Strana è la storia di Villa Adriana: nata quale luogo di ricerche paesaggistiche e architettoniche, palestra di innovazioni tecnologiche e urbanistiche, sito di architetture d’acqua sofisticate, sede di giardini sublimi, conserva di una raccolta d’arte probabilmente mai eguagliata nel tempo, dimora imperiale, corte e città servile allo stesso tempo ma, anche, ricetto di barbari invasori, terra di uliveti e vigneti, palestra di scavi, miniera di spoliazioni, archivio di segni e linguaggi architettonici tanto elevati da evocare nuovi stili e suggerire tendenze, oggetto di studi e ricerche di così esteso numero da recare alla falsa indicazione di una conoscenza ampia e sufficientemente completa. Nei 1900 anni di storia trascorsa dall’inizio della sua costruzione, Villa Adriana ha dato origine a una bibliografia di dimensioni considerevoli, per lo più suddividibile in due settori prevalenti dei quali il primo –genericamente definibile quale resoconto di accurate indagini, per lo più condotte in sito– comprende studi in maggior parte sviluppati su singole aree –o singoli complessi– del sito archeologico, mentre nel secondo sono inseribili scritti a più ampio raggio, volti a trovare le giustificazioni organizzative della Villa in termini progettuali (funzionali, tipologiche, tecnologiche …), ovvero mirati a ripercorrere, talora diacronicamente, gli studi precedenti. Se il primo settore presenta numerose lacune, prevalentemente in funzione della frammentarietà dai dati reperibili, è il secondo che induce notevoli problemi, sia in relazione alla perdurante trasmissione di informazioni storiche spesso mal valutate, sia in merito alla compilazione di una documentazione –grafica e letteraria– poco ponderata e scarsamente basata su dati fondanti, sia, infine, perché spesso si tratta di povere ed erronee interpretazioni della Villa, contenute, però, in testi contraddistinti da una forte diffusione mediatica. Si assiste, dunque, a un proliferare di pubblicistica di scarsissima qualità scientifica che, oltre a mortificare quanti sono, da anni, impegnati a studiare attentamente l’area archeologica, genera una disaccorta conoscenza, purtoppo assai diffusa nei settori scientifico disciplinari a latere. Settori, questi ultimi, tra i quali quelli a più spiccato carattere architettonico, dai quali potrebbero pervenire ben più ampi contributi quando privati delle fantasiose e forvianti indicazioni pertinenti, solo per citarne alcune, la scelta del sito dipesa dall’appartenenza del fondo alla moglie di Adriano, l’assetto dei percorsi interni originali, l’esistenza di un’area palaziale dedicata alle donne, o, addirittura, di “scuderie imperiali”, nonché gli effetti di luci e ombre indotti dai raggi solari che oggi riescono a permeare gli spazi interni di alcuni complessi ma che in antico erano ostacolati da infissi e porticati. Troppi ancora sono i dati da acquisire per ottenere una, seppur vaga, conoscenza della Villa e della sua impostazione architettonica e troppe sono le incertezze che, al momento, non consentono di esperire valutazioni pertinenti l’organismo nel suo insieme e, in particolare, nelle sue funzioni e nella sua fruibilità. A partire da tali basi si rende necessario uno sguardo complessivo, con riferimenti tratti dalle fonti e associati a richiami planimetrici, dal quale iniziare a ragionare sulla reale estensione della Villa e sulla sua organizzazione. A tal proposito, in questa comunicazione saranno affrontati alcuni temi generalmente poco discussi, a partire dalla valutazione della vastità del fondo che, di proprietà del patrimonium imperiale, sarà adottato da Adriano per la realizzazione della sua residenza tiburtina, per passare a una sorta di “zonizzazione” delle aree note del sito archeologico e alla successiva valutazione delle condizioni che renderanno la Villa un piccolo borgo abitato, “Tivoli vecchio”; nome con la quale sarà ricordata fino agli albori del XVI secolo.

Cinque, G.e. (2020). Villa Adriana: uno sguardo a volo d'uccello. In R. Hidalgo, G. Cinque, A. Pizzo, A. Viscogliosi (a cura di), Adventus Hadriani: investigaciones sobre arquitectura adrianea (pp. 382-440). Roma : L'Erma di Bretshneider.

