Il contributo intende mettere in luce le dinamiche di ibridazione tra i generi saggio e novella nella prosa breve di Virginia Woolf, in particolare in quegli esemplari di saggi che presentano delle caratteristiche smaccatamente immaginifiche e narrative che li distanziano nettamente dall’ideale di saggio quale «breve testo nonfinzionale in prosa». Nota al grande pubblico proprio per la sua programmatica ricerca di codici espressivi sempre nuovi e per le sperimentazioni con i generi più disparati, nel caso della prosa breve Woolf riesce con successo a infrangere i confini tra argomentativo e narrativo per giungere a una forma mediana che trae la sua identità sia dalla fiction che dalla nonfiction. Tramite un’analisi di alcune tra le short stories e i saggi più significativi, il contributo vuole essere uno spunto per una più ampia riflessione su quanto la mescolanza di stilemi diversi sia non solo un tratto letterario tipico della letteratura modernista, quanto piuttosto la risposta a una necessità di trovare una via altra nel panorama letterario, quasi una pulsione creativa primigenia che, nel caso delle contaminazioni tra saggio e narrativa breve, può essere affiancata al concetto di saggismo proposto da Robert Musil. The Death of the Moth, Street Haunting e molti altri saggi woolfiani permettono quindi di ricalibrare le demarcazioni fra generi, e di ripensare gli idealtipi che nella mentalità comune sono assurti a modelli e per l’uno e per l’altro dei due generi brevi in prosa, che in questa sede rappresentano i limiti estremi dello spettro di analisi.
Bugliani, P. (2016). "La 'speciale provvidenza' nella caduta di una falena: ibridismi woolfiani tra saggio e short story". TICONTRE, 5, 43-66.
"La 'speciale provvidenza' nella caduta di una falena: ibridismi woolfiani tra saggio e short story"
Paolo Bugliani
2016-01-01
Abstract
Il contributo intende mettere in luce le dinamiche di ibridazione tra i generi saggio e novella nella prosa breve di Virginia Woolf, in particolare in quegli esemplari di saggi che presentano delle caratteristiche smaccatamente immaginifiche e narrative che li distanziano nettamente dall’ideale di saggio quale «breve testo nonfinzionale in prosa». Nota al grande pubblico proprio per la sua programmatica ricerca di codici espressivi sempre nuovi e per le sperimentazioni con i generi più disparati, nel caso della prosa breve Woolf riesce con successo a infrangere i confini tra argomentativo e narrativo per giungere a una forma mediana che trae la sua identità sia dalla fiction che dalla nonfiction. Tramite un’analisi di alcune tra le short stories e i saggi più significativi, il contributo vuole essere uno spunto per una più ampia riflessione su quanto la mescolanza di stilemi diversi sia non solo un tratto letterario tipico della letteratura modernista, quanto piuttosto la risposta a una necessità di trovare una via altra nel panorama letterario, quasi una pulsione creativa primigenia che, nel caso delle contaminazioni tra saggio e narrativa breve, può essere affiancata al concetto di saggismo proposto da Robert Musil. The Death of the Moth, Street Haunting e molti altri saggi woolfiani permettono quindi di ricalibrare le demarcazioni fra generi, e di ripensare gli idealtipi che nella mentalità comune sono assurti a modelli e per l’uno e per l’altro dei due generi brevi in prosa, che in questa sede rappresentano i limiti estremi dello spettro di analisi.File | Dimensione | Formato | |
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