La lingua è uno dei fattori più importanti della cultura umana. Sin dall’antichità è iniziata la riflessione sulla natura stessa del linguaggio; famoso l’inizio del De interpretazione aristotelico che pone subito le basi del proprio ragionamento: “Anzitutto bisogna stabilire che cos’è il nome e che cosa il verbo”. L’impostazione di questo volume è prettamente cronologica, non nel senso di successione di eventi che si dipanano nel corso della storia, ma come uso del tempo – della storia e dei fatti e, quindi, dei ricordi e della memoria – per la costruzione dell’identità personale, sociale, relazionale, culturale. Il tema del racconto, dell’oralità, della costruzione temporale della propria identità è trasversale in tutto il volume, che attraverso i nove capitoli che lo compongono cerca di mostrare il rapporto tra oralità, scrittura ed identità dal punto di vista spazio-temporale. Si mostra quindi come tramite le storie si costruisce la realtà, formano e danno stabilità all’identità, sia di chi narra sia di chi è narrato. Non la Storia, come racconto di fatti e avvenimenti autentici (o ritenuti tali), da contrapporre ai miti, ma le storie. Racconti, storie che dispiegano un mondo di relazioni tra passato e futuro, con il presente di chi racconta e di chi ascolta che fa da ponte. Quando non c’era la scrittura, c’era la parola. Quando non si scriveva, si recitava.
Campus, A. (2019). Le parole che parlano : una prospettiva antica. Roma : Quasar.
Le parole che parlano : una prospettiva antica
Campus Alessandro
2019-01-01
Abstract
La lingua è uno dei fattori più importanti della cultura umana. Sin dall’antichità è iniziata la riflessione sulla natura stessa del linguaggio; famoso l’inizio del De interpretazione aristotelico che pone subito le basi del proprio ragionamento: “Anzitutto bisogna stabilire che cos’è il nome e che cosa il verbo”. L’impostazione di questo volume è prettamente cronologica, non nel senso di successione di eventi che si dipanano nel corso della storia, ma come uso del tempo – della storia e dei fatti e, quindi, dei ricordi e della memoria – per la costruzione dell’identità personale, sociale, relazionale, culturale. Il tema del racconto, dell’oralità, della costruzione temporale della propria identità è trasversale in tutto il volume, che attraverso i nove capitoli che lo compongono cerca di mostrare il rapporto tra oralità, scrittura ed identità dal punto di vista spazio-temporale. Si mostra quindi come tramite le storie si costruisce la realtà, formano e danno stabilità all’identità, sia di chi narra sia di chi è narrato. Non la Storia, come racconto di fatti e avvenimenti autentici (o ritenuti tali), da contrapporre ai miti, ma le storie. Racconti, storie che dispiegano un mondo di relazioni tra passato e futuro, con il presente di chi racconta e di chi ascolta che fa da ponte. Quando non c’era la scrittura, c’era la parola. Quando non si scriveva, si recitava.File | Dimensione | Formato | |
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