Il 1789, momento di passaggio dall’Ancien régime alla Rivoluzione, che con Reinhart Koselleck possiamo definire sattelzeit (soglia epocale), risulta imprescindibile per la comprensione del mondo modero. Negli interstizi di questa cesura si può cogliere l’affermarsi faticoso di alcuni principi e istituti che caratterizzeranno i secoli successivi: le Dichiarazioni dei diritti di stampo giusnaturalistico, le costituzioni come espressione del potere costituente, la codificazione napoleonica quale emblema della borghesia trionfante, così come l’espansione coloniale con il corollario della subordinazione dei popoli colonizzati a quelli europei. Nel laboratorio rivoluzionario francese, quando le potenzialità della politica moderna vengono testate per la prima volta, emergono altri protagonisti, fino a quel momento subalterni: il popolo, gli schiavi, i sudditi coloniali e le donne. Tuttavia questi soggetti storici sono rimasti esclusi dalle ricostruzioni dominanti che hanno reso incompleta la storia degli anni che più di altri hanno forgiato il mondo moderno. Questa silloge prova a colmare una lacuna storiografica (frutto evidentemente di una scelta politica), muovendo dalla fine dell’ordinamento giuridico d’Ancien régime, attraverso la cesura rivoluzionaria per affrontare poi il “lungo” Ottocento borghese fino alle trasformazioni costituzionali del XX secolo, osservate e interpretate attraverso il prisma del diritto e “diagonalizzando” lo sguardo verso gli esclusi dalla cittadinanza: gli ultimi, e le ultime, (ri)prendono la parola. Dal giacobinismo, inteso come espressione radicale e sofisticata della politica moderna sempre in bilico tra idealismo e pragmatismo, passando per l’esperienza sanculotta, antesignana del rancore populista contro le élite corrotte, e per il bonapartismo e le sue seduzioni plebiscitarie, fino a giungere alle rivendicazioni dei diritti di cittadinanza tra Otto e Novecento, il volume vuole affrontare le grandi tematiche politiche alla luce melanconica del presente. Proprio in un momento in cui si manifesta intensamente un’asfissia democratica, tracciare una genealogia del processo di emancipazione, anche di genere e di razza, può contribuire a rilanciare il progetto incompiuto di una società di liberi ed eguali che trova il suo “inizio” con la Rivoluzione francese.

Fioravanti, M. (2022). Rivoluzione e Costituzione. Saggi di storia costituzionale. Torino : Giappichelli.

Rivoluzione e Costituzione. Saggi di storia costituzionale

Fioravanti, M
2022-01-01

Abstract

Il 1789, momento di passaggio dall’Ancien régime alla Rivoluzione, che con Reinhart Koselleck possiamo definire sattelzeit (soglia epocale), risulta imprescindibile per la comprensione del mondo modero. Negli interstizi di questa cesura si può cogliere l’affermarsi faticoso di alcuni principi e istituti che caratterizzeranno i secoli successivi: le Dichiarazioni dei diritti di stampo giusnaturalistico, le costituzioni come espressione del potere costituente, la codificazione napoleonica quale emblema della borghesia trionfante, così come l’espansione coloniale con il corollario della subordinazione dei popoli colonizzati a quelli europei. Nel laboratorio rivoluzionario francese, quando le potenzialità della politica moderna vengono testate per la prima volta, emergono altri protagonisti, fino a quel momento subalterni: il popolo, gli schiavi, i sudditi coloniali e le donne. Tuttavia questi soggetti storici sono rimasti esclusi dalle ricostruzioni dominanti che hanno reso incompleta la storia degli anni che più di altri hanno forgiato il mondo moderno. Questa silloge prova a colmare una lacuna storiografica (frutto evidentemente di una scelta politica), muovendo dalla fine dell’ordinamento giuridico d’Ancien régime, attraverso la cesura rivoluzionaria per affrontare poi il “lungo” Ottocento borghese fino alle trasformazioni costituzionali del XX secolo, osservate e interpretate attraverso il prisma del diritto e “diagonalizzando” lo sguardo verso gli esclusi dalla cittadinanza: gli ultimi, e le ultime, (ri)prendono la parola. Dal giacobinismo, inteso come espressione radicale e sofisticata della politica moderna sempre in bilico tra idealismo e pragmatismo, passando per l’esperienza sanculotta, antesignana del rancore populista contro le élite corrotte, e per il bonapartismo e le sue seduzioni plebiscitarie, fino a giungere alle rivendicazioni dei diritti di cittadinanza tra Otto e Novecento, il volume vuole affrontare le grandi tematiche politiche alla luce melanconica del presente. Proprio in un momento in cui si manifesta intensamente un’asfissia democratica, tracciare una genealogia del processo di emancipazione, anche di genere e di razza, può contribuire a rilanciare il progetto incompiuto di una società di liberi ed eguali che trova il suo “inizio” con la Rivoluzione francese.
2022
Settore IUS/19 - STORIA DEL DIRITTO MEDIEVALE E MODERNO
Italian
Rilevanza internazionale
Monografia
storia costituzionale; rivoluzione francese; schiavitù; costituzionalismo liberale e democratico; fascismo; Resistenza; assemblea costituente italiana
Fioravanti, M. (2022). Rivoluzione e Costituzione. Saggi di storia costituzionale. Torino : Giappichelli.
Monografia
Fioravanti, M
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/313058
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