel 1658, in prossimità delle terme di Caracalla, poco a sud di queste, veniva portato alla luce un complesso di strutture antiche, probabilmente pertinenti ad un edificio pubblico di carattere utilitario, riutilizzato in parte con la realizzazione di dipinti di soggetto sacro (la Vergine con il Bambino in trono entro una mandorla sorretta da angeli e, sotto, figure di santi). Dei resti, poi scomparsi, e delle pitture si conservano le riproduzioni tra i disegni di Cassiano del Pozzo alla Royal Library del Castello di Windsor e nel Codice Barberiniano Latino 4426 della Biblioteca Apostolica Vaticana, forse di mano di Leonardo Agostini o di Giovanni Battista Galestruzzi. Riferite ipoteticamente da Adelina Ramundo all’attività di Cesare Baronio nella zona, queste testimonianze pittoriche, assimilabili ai moduli iconografici, di matrice orientale, diffusi nei decenni del vi secolo, potrebbero invece forse appartenere piuttosto al monastero di San Demetrio, ricordato per la prima volta in una lettera di Gregorio Magno.
Spera, L. (2024). A proposito di un «nicchio» nel quale «era dipinta la Madre di Dio, & alcuni Santi» presso le Thermae Antoninianae. ORIZZONTI, 25, 45-59.
Spera, L
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