L’ormesi può essere considerata una funzione adattativa caratterizzata da una risposta bifasica dose-dipendente, che si manifesta come conseguenza dell’esposizione a un range molto ampio di stimoli (Calabrese e Baldwin, 2002). Vi è molta confusione attorno al concetto dell’ormesi e al suo significato dal punto di vista biologico. Esistono risposte adattative o ormetiche a perturbazioni di qualunque tipo; gli organismi sembrano pre-adattati a molti stimoli nocivi, rispondono in modo generalizzato ai cambiamenti che avvengono in processi controllati, indipendentemente da altre specifiche risposte all’agente causativo. In sostanza, i meccanismi di controllo omeostatico e ormetico sono presenti in tutti i sistemi biologici, rispondendo autonomamente a cambiamenti di stato o ad alterazione di meccanismi regolati indotti da agenti esogeni (Stebbing, 1997). Le risposte ormetiche, in genere, mostrano una modesta stimolazione alle basse dosi (maggiore del 30-60% del controllo) e un’inibizione alle alte dosi. Perciò, affinché sia soddisfatta la definizione “qualitativa” dell’ormesi, devono necessariamente essere presenti tanto la dimensione stimolatoria quanto quella inibitoria. La curva di risposta ormetica può essere rappresentata da una parabola, una U dritta o rovesciata in relazione all’endpoint considerato: si ottiene una risposta a U diritta se si misura un danno all’organismo, come l’aumento della mortalità, l’alterazione di qualche funzione fisiologica o l’incidenza di malattie (come il cancro o le malattie cardiovascolari); si ottiene una risposta a U rovesciata se si misurano funzioni fisiologiche quali accrescimento o sopravvivenza.
Amendola, A., Cerioli, N., Migliore, L. (2006). Ormesi: la rivoluzione dose-risposta. Roma : APAT.
Ormesi: la rivoluzione dose-risposta
MIGLIORE, LUCIANA
2006-01-01
Abstract
L’ormesi può essere considerata una funzione adattativa caratterizzata da una risposta bifasica dose-dipendente, che si manifesta come conseguenza dell’esposizione a un range molto ampio di stimoli (Calabrese e Baldwin, 2002). Vi è molta confusione attorno al concetto dell’ormesi e al suo significato dal punto di vista biologico. Esistono risposte adattative o ormetiche a perturbazioni di qualunque tipo; gli organismi sembrano pre-adattati a molti stimoli nocivi, rispondono in modo generalizzato ai cambiamenti che avvengono in processi controllati, indipendentemente da altre specifiche risposte all’agente causativo. In sostanza, i meccanismi di controllo omeostatico e ormetico sono presenti in tutti i sistemi biologici, rispondendo autonomamente a cambiamenti di stato o ad alterazione di meccanismi regolati indotti da agenti esogeni (Stebbing, 1997). Le risposte ormetiche, in genere, mostrano una modesta stimolazione alle basse dosi (maggiore del 30-60% del controllo) e un’inibizione alle alte dosi. Perciò, affinché sia soddisfatta la definizione “qualitativa” dell’ormesi, devono necessariamente essere presenti tanto la dimensione stimolatoria quanto quella inibitoria. La curva di risposta ormetica può essere rappresentata da una parabola, una U dritta o rovesciata in relazione all’endpoint considerato: si ottiene una risposta a U diritta se si misura un danno all’organismo, come l’aumento della mortalità, l’alterazione di qualche funzione fisiologica o l’incidenza di malattie (come il cancro o le malattie cardiovascolari); si ottiene una risposta a U rovesciata se si misurano funzioni fisiologiche quali accrescimento o sopravvivenza.File | Dimensione | Formato | |
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