Droplets. Physical and symbolic permeability in opposing the spread of the coronavirus This paper has a dual purpose. By outlining a rapid "ethnography of the Coronavirus", it aims to demonstrate how the symbolic and the clinical dimensions of the virus are inextricably intertwined. The droplets of saliva and the aerosol (the first channels of transmission of the virus) are evidence of the physical permeability of the late-modern subject, thus undermining the completeness of the process of civilisation depicted as a process of individuating impermeability (Elias 1988). The second purpose of the essay is intentionally critical of the disengagement that cultural anthropology still shows towards its therapeutic function, forcing itself into the binarism between being a "theoretical science" and therefore detached, or "militant practice", and therefore a mere political project. Anthropology, I argue on the other hand, could be more fruitfully conceived and practiced as a healing device for collective pain. Experts in the rhythm of the social, anthropologists should propose themselves as therapists of the symbolic body of our species, collaborating with their expertise to restore the rhythm of time and space jeopardised by the pandemic.

Questo articolo ha un duplice scopo. Delineando una rapida "etnografia del Coronavirus", mira a dimostrare come la dimensione simbolica e quella clinica del virus siano inestricabilmente intrecciate. Le goccioline di saliva e l'aerosol (i veri canali di trasmissione del virus) sono la prova della permeabilità fisica del soggetto tardo-moderno, mettendo così in discussione la completezza del processo di civilizzazione, solitamente rappresentato come un processo di progressiva impermeabilizzazione individuante (Elias 1988). Il secondo scopo del saggio è volutamente critico nei confronti del disimpegno che l'antropologia culturale ancora manifesta nei confronti della sua funzione terapeutica, costringendosi nella fallace dicotomia tra l'essere una "scienza teorica" e quindi distaccata, o una "pratica militante", e quindi un mero progetto politico. L'antropologia, sostengo invece, potrebbe essere più fruttuosamente concepita e praticata come un dispositivo di cura del dolore collettivo. Esperti del ritmo del sociale, gli antropologi dovrebbero proporsi come terapeuti del corpo simbolico della nostra specie, collaborando con la loro competenza a ripristinare il ritmo del tempo e dello spazio, messi a repentaglio dalla pandemia.

Vereni, P. (2021). Goccioline : permeabilità fisica e simbolica nel contrasto alla diffusione del coronavirus. VOCI, XVIII/2021, 231-250.

Goccioline : permeabilità fisica e simbolica nel contrasto alla diffusione del coronavirus

Pietro Vereni
2021-01-01

Abstract

Droplets. Physical and symbolic permeability in opposing the spread of the coronavirus This paper has a dual purpose. By outlining a rapid "ethnography of the Coronavirus", it aims to demonstrate how the symbolic and the clinical dimensions of the virus are inextricably intertwined. The droplets of saliva and the aerosol (the first channels of transmission of the virus) are evidence of the physical permeability of the late-modern subject, thus undermining the completeness of the process of civilisation depicted as a process of individuating impermeability (Elias 1988). The second purpose of the essay is intentionally critical of the disengagement that cultural anthropology still shows towards its therapeutic function, forcing itself into the binarism between being a "theoretical science" and therefore detached, or "militant practice", and therefore a mere political project. Anthropology, I argue on the other hand, could be more fruitfully conceived and practiced as a healing device for collective pain. Experts in the rhythm of the social, anthropologists should propose themselves as therapists of the symbolic body of our species, collaborating with their expertise to restore the rhythm of time and space jeopardised by the pandemic.
2021
Pubblicato
Rilevanza nazionale
Articolo
Esperti anonimi
Settore M-DEA/01 - DISCIPLINE DEMOETNOANTROPOLOGICHE
Italian
Questo articolo ha un duplice scopo. Delineando una rapida "etnografia del Coronavirus", mira a dimostrare come la dimensione simbolica e quella clinica del virus siano inestricabilmente intrecciate. Le goccioline di saliva e l'aerosol (i veri canali di trasmissione del virus) sono la prova della permeabilità fisica del soggetto tardo-moderno, mettendo così in discussione la completezza del processo di civilizzazione, solitamente rappresentato come un processo di progressiva impermeabilizzazione individuante (Elias 1988). Il secondo scopo del saggio è volutamente critico nei confronti del disimpegno che l'antropologia culturale ancora manifesta nei confronti della sua funzione terapeutica, costringendosi nella fallace dicotomia tra l'essere una "scienza teorica" e quindi distaccata, o una "pratica militante", e quindi un mero progetto politico. L'antropologia, sostengo invece, potrebbe essere più fruttuosamente concepita e praticata come un dispositivo di cura del dolore collettivo. Esperti del ritmo del sociale, gli antropologi dovrebbero proporsi come terapeuti del corpo simbolico della nostra specie, collaborando con la loro competenza a ripristinare il ritmo del tempo e dello spazio, messi a repentaglio dalla pandemia.
Coronavirus, care work, symbolism, subject, permeability
Coronavirus, lavoro di cura, simbolismo, soggetto, permeabilità
Vereni, P. (2021). Goccioline : permeabilità fisica e simbolica nel contrasto alla diffusione del coronavirus. VOCI, XVIII/2021, 231-250.
Vereni, P
Articolo su rivista
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