Contro l’impostazione speculativa della storiografia idealistica, che lasciava in secondo piano lo studio dettagliato del testo, e con la grande capacità d’innovazione che dalla sua fondazione contraddistingue il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel 1964 Tullio Gregory aprì la stagione di una storia delle idee strettamente legata alla storia del lessico, nella convinzione che le idee non vivono in un mondo iperuranio, pure e immacolate, ma s’incarnano nei segni linguistici, impuri, spesso ambigui; segni linguistici che sono portatori di una lunga storia, crocevia di esperienze molteplici nell’intrecciarsi di correnti di pensiero e di lingue diverse, nella continua trascrizione e traduzione da una ad altra cultura . Questo volume presenta gli atti del convegno che si svolse il 22 febbraio 2017, nella sala conferenza della Biblioteca di Scienza e Tecnologia «Guglielmo Marconi» presso la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dedicato a Realismo, Metafisica e Modernità, i tre concetti declinati da Vittorio Possenti nel volume Il realismo e la fine della filosofia moderna, che si pone a complemento delle sue riflessioni su Terza navigazione: Nichilismo e metafisica . Possenti è motivato evidentemente non solo da preoccupazione di ordine morale sulle conseguenze etiche del nichilismo e del postmoderno, ma anche e soprattutto dalla confusione fondamentale propagata dal carattere antirealistico, e dunque in qualche modo nichilista di molte scuole filosofiche moderne. Detto questo, la riflessione di Possenti si è mossa con forza e rigore nella direzione di reagire all’abbandono della filosofia dell’essere da parte del nichilismo e del postmoderno, reagendo nel migliore dei modi possibili, ossia districando punto per punto la matassa del quadro attuale della filosofia contemporanea. Difficilmente Possenti avrebbe potuto essere più chiaro: Non desidero sostenere che la filosofia si rinnova soltanto con la metafisica, che non è l’appestato da cui guardarsi come osservava ironicamente Hegel. Vi sono più cammini: rinnovare la filosofia con l’antropologia, oggi paurosamente sbilanciata verso naturalismo e materialismo, che propagandano una concezione antieroica dell’esistenza, lodano l’io minimo e comico che tanti di noi
sono, auspicano la ne della dimensione religiosa e contemplativa dell’esistenza e dello spazio del trascendente a favore della civiltà tecnologica. La filosofia si rinnova anche con la religione che
include a un tempo protologia ed escatologia. In merito il
rischio di oggi non è l’assorbimento idealistico della religione nella filosofica, ma la radicale obiezione empirista, positivista e scientista contro ogni fede
e trascendenza. La filosofia si rinnova in vari
modi ma in maniera più intensa e radicale
mediante il discorso metafisico e l’impegno realistico. Le scienze nel loro
campo sono necessarie; allontaniamo però l’illusione che
possano dare risposte sul
senso del tutto: non vi
sono né mai vi saranno soluzioni
scientifiche a
problemi
metafisici . In realtà in Italia, si è dedicata molta attenzione a nichilismo e postmoderno. Se gli anni settanta e ottanta del secolo scorso registravano una fioritura di letteratura nichilista, il bisogno di confrontarsi con il nichilismo restava chiarissimo, come si vede dalle opere lasciateci da pensatori quali Luigi Pareyson e Alberto Caracciolo, che consideravano il nichilismo partendo da una raffinata sensibilità per la dimensione religiosa. Pensatori come Gianni Vattimo, che valutando positivamente il potenziale emancipatorio del nichilismo fu il primo in Italia ad aprire al postmoderno a metà degli anni novanta, ed Emanuele Severino, che invece tacciò di nichilismo l’intera filosofia occidentale per aver accettato il tempo e il divenire delle cose, e dunque il loro «non esserci ancora» e il loro «non esserci più», cosa che equivale, a esser precisi, a pensare l’essere come nulla. L’elaborazione di questo nocciolo di critica speculativa distingue Possenti dalle diverse versione del nichilismo che conosciamo da Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger e i loro epigoni e lo porta a un confronto serrato con Edmund Husserl, Giovanni Gentile, Jacques Maritain, Paul Ricoeur, Jürgen Habermas e ovviamente Gianni Vattimo, per arrivare agli scritti più recenti di Peter van Inwangen e Maurizio Ferraris. Del resto, lo stesso Maurizio Ferraris intervenne al convegno del 22 febbraio per confermare l’urgenza della difesa del realismo a seguito delle opposte riletture della Critica della ragion pura da parte di Peter Strawson e Martin Heidegger, quando il primo chiedeva una metafisica dell’esperienza e il secondo un’analisi della finitezza dell’essere umano, cosa che equivale «to the same thing, said with more passion» . Rinunciamo a riassumere le posizioni degli autori delle singole relazioni perché, come si vedrà nelle pagine che seguono, sono tutte state fatte oggetto da parte di Possenti delle risposte puntuali pubblicate alla fine del volume. Ci limitiamo a ricordare che Possenti costruisce e difende una posizione filosofica che si rivela strettamente legata alla filosofia classica dell’essere inaugurata da Aristotele, proseguita da Tommaso d’Aquino e ripresa da Jacques Maritain. Per questo motivo, il convegno si è articolato nelle tre sezioni che compongono il presente volume: Metafisica, Ontologia e Filosofia Moderna. Nelle sue risposte Possenti ribadisce in maniera efficace come la questione di cosa sia la metafisica corrisponda alla questione di cosa sia l’essere e come il superamento del nichilismo e del postmoderno, la vittoria sull’oblio dell’essere, possa aver luogo solo attraverso il ritorno alla metafisica.

