L’autore sviluppa alcune considerazioni sull’Enciclica Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI del 2009, nonché su un libro di Paolo Grossi, Mitologie giuridiche della modernità (Milano, 2007) e un altro di Antonio Vallebona, Lavoro e spirito (Torino, 2011) in ordine alle tematiche trattate nel Convegno. Il tema centrale è quello della sussidiarietà nel welfare, nella dialettica pubblico-privato, che ha sempre rappresentato un focus privilegiato di indagine all’interno della dottrina sociale della Chiesa. Su tali premesse si passa a verificare quale ruolo viene attribuito al principio di sussidiarietà all’interno della nostra Carta Costituzionale, dove tale prospettiva solo di recente ha trovato esplicito riconoscimento, attraverso la nota riforma del titolo V della Costituzione ad opera della legge costituzionale n. 3 del 2001. In definitiva, rileva l’autore, pare delinearsi un modello di sicurezza sociale non più incentrato univocamente sullo Stato sociale, ma anche sul riconosciuto ruolo dei soggetti privati, chiamati, a fronte del progressivo ritrarsi dello Stato, ad assumere nuove funzioni e nuove responsabilità nella gestione del welfare.
Passalacqua, P. (2011). Welfare e dottrina sociale della Chiesa. MASSIMARIO DI GIURISPRUDENZA DEL LAVORO, 2011(6), 405-407.
Welfare e dottrina sociale della Chiesa
Passalacqua, P
2011-01-01
Abstract
L’autore sviluppa alcune considerazioni sull’Enciclica Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI del 2009, nonché su un libro di Paolo Grossi, Mitologie giuridiche della modernità (Milano, 2007) e un altro di Antonio Vallebona, Lavoro e spirito (Torino, 2011) in ordine alle tematiche trattate nel Convegno. Il tema centrale è quello della sussidiarietà nel welfare, nella dialettica pubblico-privato, che ha sempre rappresentato un focus privilegiato di indagine all’interno della dottrina sociale della Chiesa. Su tali premesse si passa a verificare quale ruolo viene attribuito al principio di sussidiarietà all’interno della nostra Carta Costituzionale, dove tale prospettiva solo di recente ha trovato esplicito riconoscimento, attraverso la nota riforma del titolo V della Costituzione ad opera della legge costituzionale n. 3 del 2001. In definitiva, rileva l’autore, pare delinearsi un modello di sicurezza sociale non più incentrato univocamente sullo Stato sociale, ma anche sul riconosciuto ruolo dei soggetti privati, chiamati, a fronte del progressivo ritrarsi dello Stato, ad assumere nuove funzioni e nuove responsabilità nella gestione del welfare.File | Dimensione | Formato | |
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