Poiché i beni del CH possono essere i cardini (materiali ed immateriali) dei nuovi modelli di rigenerazione dello spazio costruito, fornendo identità culturale e coesione sociale anche a comunità locali più minute ed individualizzate; il CH era anche al centro del nuovo mercato dell’occupazione giovanile (target UE 24-35 anni) e del reinserimento della popolazione aging (>50 anni) che si andava strutturando in Europa prima del COVID19 in attuazione della Nuova Agenda della Cultura UE (2018). In particolare, paesi come Norvegia, Belgio-Fiandre, Cipro, Austria affrontavano dal punto di vista del societal wellbeing interno, un tema ben più complesso e strettamente collegato a quello che fino a poco tempo fa avremmo chiamato Green Deal, finanziando le evidenti interdipendenze tra policy e progetto, tra CH e place evidence secondo i cinque ‘pilastri’ della nuova programmazione europea 2021-27. La progettualità richiesta è coerente con il quadro delineato dalla Urban Agenda 2016, dalla New Leipzig Chart 2020 e dalla Territorial Agenda 2030, le quali considerano sia la tecnologia sia l’innovazione e la conoscenza come obiettivi cui rivolgere la finanza pubblica (ITI più in area urbana, CLLD più in area rurale), al pari di sostenibilità, equità, qualità della vita, occupazione, tempo libero ed altri aspetti che rafforzano il legame con le filiere dell’industria creativa e culturale coinvolte.

Prezioso, M. (2023). Distretti tecnologici dei Beni Culturali: innovazione gestionale nel quadro della finanza europea. In A.M. D. Malfitana (a cura di), Catania: la città antica e quella del futuro (pp. 89-100). Roma : «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER.

Distretti tecnologici dei Beni Culturali: innovazione gestionale nel quadro della finanza europea

Prezioso, Maria
Membro del Collaboration Group
2023-08-19

Abstract

Poiché i beni del CH possono essere i cardini (materiali ed immateriali) dei nuovi modelli di rigenerazione dello spazio costruito, fornendo identità culturale e coesione sociale anche a comunità locali più minute ed individualizzate; il CH era anche al centro del nuovo mercato dell’occupazione giovanile (target UE 24-35 anni) e del reinserimento della popolazione aging (>50 anni) che si andava strutturando in Europa prima del COVID19 in attuazione della Nuova Agenda della Cultura UE (2018). In particolare, paesi come Norvegia, Belgio-Fiandre, Cipro, Austria affrontavano dal punto di vista del societal wellbeing interno, un tema ben più complesso e strettamente collegato a quello che fino a poco tempo fa avremmo chiamato Green Deal, finanziando le evidenti interdipendenze tra policy e progetto, tra CH e place evidence secondo i cinque ‘pilastri’ della nuova programmazione europea 2021-27. La progettualità richiesta è coerente con il quadro delineato dalla Urban Agenda 2016, dalla New Leipzig Chart 2020 e dalla Territorial Agenda 2030, le quali considerano sia la tecnologia sia l’innovazione e la conoscenza come obiettivi cui rivolgere la finanza pubblica (ITI più in area urbana, CLLD più in area rurale), al pari di sostenibilità, equità, qualità della vita, occupazione, tempo libero ed altri aspetti che rafforzano il legame con le filiere dell’industria creativa e culturale coinvolte.
19-ago-2023
Settore M-GGR/02
Italian
Rilevanza nazionale
Capitolo o saggio
Beni Culturali; Distretti tecnologici; innovazione gestionale; finanza europea;
Atti del workshop 20 gennaio 2021 - Catania (on line)
https://www.lerma.it/libro/9788891328717
Prezioso, M. (2023). Distretti tecnologici dei Beni Culturali: innovazione gestionale nel quadro della finanza europea. In A.M. D. Malfitana (a cura di), Catania: la città antica e quella del futuro (pp. 89-100). Roma : «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER.
Prezioso, M
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