L’autore fornisce una ricostruzione sistematica della peculiare e discussa fattispecie del lavoro dei religiosi, che non trova esplicito riscontro da parte del legislatore italiano. Sul punto si registrano due orientamenti dottrinali del tutto antitetici, l’uno teso a ricondurre il «lavoro dei religiosi» nell’alveo della disciplina comune del lavoro «di mercato» e l’altro, al contrario, favorevole a collocare la fattispecie nell’ambito del lavoro «fuori mercato». Vagliate le ragioni delle contrapposte posizioni, l’autore prende decisamente posizione a favore della seconda impostazione e ne deriva la conseguente inapplicabilità della normativa lavoristica. Ampio spazio viene dedicato, in tale prospettiva, all’analisi del meccanismo fondato sulla presunzione di gratuità della prestazione. Allo stesso tempo l’autore è favorevole a ricondurre alla disciplina comune lavoristica il lavoro prestato dal religioso nei confronti di soggetti «terzi», soffermandosi anche sulla peculiare ipotesi del lavoro svolto dai religiosi mediante «convenzioni». Si esamina, poi la posizione previdenziale dei religiosi. Infine l'autore svolge alcune considerazioni sulle confessioni diverse dalla Cattolica, anche in base alle pronunce della giurisprudenza.
Passalacqua, P. (2007). Il lavoro dei religiosi. In Digesto delle discipline privatistiche, sezione commerciale (pp. 1-25). UTET.
Il lavoro dei religiosi
Passalacqua, P
2007-01-01
Abstract
L’autore fornisce una ricostruzione sistematica della peculiare e discussa fattispecie del lavoro dei religiosi, che non trova esplicito riscontro da parte del legislatore italiano. Sul punto si registrano due orientamenti dottrinali del tutto antitetici, l’uno teso a ricondurre il «lavoro dei religiosi» nell’alveo della disciplina comune del lavoro «di mercato» e l’altro, al contrario, favorevole a collocare la fattispecie nell’ambito del lavoro «fuori mercato». Vagliate le ragioni delle contrapposte posizioni, l’autore prende decisamente posizione a favore della seconda impostazione e ne deriva la conseguente inapplicabilità della normativa lavoristica. Ampio spazio viene dedicato, in tale prospettiva, all’analisi del meccanismo fondato sulla presunzione di gratuità della prestazione. Allo stesso tempo l’autore è favorevole a ricondurre alla disciplina comune lavoristica il lavoro prestato dal religioso nei confronti di soggetti «terzi», soffermandosi anche sulla peculiare ipotesi del lavoro svolto dai religiosi mediante «convenzioni». Si esamina, poi la posizione previdenziale dei religiosi. Infine l'autore svolge alcune considerazioni sulle confessioni diverse dalla Cattolica, anche in base alle pronunce della giurisprudenza.File | Dimensione | Formato | |
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