Giovane ricercatrice a soli tre anni dal dottorato ottenuto a Paderborn nel 2016, dunque a tutti gli effetti una early stage researcher secondo le convenzioni internazionali, Maja Schepelmann non solo riveste l’importante ruolo di coordinatrice del folto gruppo di studiosi che curano la nuova edizione delle opere complete di Kant, il cui completamento è previsto in tempo per le celebrazioni del tricentenario della nascita il 22 aprile 2024, ma è anche l’autrice di due ampie e importanti monografie kantiane. Nella prima monografia, Schepelmann considera l’intera opera, das Gesamtwerk, di Kant muovendo dall’idea che essa presenti un’argomentazione «unitaria, continuativa e progressiva» nel corso della quale Kant discute temi e posizioni della tradizione filosofica e ne dà risposta con la propria filosofia «attraverso discorsi che in parte riprendeva e con concetti di volta in volta più precisi». L’intera opera kantiana potrebbe esser vista, questa la posizione dell’autrice, come un «commento alla tradizione e al contempo una discussione dei pro e contra di posizioni teoretiche». Se è vero che Kant non ricorre mai alla forma letteraria del dialogo, è anche vero che nei suoi scritti mette in scena e modera un «dialogo tra posizioni possibili che è anche, indirettamente, un dialogo con il lettore». La proposta è dunque di riconoscere «l’ampia referenzialità degli scritti di Kant» e collocarla in quella «cultura dell’eclettismo (Eklektik), che Kant sviluppa metodologicamente nei suoi scritti», dove eclettismo va inteso nell’accezione protoilluminista di Christian Thomasius (cfr. M. Albrecht, Eklektik, Frommann-Holzboog, Stuttgart-Bad Cannstatt 1994) come «espressione operativa del pensare autonomo» (p. 11). Nella prima parte di questo volume, Sche- pelmann contrasta il suo approccio con le più antiche ricostruzioni storiche del pensiero di Kant, quelle di Karl Rosenkranz, Kuno Fischer e Hermann Cohen, insiste sul ruolo che stile, generi letterari e in generale la retorica hanno avuto per lo sviluppo del pensiero di Kant, riprendendo proposte di Giorgio Tonelli e di chi scrive, e ferma l’attenzione sulla cultura dell’eclettismo come base della critica della ragione. Nella seconda parte, Schepelmann presenta una serie di esempi di come e perché Kant abbia sistematicamente accop- piato teorie e argomentazioni e propone di considerare la scansione temporale del legame tra teoria e argomentazione come modello generativo (Verlaufskizze) per la rielaborazione di concetti, partizioni e proposizioni. Nella terza parte, infine, Schepelmann propone argomenti a favore dell’autenticità dei Prolegomena (rifiutando l’ipotesi della Blattversetzung) e della Logik (rifiutando la messa in questione dell’autorialità di Kant) e soprattutto mostra in modo convincente come Kant sia l’autore dello scritto apparso anonimo nel 1784 (presso Hartung, a Königsberg, in ottavo, di 67 pagine) con il titolo di Betrachtungen über das Fundament der Kräfte, che viene riprodotto e ampiamente commentato (pp. 337-345). Nella seconda monografia, Schepelmann affronta la questione del valore da attribui- re alla produzione filosofica di Kant negli ultimi dieci anni della sua vita, ossia dal 1794 al 1804, con nuovi argomenti basati su una efficace lettura di testi finora poco frequentati (soprattutto i carteggi dei partecipanti della Konstellation attorno a Kant, si pensi a Porschke, Reinhold, Beck, Jakob e Fichte) e una rilettura di quanto già pubblicato nell’edizione dell’Accademia. Si tratta anche qui di una ricostruzione di grande ampiezza e precisione, vertiginosa per i risultati che svela (soprattutto a proposito di una serie di scritti anonimi) e che sicuramente servirà da base di partenza per un nuovo accesso all’Opus postumum. Abbiamo in questi due volumi materiale assai valido per i numerosi convegni che si terranno in vista e durante il tricentenario kantiano del 2024.
Pozzo, R. (2020). Recensione a Maja Schepelmann, Kants Gesamtwerk in neuer Perspektive, Mentis, Münster 2017. Un volume di pp. 520 / ead., Der senile Kant. Zur Widerlegung einer populären These, Mentis, Münster 2018. Un volume di pp. 286. RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA, 112(gennaio-marzo 2020), 313-314.
