Nei secoli XIV e XV, molte chiese, cappelle e santuari dell’Italia centrale ricevettero vaste decorazioni con serie di pannelli votivi, che ospitano figure isolate di santi, Madonne con il Bambino e, solo eccezionalmente, sintetiche scene narrative. Il fenomeno, profondo e per alcuni versi epocale, è stato spesso interpretato come una manifestazione di generale impoverimento ideale e materiale della produzione artistica dell’epoca. Il saggio, appuntando l’attenzione su alcuni esempi di questa tipologia, cerca di dimostrare come una più attenta analisi possa contribuire a riaffrontare sotto una angolazione diversa problemi molto dibattuti in campo storico-artistico: la valutazione della consistenza delle locali scuole di pittura, i tracciati delle vie di comunicazione tra ambiti culturali spesso tra loro anche distanti, la ridefinizione della trama di contesti regionali depauperati e apparentemente privi di autonomia figurativa e linguistica. Le informazioni ricavabili da quelle opere appaiono di grande utilità per riesaminare persino alcune macrocategorie critiche comela natura dei rapporti tra maestro e allievi; l’articolazione e organizzazione del lavoro di équipe; il ruolo della committenza nella ‘creazione’ di nuovi pattern figurativi; e, infine, la riconsiderazione – o la dismissione – di termini di giudizio e concetti quali Evoluzione e Involuzione.
Angelelli, V. (2023). Dei criteri di valutazione della pittura tardomedievale: la «svolta votiva e devozionale dei secoli XIV e XV».. In E.S. Miljenko Jurković (a cura di), Repenser l'histoire de l'art médiéval en 2023. Recueil d'études offertes à Xavier Barral i Altet (pp. 173-182). Zagreb : University of Zagreb - International Research Center for Late Antiquity and the Middle Ages, Motovun, Croatia.
Dei criteri di valutazione della pittura tardomedievale: la «svolta votiva e devozionale dei secoli XIV e XV».
Angelelli
2023-05-01
Abstract
Nei secoli XIV e XV, molte chiese, cappelle e santuari dell’Italia centrale ricevettero vaste decorazioni con serie di pannelli votivi, che ospitano figure isolate di santi, Madonne con il Bambino e, solo eccezionalmente, sintetiche scene narrative. Il fenomeno, profondo e per alcuni versi epocale, è stato spesso interpretato come una manifestazione di generale impoverimento ideale e materiale della produzione artistica dell’epoca. Il saggio, appuntando l’attenzione su alcuni esempi di questa tipologia, cerca di dimostrare come una più attenta analisi possa contribuire a riaffrontare sotto una angolazione diversa problemi molto dibattuti in campo storico-artistico: la valutazione della consistenza delle locali scuole di pittura, i tracciati delle vie di comunicazione tra ambiti culturali spesso tra loro anche distanti, la ridefinizione della trama di contesti regionali depauperati e apparentemente privi di autonomia figurativa e linguistica. Le informazioni ricavabili da quelle opere appaiono di grande utilità per riesaminare persino alcune macrocategorie critiche comela natura dei rapporti tra maestro e allievi; l’articolazione e organizzazione del lavoro di équipe; il ruolo della committenza nella ‘creazione’ di nuovi pattern figurativi; e, infine, la riconsiderazione – o la dismissione – di termini di giudizio e concetti quali Evoluzione e Involuzione.File | Dimensione | Formato | |
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