Nel 1639 Loubayssin de La Marque, un gentiluomo guascone al servizio della Casa di Guisa, pubblica presso il libraio parigino Morlot un panegirico dedicato al Cardinale di Richelieu. Stampato contemporaneamente in francese e spagnolo, il testo conclude il peculiare percorso di un autore che mette il suo bilinguismo al servizio della monarchia francese. La figura marginale di Loubayssin, alle prese con gli equilibri sfuggenti della politica e le dinamiche ambigue della cortigianìa nella Babele linguistica di corte (dove coesistono latino, parlate regionali e le lingue portate in Francia dalle regine straniere) risulta assai moderna nella sua ricerca di un’appartenenza prima di tutto linguistica che lo costringe a misurarsi con questioni identitarie. Con il Deffy de la langue françoise et de l'espagnole mette in atto una prudente strategia di ridefinizione del rapporto mecenatesco, ricorrendo a un esercizio di retorica e adulazione per riformulare il “récit du roi” mediante la pratica traduttiva, strumento duttile e flessibile nel confine labile tra originalità e imitazione creativa.
Munari, S. (2020). Il panegirico franco-spagnolo di Loubayssin de La Marque (1639) : quale lingua per il potere. STUDI FRANCESI, 1/2020(190), 40-52 [10.4000/studifrancesi/22079].
Il panegirico franco-spagnolo di Loubayssin de La Marque (1639) : quale lingua per il potere
Munari Simona
2020-01-01
Abstract
Nel 1639 Loubayssin de La Marque, un gentiluomo guascone al servizio della Casa di Guisa, pubblica presso il libraio parigino Morlot un panegirico dedicato al Cardinale di Richelieu. Stampato contemporaneamente in francese e spagnolo, il testo conclude il peculiare percorso di un autore che mette il suo bilinguismo al servizio della monarchia francese. La figura marginale di Loubayssin, alle prese con gli equilibri sfuggenti della politica e le dinamiche ambigue della cortigianìa nella Babele linguistica di corte (dove coesistono latino, parlate regionali e le lingue portate in Francia dalle regine straniere) risulta assai moderna nella sua ricerca di un’appartenenza prima di tutto linguistica che lo costringe a misurarsi con questioni identitarie. Con il Deffy de la langue françoise et de l'espagnole mette in atto una prudente strategia di ridefinizione del rapporto mecenatesco, ricorrendo a un esercizio di retorica e adulazione per riformulare il “récit du roi” mediante la pratica traduttiva, strumento duttile e flessibile nel confine labile tra originalità e imitazione creativa.File | Dimensione | Formato | |
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