Recensione a Maja Schepelmann, Kants Gesamtwerk in neuer Perspektive, Mentis, Münster 2017. Un volume di pp. 520 / ead., Der senile Kant. Zur Widerlegung einer populären These, Mentis, Münster 2018. Un volume di pp. 286.
Riccardo Pozzo
2020-05-06
Abstract
Giovane ricercatrice a soli tre anni dal dottorato ottenuto a Paderborn nel 2016, dunque a tutti gli effetti una early stage researcher secondo le convenzioni internazionali, Maja Schepelmann non solo riveste l’importante ruolo di coordinatrice del folto gruppo di studiosi che curano la nuova edizione delle opere complete di Kant, il cui completamento è previsto in tempo per le celebrazioni del tricentenario della nascita il 22 aprile 2024, ma è anche l’autrice di due ampie e importanti monografie kantiane. Nella prima monografia, Schepelmann considera l’intera opera, das Gesamtwerk, di Kant muovendo dall’idea che essa presenti un’argomentazione «unitaria, continuativa e progressiva» nel corso della quale Kant discute temi e posizioni della tradizione filosofica e ne dà risposta con la propria filosofia «attraverso discorsi che in parte riprendeva e con concetti di volta in volta più precisi». L’intera opera kantiana potrebbe esser vista, questa la posizione dell’autrice, come un «commento alla tradizione e al contempo una discussione dei pro e contra di posizioni teoretiche». Se è vero che Kant non ricorre mai alla forma letteraria del dialogo, è anche vero che nei suoi scritti mette in scena e modera un «dialogo tra posizioni possibili che è anche, indirettamente, un dialogo con il lettore». La proposta è dunque di riconoscere «l’ampia referenzialità degli scritti di Kant» e collocarla in quella «cultura dell’eclettismo (Eklektik), che Kant sviluppa metodologicamente nei suoi scritti», dove eclettismo va inteso nell’accezione protoilluminista di Christian Thomasius (cfr. M. Albrecht, Eklektik, Frommann-Holzboog, Stuttgart-Bad Cannstatt 1994) come «espressione operativa del pensare autonomo» (p. 11). Nella prima parte di questo volume, Sche- pelmann contrasta il suo approccio con le più antiche ricostruzioni storiche del pensiero di Kant, quelle di Karl Rosenkranz, Kuno Fischer e Hermann Cohen, insiste sul ruolo che stile, generi letterari e in generale la retorica hanno avuto per lo sviluppo del pensiero di Kant, riprendendo proposte di Giorgio Tonelli e di chi scrive, e ferma l’attenzione sulla cultura dell’eclettismo come base della critica della ragione. Nella seconda parte, Schepelmann presenta una serie di esempi di come e perché Kant abbia sistematicamente accop- piato teorie e argomentazioni e propone di considerare la scansione temporale del legame tra teoria e argomentazione come modello generativo (Verlaufskizze) per la rielaborazione di concetti, partizioni e proposizioni. Nella terza parte, infine, Schepelmann propone argomenti a favore dell’autenticità dei Prolegomena (rifiutando l’ipotesi della Blattversetzung) e della Logik (rifiutando la messa in questione dell’autorialità di Kant) e soprattutto mostra in modo convincente come Kant sia l’autore dello scritto apparso anonimo nel 1784 (presso Hartung, a Königsberg, in ottavo, di 67 pagine) con il titolo di Betrachtungen über das Fundament der Kräfte, che viene riprodotto e ampiamente commentato (pp. 337-345). Nella seconda monografia, Schepelmann affronta la questione del valore da attribui- re alla produzione filosofica di Kant negli ultimi dieci anni della sua vita, ossia dal 1794 al 1804, con nuovi argomenti basati su una efficace lettura di testi finora poco frequentati (soprattutto i carteggi dei partecipanti della Konstellation attorno a Kant, si pensi a Porschke, Reinhold, Beck, Jakob e Fichte) e una rilettura di quanto già pubblicato nell’edizione dell’Accademia. Si tratta anche qui di una ricostruzione di grande ampiezza e precisione, vertiginosa per i risultati che svela (soprattutto a proposito di una serie di scritti anonimi) e che sicuramente servirà da base di partenza per un nuovo accesso all’Opus postumum. Abbiamo in questi due volumi materiale assai valido per i numerosi convegni che si terranno in vista e durante il tricentenario kantiano del 2024.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Pozzo_RFNS 1_2020.pdf
Open Access dal 15/05/2020
Descrizione: Recensioni Schepelmann
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
Copyright dell'editore
Dimensione
425.48 kB
Formato
Adobe PDF
|
425.48 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.