Nato nel 1942, Augustin Berque, geografo e orientalista francese, è noto per la sua impostazione onto-geografica e le sue analisi sui rapporti tra esseri umani ed ambiente nonché per la felice neosemia esercitata sul concetto di medialità (médiance). Uscito nel 2000, questo volume, la cui edizione italiana è stata curata da Marco Maggioli e si avvale di una magistrale presentazione di Angelo Turco, propone una vera e propria ontologia della geografia e della spazialità. In questa impresa, Berque si pone in diretta continuazione con l’illustre precedente di Essere e tempo (1927) di Heidegger, l’opera che ha introdotto l’ontologia della storia e della temporalità. Così come Heidegger aveva proposto un’analitica dell’esistenza (Daseinsanalytik), per la quale richiese la sostituzione delle categorie con quelli che chiamò gli esistenziali (esistenza, essere-nel- mondo, utilizzabilità, comprensione, situazione emotiva, essere-gettato), Berque propone un’analisi dell’ambiente umano declinata in base a otto indicatori mesologici (scienza di ciò che sta in mezzo, dal greco méson μέσον e lógos λόγος) che danno nome ai capitoli del libro (luogo, mondo, universo, mouvance, senso, prese, origine, città). La funzione di transcategoriale la assume però il concetto di medialità (medialité), che Berque riprende dalla critica a Essere e tempo fatta in Fūdo (1935) da Watsuji Tetsurō sottolineando la mancanza di considerazione dello spazio nella definizione di Dasein. Infatti médiance traduce dal giapponese ciò che Watsuji intende per fūdosei 風土性 definito come “il momento strutturale dell’esistenza umana”, l’unione dinamica dell’essere e del suo ambiente. Fūdo 風土 significa in giapponese terra e vento, intesi come l’insieme dei caratteri di una regione, soprattutto dal punto di vista fisico (clima, rilievo, idrologia, ecc.), ma a volte anche dal punto di vista sociale. Nel caso del paesaggio la medialità consiste nel rapporto tra la condizione materiale del luogo, o assetto territoriale e sociale, e le narrazioni, i valori, le proiezioni mentali che socialmente vi si costruiscono (§ 27 “La medialità, momento strutturale dell’esistenza umana”, pp. 183-188, cfr. la nota di Marco Maggioli, p. 325). L’obiettivo ultimo resta quello per il quale Berque si è battuto assieme a Bruno Latour già ai tempi del suo Non siamo mai stati moderni (1991): superare la divisione tra natura e cultura per rinaturare la cultura e riculturare la natura.

Pozzo, R. (2021). Recensione a Augustin Berque, Ecumene : Introduzione allo studio degli ambienti umani, edizione critica a cura di Marco Maggioli, traduzione e glossario di Claudio Arbore, Simone Gamba e Marco Maggioli, presentazione di Angelo Turco, “Kosmos”, vol. 29, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2020. DOCUMENTI GEOGRAFICI, 2(2), 249-252.

Recensione a Augustin Berque, Ecumene : Introduzione allo studio degli ambienti umani, edizione critica a cura di Marco Maggioli, traduzione e glossario di Claudio Arbore, Simone Gamba e Marco Maggioli, presentazione di Angelo Turco, “Kosmos”, vol. 29, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2020.

Pozzo, Riccardo
2021-02-08

Abstract

Nato nel 1942, Augustin Berque, geografo e orientalista francese, è noto per la sua impostazione onto-geografica e le sue analisi sui rapporti tra esseri umani ed ambiente nonché per la felice neosemia esercitata sul concetto di medialità (médiance). Uscito nel 2000, questo volume, la cui edizione italiana è stata curata da Marco Maggioli e si avvale di una magistrale presentazione di Angelo Turco, propone una vera e propria ontologia della geografia e della spazialità. In questa impresa, Berque si pone in diretta continuazione con l’illustre precedente di Essere e tempo (1927) di Heidegger, l’opera che ha introdotto l’ontologia della storia e della temporalità. Così come Heidegger aveva proposto un’analitica dell’esistenza (Daseinsanalytik), per la quale richiese la sostituzione delle categorie con quelli che chiamò gli esistenziali (esistenza, essere-nel- mondo, utilizzabilità, comprensione, situazione emotiva, essere-gettato), Berque propone un’analisi dell’ambiente umano declinata in base a otto indicatori mesologici (scienza di ciò che sta in mezzo, dal greco méson μέσον e lógos λόγος) che danno nome ai capitoli del libro (luogo, mondo, universo, mouvance, senso, prese, origine, città). La funzione di transcategoriale la assume però il concetto di medialità (medialité), che Berque riprende dalla critica a Essere e tempo fatta in Fūdo (1935) da Watsuji Tetsurō sottolineando la mancanza di considerazione dello spazio nella definizione di Dasein. Infatti médiance traduce dal giapponese ciò che Watsuji intende per fūdosei 風土性 definito come “il momento strutturale dell’esistenza umana”, l’unione dinamica dell’essere e del suo ambiente. Fūdo 風土 significa in giapponese terra e vento, intesi come l’insieme dei caratteri di una regione, soprattutto dal punto di vista fisico (clima, rilievo, idrologia, ecc.), ma a volte anche dal punto di vista sociale. Nel caso del paesaggio la medialità consiste nel rapporto tra la condizione materiale del luogo, o assetto territoriale e sociale, e le narrazioni, i valori, le proiezioni mentali che socialmente vi si costruiscono (§ 27 “La medialità, momento strutturale dell’esistenza umana”, pp. 183-188, cfr. la nota di Marco Maggioli, p. 325). L’obiettivo ultimo resta quello per il quale Berque si è battuto assieme a Bruno Latour già ai tempi del suo Non siamo mai stati moderni (1991): superare la divisione tra natura e cultura per rinaturare la cultura e riculturare la natura.
8-feb-2021
Pubblicato
Rilevanza nazionale
Recensione
Comitato scientifico
Settore M-GGR/01 - GEOGRAFIA
Settore M-FIL/06 - STORIA DELLA FILOSOFIA
Italian
Pozzo, R. (2021). Recensione a Augustin Berque, Ecumene : Introduzione allo studio degli ambienti umani, edizione critica a cura di Marco Maggioli, traduzione e glossario di Claudio Arbore, Simone Gamba e Marco Maggioli, presentazione di Angelo Turco, “Kosmos”, vol. 29, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2020. DOCUMENTI GEOGRAFICI, 2(2), 249-252.
Pozzo, R
Articolo su rivista
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