La committenza nobiliare extra moenia, indistintamente praticata da famiglie papali, cardinalizie e nobiliari, consentì di mettere proficuamente a sistema esperienze culturali diverse e intessere una vivifica tela di relazioni tra Curia, artisti e intellettuali operanti tanto in Roma quanto nei feudi di provincia. Ne conseguirono fruttuose interrelazioni e fecondi scambi artistici tra la città papale e quelle della campagna romana, gestiti attraverso il sapiente ingaggio di architetti, pittori, scultori e squadre di esperti artigiani. Eppure, se i caratteri del mecenatismo architettonico messo in scena nella provincia romana sono stati ampiamente dibattuti, al pari di paternità artistiche, ipotesi attributive e analisi formali degli edifici più rappresentativi, meno frequenti risultano le riflessioni su coloro che di quelle architetture furono gli esecutori materiali e il cui operato definì le trame del complicato intreccio operativo sottese alla realizzazione dei più importanti monumenti celebrativi del potere baronale. Tra queste, esemplificative risultano le connessioni intercorse tra operatori e committenti di alcune fabbriche secentesche di Ariccia, Lanuvio e Palestrina, illustrate in questo saggio con particolare riguardo all'organizzazione delle maestranze e dei cantieri.
Marconi, N. (2020). Architetti, maestranze e cantieri nei feudi laziali in età barocca: organizzazione del lavoro e pratiche operative. In R.S. Gaetano Sabatini (a cura di), Lanuvio e il suo territorio nell'età moderna. Crocevia di storia e arte (pp. 73-99). Campospinoso (PV) : Edizioni Altravista.
Architetti, maestranze e cantieri nei feudi laziali in età barocca: organizzazione del lavoro e pratiche operative
Marconi Nicoletta
2020-02-01
Abstract
La committenza nobiliare extra moenia, indistintamente praticata da famiglie papali, cardinalizie e nobiliari, consentì di mettere proficuamente a sistema esperienze culturali diverse e intessere una vivifica tela di relazioni tra Curia, artisti e intellettuali operanti tanto in Roma quanto nei feudi di provincia. Ne conseguirono fruttuose interrelazioni e fecondi scambi artistici tra la città papale e quelle della campagna romana, gestiti attraverso il sapiente ingaggio di architetti, pittori, scultori e squadre di esperti artigiani. Eppure, se i caratteri del mecenatismo architettonico messo in scena nella provincia romana sono stati ampiamente dibattuti, al pari di paternità artistiche, ipotesi attributive e analisi formali degli edifici più rappresentativi, meno frequenti risultano le riflessioni su coloro che di quelle architetture furono gli esecutori materiali e il cui operato definì le trame del complicato intreccio operativo sottese alla realizzazione dei più importanti monumenti celebrativi del potere baronale. Tra queste, esemplificative risultano le connessioni intercorse tra operatori e committenti di alcune fabbriche secentesche di Ariccia, Lanuvio e Palestrina, illustrate in questo saggio con particolare riguardo all'organizzazione delle maestranze e dei cantieri.File | Dimensione | Formato | |
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