Villa Adriana: uno sguardo a volo d'uccello

Cinque, Giuseppina Enrica
Writing – Original Draft Preparation
2020-12-28

Abstract

Strana è la storia di Villa Adriana: nata quale luogo di ricerche paesaggistiche e architettoniche, palestra di innovazioni tecnologiche e urbanistiche, sito di architetture d’acqua sofisticate, sede di giardini sublimi, conserva di una raccolta d’arte probabilmente mai eguagliata nel tempo, dimora imperiale, corte e città servile allo stesso tempo ma, anche, ricetto di barbari invasori, terra di uliveti e vigneti, palestra di scavi, miniera di spoliazioni, archivio di segni e linguaggi architettonici tanto elevati da evocare nuovi stili e suggerire tendenze, oggetto di studi e ricerche di così esteso numero da recare alla falsa indicazione di una conoscenza ampia e sufficientemente completa. Nei 1900 anni di storia trascorsa dall’inizio della sua costruzione, Villa Adriana ha dato origine a una bibliografia di dimensioni considerevoli, per lo più suddividibile in due settori prevalenti dei quali il primo –genericamente definibile quale resoconto di accurate indagini, per lo più condotte in sito– comprende studi in maggior parte sviluppati su singole aree –o singoli complessi– del sito archeologico, mentre nel secondo sono inseribili scritti a più ampio raggio, volti a trovare le giustificazioni organizzative della Villa in termini progettuali (funzionali, tipologiche, tecnologiche …), ovvero mirati a ripercorrere, talora diacronicamente, gli studi precedenti. Se il primo settore presenta numerose lacune, prevalentemente in funzione della frammentarietà dai dati reperibili, è il secondo che induce notevoli problemi, sia in relazione alla perdurante trasmissione di informazioni storiche spesso mal valutate, sia in merito alla compilazione di una documentazione –grafica e letteraria– poco ponderata e scarsamente basata su dati fondanti, sia, infine, perché spesso si tratta di povere ed erronee interpretazioni della Villa, contenute, però, in testi contraddistinti da una forte diffusione mediatica. Si assiste, dunque, a un proliferare di pubblicistica di scarsissima qualità scientifica che, oltre a mortificare quanti sono, da anni, impegnati a studiare attentamente l’area archeologica, genera una disaccorta conoscenza, purtoppo assai diffusa nei settori scientifico disciplinari a latere. Settori, questi ultimi, tra i quali quelli a più spiccato carattere architettonico, dai quali potrebbero pervenire ben più ampi contributi quando privati delle fantasiose e forvianti indicazioni pertinenti, solo per citarne alcune, la scelta del sito dipesa dall’appartenenza del fondo alla moglie di Adriano, l’assetto dei percorsi interni originali, l’esistenza di un’area palaziale dedicata alle donne, o, addirittura, di “scuderie imperiali”, nonché gli effetti di luci e ombre indotti dai raggi solari che oggi riescono a permeare gli spazi interni di alcuni complessi ma che in antico erano ostacolati da infissi e porticati. Troppi ancora sono i dati da acquisire per ottenere una, seppur vaga, conoscenza della Villa e della sua impostazione architettonica e troppe sono le incertezze che, al momento, non consentono di esperire valutazioni pertinenti l’organismo nel suo insieme e, in particolare, nelle sue funzioni e nella sua fruibilità. A partire da tali basi si rende necessario uno sguardo complessivo, con riferimenti tratti dalle fonti e associati a richiami planimetrici, dal quale iniziare a ragionare sulla reale estensione della Villa e sulla sua organizzazione. A tal proposito, in questa comunicazione saranno affrontati alcuni temi generalmente poco discussi, a partire dalla valutazione della vastità del fondo che, di proprietà del patrimonium imperiale, sarà adottato da Adriano per la realizzazione della sua residenza tiburtina, per passare a una sorta di “zonizzazione” delle aree note del sito archeologico e alla successiva valutazione delle condizioni che renderanno la Villa un piccolo borgo abitato, “Tivoli vecchio”; nome con la quale sarà ricordata fino agli albori del XVI secolo.
28-dic-2020
Settore ICAR/17 - DISEGNO
Italian
Rilevanza internazionale
Capitolo o saggio
Villa Adriana, architettura, urbanistica
https://www.lerma.it/libro/9788891320131
Cinque, G.e. (2020). Villa Adriana: uno sguardo a volo d'uccello. In R. Hidalgo, G. Cinque, A. Pizzo, A. Viscogliosi (a cura di), Adventus Hadriani: investigaciones sobre arquitectura adrianea (pp. 382-440). Roma : L'Erma di Bretshneider.
Cinque, Ge
Contributo in libro
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
ge cinque_adventus hadriani_basss.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Documento in Pre-print
Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 674.65 kB
Formato Adobe PDF
674.65 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/312370
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact