A tre anni dal giubileo del 1650, Francesco Borromini è incaricato di ricalibrare i condotti dell’acqua in Campo Marzio per alimentare una nuova monumentale fontana da costruire in piazza Navona. Eppure, il 12 giugno 1651, giorno dell’inaugurazione della fontana dei Quattro Fiumi, è Gian Lorenzo Bernini a ricevere onore e gloria per l’opera che corona anche le ambizioni degli altri due protagonisti dell’impresa, il pontefice Innocenzo X e il gesuita Athanasius Kircher. Infatti, con la fontana, papa Pamphili aveva creato un manifesto tridimensionale con cui rivendicare per Santa Romana Chiesa la sovranità sul mondo; Kircher aveva condensato in un’opera di architettura gli studi di una vita; Bernini aveva rilanciato la sua carriera, dopo i clamorosi fallimenti dei campanili di San Pietro e della cappella dei Re Magi . Per Borromini, invece, la vicenda dette inizio a una spirale negativa proprio nei rapporti con quei committenti (Innocenzo X, ma anche con il tesoriere papale Virgilio Spada) che con più entusiasmo lo avevano sostenenuto. Su questo rovescio della storia, la letteratura è stranamente discordante e ancora oggi non sono state chiarite le circostanze che hanno determinato il passaggio della commissione da Borromini a Bernini. Questo contributo tenterà di sciogliere questo nodo.
D'Amelio, M.g., Marder, T. (2011). Art and science in baroque Rome: Innocent X, Gianlorenzo Bernini, Athanasius Kircher, and the Four Rivers Fountain. In S. Leone (a cura di), The Pamphilj and the arts: patronage and consumption in baroque Rome (pp. 23-36). Boston : McMullen Museum of Art, Boston College, Chestnut Hill, Mass.
Art and science in baroque Rome: Innocent X, Gianlorenzo Bernini, Athanasius Kircher, and the Four Rivers Fountain
D'AMELIO, MARIA GRAZIA;
2011-01-01
Abstract
A tre anni dal giubileo del 1650, Francesco Borromini è incaricato di ricalibrare i condotti dell’acqua in Campo Marzio per alimentare una nuova monumentale fontana da costruire in piazza Navona. Eppure, il 12 giugno 1651, giorno dell’inaugurazione della fontana dei Quattro Fiumi, è Gian Lorenzo Bernini a ricevere onore e gloria per l’opera che corona anche le ambizioni degli altri due protagonisti dell’impresa, il pontefice Innocenzo X e il gesuita Athanasius Kircher. Infatti, con la fontana, papa Pamphili aveva creato un manifesto tridimensionale con cui rivendicare per Santa Romana Chiesa la sovranità sul mondo; Kircher aveva condensato in un’opera di architettura gli studi di una vita; Bernini aveva rilanciato la sua carriera, dopo i clamorosi fallimenti dei campanili di San Pietro e della cappella dei Re Magi . Per Borromini, invece, la vicenda dette inizio a una spirale negativa proprio nei rapporti con quei committenti (Innocenzo X, ma anche con il tesoriere papale Virgilio Spada) che con più entusiasmo lo avevano sostenenuto. Su questo rovescio della storia, la letteratura è stranamente discordante e ancora oggi non sono state chiarite le circostanze che hanno determinato il passaggio della commissione da Borromini a Bernini. Questo contributo tenterà di sciogliere questo nodo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.