Nella narrazione italiana sull’Islam, il tema dei diritti delle donne è centrale. I recenti dibattiti sul cosiddetto velo, in particolare, contribuiscono a consolidare la percezione di un universo femminile monolitico, statico e trasversalmente caratterizzato da una astorica incapacità di pensare e agire autonomamente in società. Il famoso indumento è così diventato il simbolo di una natura intrinsecamente discriminatoria dell’Islam che grava inesorabilmente sui corpi delle donne provenienti dai/residenti nei paesi a maggioranza islamica o in Italia. Questa narrazione contribuisce al tempo stesso a legittimare una coscienza nazionale paternalista, coloniale, apparentemente salvifica nei confronti delle donne musulmane o provenienti da paesi a maggioranza islamica. Un’attitudine, si badi, avviata ben prima dell’attentato dell’11 settembre 2011. In questo contributo non si intende esplorare la vasta mole di discorsi sul velo. S’intende invece provare a riflettere, da un punto di vista intersezionale, sull’agibilità delle donne di fede o cultura islamica nello spazio pubblico italiano, a partire da uno sguardo collegato al tema dell’autorità religiosa – perno dell’interpretazione delle fonti sacre del diritto, oltreché riferimento spirituale - e ad esperienze e dibattiti diffusi in Europa. In questo contest, la relazione tra l’uguaglianza di genere e l’Islam viene esplorata in modo ben più complesso che nel bel paese. Il tema dell'autorità religiosa femminile, ad esempio, risulta essere una delle chiavi di volta emancipatorie non soltanto in contesto islamico ma anche per le comunità a maggioranza islamica presenti nell’Europa multiculturale e post-secolare. Qui, a fronte di una presenza musulmana sempre più solida, anche le istituzioni si pongono il problema della governamentalità, vale a dire di come gestire, controllare e disciplinare piety movements attraverso dispositivi non solo di controllo e/ o repressivi, ma sostanzialmente discorsivi: in questi contesti il discorso dell'uguaglianza di genere funge da dispositivo funzionale, ma sembra essere costruito ‘con’ alcuni esponenti delle comunità islamiche presenti sul territorio, secondo interessanti modelli di dialogo sociale.

Borrillo, S. (2020). Autorità religiosa e attivismo spirituale delle musulmane: uno sguardo al dibattito europeo su uguaglianza di genere, multiculturalismo e Islam. In Gabriele Proglio (a cura di), Islamofobia e razzismo. Media, discorsi pubblici e immaginario nella decostruzione dell’altro (pp. 171-189). Torino : SEB 27.

Autorità religiosa e attivismo spirituale delle musulmane: uno sguardo al dibattito europeo su uguaglianza di genere, multiculturalismo e Islam

Sara Borrillo
2020-01-01

Abstract

Nella narrazione italiana sull’Islam, il tema dei diritti delle donne è centrale. I recenti dibattiti sul cosiddetto velo, in particolare, contribuiscono a consolidare la percezione di un universo femminile monolitico, statico e trasversalmente caratterizzato da una astorica incapacità di pensare e agire autonomamente in società. Il famoso indumento è così diventato il simbolo di una natura intrinsecamente discriminatoria dell’Islam che grava inesorabilmente sui corpi delle donne provenienti dai/residenti nei paesi a maggioranza islamica o in Italia. Questa narrazione contribuisce al tempo stesso a legittimare una coscienza nazionale paternalista, coloniale, apparentemente salvifica nei confronti delle donne musulmane o provenienti da paesi a maggioranza islamica. Un’attitudine, si badi, avviata ben prima dell’attentato dell’11 settembre 2011. In questo contributo non si intende esplorare la vasta mole di discorsi sul velo. S’intende invece provare a riflettere, da un punto di vista intersezionale, sull’agibilità delle donne di fede o cultura islamica nello spazio pubblico italiano, a partire da uno sguardo collegato al tema dell’autorità religiosa – perno dell’interpretazione delle fonti sacre del diritto, oltreché riferimento spirituale - e ad esperienze e dibattiti diffusi in Europa. In questo contest, la relazione tra l’uguaglianza di genere e l’Islam viene esplorata in modo ben più complesso che nel bel paese. Il tema dell'autorità religiosa femminile, ad esempio, risulta essere una delle chiavi di volta emancipatorie non soltanto in contesto islamico ma anche per le comunità a maggioranza islamica presenti nell’Europa multiculturale e post-secolare. Qui, a fronte di una presenza musulmana sempre più solida, anche le istituzioni si pongono il problema della governamentalità, vale a dire di come gestire, controllare e disciplinare piety movements attraverso dispositivi non solo di controllo e/ o repressivi, ma sostanzialmente discorsivi: in questi contesti il discorso dell'uguaglianza di genere funge da dispositivo funzionale, ma sembra essere costruito ‘con’ alcuni esponenti delle comunità islamiche presenti sul territorio, secondo interessanti modelli di dialogo sociale.
2020
Settore L-OR/10 - STORIA DEI PAESI ISLAMICI
Italian
Rilevanza nazionale
Capitolo o saggio
Islam - uguaglianza di genere - autorità religiosa -multiculturalismo - Europa
Borrillo, S. (2020). Autorità religiosa e attivismo spirituale delle musulmane: uno sguardo al dibattito europeo su uguaglianza di genere, multiculturalismo e Islam. In Gabriele Proglio (a cura di), Islamofobia e razzismo. Media, discorsi pubblici e immaginario nella decostruzione dell’altro (pp. 171-189). Torino : SEB 27.
Borrillo, S
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