I legami della filosofia con il teatro sono antichi e profondi. Risalgono all’origine stessa della prima forma di lògos occidentale, nella Grecia antica: il dià-logos platonico. La parola greca théatron ha una radice molto chiara, dal verbo theàomai «guardare», «contemplare», che la avvicina alla filosofia in quanto «teoria» del mondo. Théatron è il luogo dell’ammirazione, da cui il termine theorìa, parola chiave della filosofia: contemplazione della mente, considerazione, meditazione, studio, riflessione sulle cose della vita. Il teatro e la teoria (filosofica) hanno una radice linguistica comune, una radice che è, in primo luogo, antropologica. Di tutte le arti, l’arte drammatica è infatti quella più mesco- lata con la trama, anzi con l’intrigo della vita umana. È vita in azione, messa sotto gli occhi dell’uomo che così si contem- pla e afferra il senso del proprio agire, del proprio patire, del proprio godere, del proprio essere. Basta gettare uno sguar- do attorno a noi per vedere il teatro nascere spontaneamente e prosperare, per così dire, allo stato diffuso. In questo libro s’indagano le varie commistioni tra il mimetismo teatrale, il teatro come forma d’arte primordiale e la riflessione filosofica che ne ha fatto un uso costante e originale, anzitutto in epoca moderna. A partire da Giordano Bruno, passando per Pierre de Marivaux e Denis Diderot, fino a Georg Büchner e Albert Camus, l’indagine qui svolta – esito dei lavori del Laboratorio di Filosofia e Teatro dell’Università di Roma “Tor Vergata” – disvela, a poco a poco, gli “abissi dell’io” che accompagnano in parallelo, per oltre quattro secoli, l’affermazione del sogget- to moderno, dietro le quinte della chiarezza e della distinzione del cartesiano ego cogito, ergo sum.
Quintili, P. (2021). Filosofie a teatro. Studi di messa in scena filosofica delle idee. Milano : Biblion Edizioni.
Filosofie a teatro. Studi di messa in scena filosofica delle idee
QUINTILI
2021-05-21
Abstract
I legami della filosofia con il teatro sono antichi e profondi. Risalgono all’origine stessa della prima forma di lògos occidentale, nella Grecia antica: il dià-logos platonico. La parola greca théatron ha una radice molto chiara, dal verbo theàomai «guardare», «contemplare», che la avvicina alla filosofia in quanto «teoria» del mondo. Théatron è il luogo dell’ammirazione, da cui il termine theorìa, parola chiave della filosofia: contemplazione della mente, considerazione, meditazione, studio, riflessione sulle cose della vita. Il teatro e la teoria (filosofica) hanno una radice linguistica comune, una radice che è, in primo luogo, antropologica. Di tutte le arti, l’arte drammatica è infatti quella più mesco- lata con la trama, anzi con l’intrigo della vita umana. È vita in azione, messa sotto gli occhi dell’uomo che così si contem- pla e afferra il senso del proprio agire, del proprio patire, del proprio godere, del proprio essere. Basta gettare uno sguar- do attorno a noi per vedere il teatro nascere spontaneamente e prosperare, per così dire, allo stato diffuso. In questo libro s’indagano le varie commistioni tra il mimetismo teatrale, il teatro come forma d’arte primordiale e la riflessione filosofica che ne ha fatto un uso costante e originale, anzitutto in epoca moderna. A partire da Giordano Bruno, passando per Pierre de Marivaux e Denis Diderot, fino a Georg Büchner e Albert Camus, l’indagine qui svolta – esito dei lavori del Laboratorio di Filosofia e Teatro dell’Università di Roma “Tor Vergata” – disvela, a poco a poco, gli “abissi dell’io” che accompagnano in parallelo, per oltre quattro secoli, l’affermazione del sogget- to moderno, dietro le quinte della chiarezza e della distinzione del cartesiano ego cogito, ergo sum.File | Dimensione | Formato | |
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