Il lavoro indaga l’implementazione di approcci di co-produzione dei servizi di assistenza sanitaria in ambito penitenziario, identificando nel coinvolgimento del paziente una strategia chiave per il miglioramento delle condizioni di efficacia e di efficienza delle prestazioni di cura. Il coinvolgimento dell’utente è presentato quale aspetto connaturato all’erogazione dei servizi pubblici; esso, nondimeno, necessita di un’intensa attività di promozione e supporto – sia sotto il profilo istituzionale che culturale – affinché possa trovare una concreta manifestazione. Ciò è particolarmente vero per le prestazioni di assistenza sanitaria, laddove il rapporto tra user e provider è viziato da condizioni di asimmetria informativa e dalla debolezza psicologica percepita dal primo nei confronti del secondo. Nel contesto penitenziario subentrano ulteriori ostacoli alla co-produzione: da un lato, i provider manifestano una scarsa fiducia nei confronti dei propri interlocutori, evitandone il coinvolgimento nel percorso di cura; dall’altro lato, i ristretti concepiscono le prestazioni sanitarie come un’opportunità per sottrarsi temporaneamente alle norme detentive, svilendone le finalità di tutela e promozione della salute. Lo studio fornisce evidenze sulla propensione dei professionisti sanitari penitenziari a concepire le prestazioni di assistenza in un’ottica di centralità del paziente. Le condizioni di ostilità ambientale del contesto penitenziario indeboliscono la propensione al rinnovamento degli approcci di cura, generando inerzia organizzativa.
Palumbo, R. (2016). La co-produzione della salute negli istituti di pena. L’applicazione di nuovi approcci di assistenza nel sistema sanitario penitenziario. IMPRESA PROGETTO, 3, 1-31.
La co-produzione della salute negli istituti di pena. L’applicazione di nuovi approcci di assistenza nel sistema sanitario penitenziario
Palumbo, R.
2016-10-01
Abstract
Il lavoro indaga l’implementazione di approcci di co-produzione dei servizi di assistenza sanitaria in ambito penitenziario, identificando nel coinvolgimento del paziente una strategia chiave per il miglioramento delle condizioni di efficacia e di efficienza delle prestazioni di cura. Il coinvolgimento dell’utente è presentato quale aspetto connaturato all’erogazione dei servizi pubblici; esso, nondimeno, necessita di un’intensa attività di promozione e supporto – sia sotto il profilo istituzionale che culturale – affinché possa trovare una concreta manifestazione. Ciò è particolarmente vero per le prestazioni di assistenza sanitaria, laddove il rapporto tra user e provider è viziato da condizioni di asimmetria informativa e dalla debolezza psicologica percepita dal primo nei confronti del secondo. Nel contesto penitenziario subentrano ulteriori ostacoli alla co-produzione: da un lato, i provider manifestano una scarsa fiducia nei confronti dei propri interlocutori, evitandone il coinvolgimento nel percorso di cura; dall’altro lato, i ristretti concepiscono le prestazioni sanitarie come un’opportunità per sottrarsi temporaneamente alle norme detentive, svilendone le finalità di tutela e promozione della salute. Lo studio fornisce evidenze sulla propensione dei professionisti sanitari penitenziari a concepire le prestazioni di assistenza in un’ottica di centralità del paziente. Le condizioni di ostilità ambientale del contesto penitenziario indeboliscono la propensione al rinnovamento degli approcci di cura, generando inerzia organizzativa.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
ipejm_saggio_palumbo_3_2016(1).pdf
accesso aperto
Licenza:
Creative commons
Dimensione
707.34 kB
Formato
Adobe PDF
|
707.34 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.