Sul Baldacchino di San Pietro (1624-1633) sono state scrittte pagine ancora insuperate sulla committenza, sull’iconologia, sulla corrispondenza proporzionale tra le colonne salomoniche e l’ordine gigante della basilica, sulla tecnica fusoria mutuata dalla produzione delle armi da fuoco. Tuttavia rimangono da indagare altri aspetti dell’opera, tra i quali la reale consistenza materica del baldacchino (ritenuto comunemente opera in bronzo, ma in realtà polimaterica) e il rapporto che il giovane Bernini, sebbene ancora “innocentissimo” d’architettura, è riuscito a instaurare tra il gigantesco telaio e l’ambiente che lo circonda e lo giustifica. In particolare, lo studio della doratura permette di cogliere alcune opzioni progettuali, ideate per stabilire condizioni psico-fisiche idonee ad attrarre e coinvolgere lo spettatore nell’atto devozionale, ma soprattutto concepite in funzione di una visione non statica del telaio. Un apparato decorativo che, peraltro, vede coincidere la nuova immagine della chiesa post-riformata con la pervasiva presenza degli emblemi di Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644), da allora indissolubilmente fusi con i simboli della gloria di Pietro e della religione cattolica romana. Questo contributo ha come obbiettivo lo studio del progetto ddella finitura superficiale del Baldacchino condotto anche attraverso l'analisi dell'illuminazione naturale e artificiale della basilica di San Pietro.
D'Amelio, M.g. (2009). Gian Lorenzo Bernini e gli ori del baldacchino di San Pietro in Vaticano: la doratura secentesca e il suo restauro. ANNALI DI ARCHITETTURA, 21, 167-183.
Gian Lorenzo Bernini e gli ori del baldacchino di San Pietro in Vaticano: la doratura secentesca e il suo restauro
D'AMELIO, MARIA GRAZIA
2009-01-01
Abstract
Sul Baldacchino di San Pietro (1624-1633) sono state scrittte pagine ancora insuperate sulla committenza, sull’iconologia, sulla corrispondenza proporzionale tra le colonne salomoniche e l’ordine gigante della basilica, sulla tecnica fusoria mutuata dalla produzione delle armi da fuoco. Tuttavia rimangono da indagare altri aspetti dell’opera, tra i quali la reale consistenza materica del baldacchino (ritenuto comunemente opera in bronzo, ma in realtà polimaterica) e il rapporto che il giovane Bernini, sebbene ancora “innocentissimo” d’architettura, è riuscito a instaurare tra il gigantesco telaio e l’ambiente che lo circonda e lo giustifica. In particolare, lo studio della doratura permette di cogliere alcune opzioni progettuali, ideate per stabilire condizioni psico-fisiche idonee ad attrarre e coinvolgere lo spettatore nell’atto devozionale, ma soprattutto concepite in funzione di una visione non statica del telaio. Un apparato decorativo che, peraltro, vede coincidere la nuova immagine della chiesa post-riformata con la pervasiva presenza degli emblemi di Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1623-1644), da allora indissolubilmente fusi con i simboli della gloria di Pietro e della religione cattolica romana. Questo contributo ha come obbiettivo lo studio del progetto ddella finitura superficiale del Baldacchino condotto anche attraverso l'analisi dell'illuminazione naturale e artificiale della basilica di San Pietro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.