Nel 2012 alcune inondazioni particolarmente intense del fiume Fiora hanno danneggiato il ponte della Badia nel Parco Archeologico di Vulci, che si trova tra Canino e Montalto di Castro. L’alluvione ha danneggiato la struttura del fiume, portando via porzioni di muro alla base del pilone destro, e trascinandole a valle. Le sezioni superstiti del pilone ora sono più piccole e le connessioni a muro sono state fortemente influenzate. In particolare, la violenza dell’inondazione ha “strappato” lo strato protettivo esterno, rendendo il pilone più vulnerabile a un ulteriore deterioramento. Il ponte, che è noto come “Ponte dell’Arcobaleno”, insieme alla stretta gola scavata dal fiume e al castello dell’abbazia, formano una splendida vista panoramica che è stata disegnata da pittori e descritta da viaggiatori come George Dennis e David Herbert Lawrence. Attraversa il Fiume Fiora in un punto in cui gli argini sono molto vicini tra loro, ma sebbene questa caratteristica abbia permesso la sua costruzione in epoca etrusca, durante le inondazioni il ponte restringe l’alveo laddove la corrente accelera fortemente. Ciò crea una criticità aggravata dall’ulteriore ostacolo di enormi massi, caduti dalle sponde ripide nel letto del fiume. Nella prospettiva di un restauro, il ponte è stato meticolosamente esaminato per determinarne le caratteristiche costruttive e i materiali utilizzati. Questo studio ha incluso anche la storia della struttura, dai tempi più remoti a periodi relativamente recenti, quando ha subito un notevole restauro. Come detto, il pilone destro è la parte del ponte più danneggiata dall’alluvione. Fortunatamente la forma della sponda del fiume in quel punto rende facile la costruzione di strutture temporanee per il restauro, che per ragioni di sicurezza dovrebbe essere completato in un brevissimo lasso di tempo, durante il periodo in cui le alluvioni sono statisticamente meno ricorrenti. Per questi motivi e anche per i limitati fondi messi a disposizione dalla Soprintendenza dell’Etruria Meridionale, nella prima fase, il restauro si è concentrato sulla reintegrazione del pilone destro.
D'Amelio, M.g., De Cesaris, F., Mataloni, G. (2018). Il ponte della Badia di Vulci: storia, rilievo, progetto e intervento di restauro strutturale. ARKOS, V serie, voll. 21- 22,, 25-54.
Il ponte della Badia di Vulci: storia, rilievo, progetto e intervento di restauro strutturale
D'Amelio M. G.
Membro del Collaboration Group
;
2018-01-01
Abstract
Nel 2012 alcune inondazioni particolarmente intense del fiume Fiora hanno danneggiato il ponte della Badia nel Parco Archeologico di Vulci, che si trova tra Canino e Montalto di Castro. L’alluvione ha danneggiato la struttura del fiume, portando via porzioni di muro alla base del pilone destro, e trascinandole a valle. Le sezioni superstiti del pilone ora sono più piccole e le connessioni a muro sono state fortemente influenzate. In particolare, la violenza dell’inondazione ha “strappato” lo strato protettivo esterno, rendendo il pilone più vulnerabile a un ulteriore deterioramento. Il ponte, che è noto come “Ponte dell’Arcobaleno”, insieme alla stretta gola scavata dal fiume e al castello dell’abbazia, formano una splendida vista panoramica che è stata disegnata da pittori e descritta da viaggiatori come George Dennis e David Herbert Lawrence. Attraversa il Fiume Fiora in un punto in cui gli argini sono molto vicini tra loro, ma sebbene questa caratteristica abbia permesso la sua costruzione in epoca etrusca, durante le inondazioni il ponte restringe l’alveo laddove la corrente accelera fortemente. Ciò crea una criticità aggravata dall’ulteriore ostacolo di enormi massi, caduti dalle sponde ripide nel letto del fiume. Nella prospettiva di un restauro, il ponte è stato meticolosamente esaminato per determinarne le caratteristiche costruttive e i materiali utilizzati. Questo studio ha incluso anche la storia della struttura, dai tempi più remoti a periodi relativamente recenti, quando ha subito un notevole restauro. Come detto, il pilone destro è la parte del ponte più danneggiata dall’alluvione. Fortunatamente la forma della sponda del fiume in quel punto rende facile la costruzione di strutture temporanee per il restauro, che per ragioni di sicurezza dovrebbe essere completato in un brevissimo lasso di tempo, durante il periodo in cui le alluvioni sono statisticamente meno ricorrenti. Per questi motivi e anche per i limitati fondi messi a disposizione dalla Soprintendenza dell’Etruria Meridionale, nella prima fase, il restauro si è concentrato sulla reintegrazione del pilone destro.File | Dimensione | Formato | |
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