Escludendo che sia possibile assegnare rilevanza giuridica al fenomeno della c.d. usura sopravvenuta - e quindi escludendo che nei finanziamenti a tasso fisso si possa ridefinire per via giudiziaria il tasso contrattuale, pure lecitamente pattuito, ove nel corso del rapporto il valore della soglia antiusura, in quanto legata all’andamento delle medie di mercato, si attesti progressivamente al di sotto del tasso contrattuale - le Sezioni Unite mettono fine a un lungo dibattito. Questa è, almeno, la ferma convinzione dell’Autore, che sottolinea l’intima coerenza del ragionamento della Suprema Corte, che mette in luce la stretta connessione esistente tra contratto usurario e fattispecie delittuosa, e come la funzione del meccanismo di determinazione del tasso soglia introdotto dalla L. n. 108/1996 sia soltanto quella di permettere di definire un parametro (l’interesse usurario) che è elemento della fattispecie di reato e non abbia, almeno direttamente, la funzione di introdurre un meccanismo di governo del “giusto corrispettivo” del finanziamento. Coerenza del ragionamento che non appare inficiata neppure dall’apparente apertura, contenuta nella parte finale della decisione, circa la possibilità di un sindacato del giudice secondo il parametro della buona fede. La Suprema Corte, infatti, restituisce alla buona fede il valore che le è proprio, di regola cioè volta a presidiare la corretta esecuzione del rapporto, e non di strumento di modifica surrettizia dell’equilibrio contrattuale, quale finisce invece per diventare nelle prospettazioni dei sostenitori della teorica dell’usura sopravvenuta. In questa prospettiva l’unica valutazione che potrà essere compiuta dal giudice - ma allora non diversamente di quanto avviene in ogni rapporto di credito/debito indipendentemente dal problema di una sua supposta usurarietà sopravvenuta - consisterà pertanto nel verificare se la riscossione degli interessi, e non certo la loro misura, avvenga attraverso comportamenti scorretti.
Guizzi, G. (2017). Le Sezioni Unite e il de profundis per l'usura sopravvenuta. IL CORRIERE GIURIDICO, 34(12), 1495-1501.
Le Sezioni Unite e il de profundis per l'usura sopravvenuta
Guizzi, G
2017-01-01
Abstract
Escludendo che sia possibile assegnare rilevanza giuridica al fenomeno della c.d. usura sopravvenuta - e quindi escludendo che nei finanziamenti a tasso fisso si possa ridefinire per via giudiziaria il tasso contrattuale, pure lecitamente pattuito, ove nel corso del rapporto il valore della soglia antiusura, in quanto legata all’andamento delle medie di mercato, si attesti progressivamente al di sotto del tasso contrattuale - le Sezioni Unite mettono fine a un lungo dibattito. Questa è, almeno, la ferma convinzione dell’Autore, che sottolinea l’intima coerenza del ragionamento della Suprema Corte, che mette in luce la stretta connessione esistente tra contratto usurario e fattispecie delittuosa, e come la funzione del meccanismo di determinazione del tasso soglia introdotto dalla L. n. 108/1996 sia soltanto quella di permettere di definire un parametro (l’interesse usurario) che è elemento della fattispecie di reato e non abbia, almeno direttamente, la funzione di introdurre un meccanismo di governo del “giusto corrispettivo” del finanziamento. Coerenza del ragionamento che non appare inficiata neppure dall’apparente apertura, contenuta nella parte finale della decisione, circa la possibilità di un sindacato del giudice secondo il parametro della buona fede. La Suprema Corte, infatti, restituisce alla buona fede il valore che le è proprio, di regola cioè volta a presidiare la corretta esecuzione del rapporto, e non di strumento di modifica surrettizia dell’equilibrio contrattuale, quale finisce invece per diventare nelle prospettazioni dei sostenitori della teorica dell’usura sopravvenuta. In questa prospettiva l’unica valutazione che potrà essere compiuta dal giudice - ma allora non diversamente di quanto avviene in ogni rapporto di credito/debito indipendentemente dal problema di una sua supposta usurarietà sopravvenuta - consisterà pertanto nel verificare se la riscossione degli interessi, e non certo la loro misura, avvenga attraverso comportamenti scorretti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.