Maria Cristina Dalfino, R.P. (2018). Realismo, Metafisica, Modernità: In margine al volume di Vittorio Possenti 'Il realismo e la fine della filosofia' (M.c. Dalfino, R. Pozzo, a cura di). Roma : Iliesi Digitale.

Realismo, Metafisica, Modernità: In margine al volume di Vittorio Possenti 'Il realismo e la fine della filosofia'

Riccardo, Pozzo
2018-01-01

Abstract

Contro l’impostazione speculativa della storiografia idealistica, che lasciava in secondo piano lo studio dettagliato del testo, e con la grande capacità d’innovazione che dalla sua fondazione contraddistingue il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel 1964 Tullio Gregory aprì la stagione di una storia delle idee strettamente legata alla storia del lessico, nella convinzione che le idee non vivono in un mondo iperuranio, pure e immacolate, ma s’incarnano nei segni linguistici, impuri, spesso ambigui; segni linguistici che sono portatori di una lunga storia, crocevia di esperienze molteplici nell’intrecciarsi di correnti di pensiero e di lingue diverse, nella continua trascrizione e traduzione da una ad altra cultura . Questo volume presenta gli atti del convegno che si svolse il 22 febbraio 2017, nella sala conferenza della Biblioteca di Scienza e Tecnologia «Guglielmo Marconi» presso la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dedicato a Realismo, Metafisica e Modernità, i tre concetti declinati da Vittorio Possenti nel volume Il realismo e la fine della filosofia moderna, che si pone a complemento delle sue riflessioni su Terza navigazione: Nichilismo e metafisica . Possenti è motivato evidentemente non solo da preoccupazione di ordine morale sulle conseguenze etiche del nichilismo e del postmoderno, ma anche e soprattutto dalla confusione fondamentale propagata dal carattere antirealistico, e dunque in qualche modo nichilista di molte scuole filosofiche moderne. Detto questo, la riflessione di Possenti si è mossa con forza e rigore nella direzione di reagire all’abbandono della filosofia dell’essere da parte del nichilismo e del postmoderno, reagendo nel migliore dei modi possibili, ossia districando punto per punto la matassa del quadro attuale della filosofia contemporanea. Difficilmente Possenti avrebbe potuto essere più chiaro: Non desidero sostenere che la filosofia si rinnova soltanto con la metafisica, che non è l’appestato da cui guardarsi come osservava ironicamente Hegel. Vi sono più cammini: rinnovare la filosofia con l’antropologia, oggi paurosamente sbilanciata verso naturalismo e materialismo, che propagandano una concezione antieroica dell’esistenza, lodano l’io minimo e comico che tanti di noi
sono, auspicano la ne della dimensione religiosa e contemplativa dell’esistenza e dello spazio del trascendente a favore della civiltà tecnologica. La filosofia si rinnova anche con la religione che
include a un tempo protologia ed escatologia. In merito il
rischio di oggi non è l’assorbimento idealistico della religione nella filosofica, ma la radicale obiezione empirista, positivista e scientista contro ogni fede
e trascendenza. La filosofia si rinnova in vari
modi ma in maniera più intensa e radicale
mediante il discorso metafisico e l’impegno realistico. Le scienze nel loro
campo sono necessarie; allontaniamo però l’illusione che
possano dare risposte sul
senso del tutto: non vi
sono né mai vi saranno soluzioni
scientifiche a
problemi
metafisici . In realtà in Italia, si è dedicata molta attenzione a nichilismo e postmoderno. Se gli anni settanta e ottanta del secolo scorso registravano una fioritura di letteratura nichilista, il bisogno di confrontarsi con il nichilismo restava chiarissimo, come si vede dalle opere lasciateci da pensatori quali Luigi Pareyson e Alberto Caracciolo, che consideravano il nichilismo partendo da una raffinata sensibilità per la dimensione religiosa. Pensatori come Gianni Vattimo, che valutando positivamente il potenziale emancipatorio del nichilismo fu il primo in Italia ad aprire al postmoderno a metà degli anni novanta, ed Emanuele Severino, che invece tacciò di nichilismo l’intera filosofia occidentale per aver accettato il tempo e il divenire delle cose, e dunque il loro «non esserci ancora» e il loro «non esserci più», cosa che equivale, a esser precisi, a pensare l’essere come nulla. L’elaborazione di questo nocciolo di critica speculativa distingue Possenti dalle diverse versione del nichilismo che conosciamo da Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger e i loro epigoni e lo porta a un confronto serrato con Edmund Husserl, Giovanni Gentile, Jacques Maritain, Paul Ricoeur, Jürgen Habermas e ovviamente Gianni Vattimo, per arrivare agli scritti più recenti di Peter van Inwangen e Maurizio Ferraris. Del resto, lo stesso Maurizio Ferraris intervenne al convegno del 22 febbraio per confermare l’urgenza della difesa del realismo a seguito delle opposte riletture della Critica della ragion pura da parte di Peter Strawson e Martin Heidegger, quando il primo chiedeva una metafisica dell’esperienza e il secondo un’analisi della finitezza dell’essere umano, cosa che equivale «to the same thing, said with more passion» . Rinunciamo a riassumere le posizioni degli autori delle singole relazioni perché, come si vedrà nelle pagine che seguono, sono tutte state fatte oggetto da parte di Possenti delle risposte puntuali pubblicate alla fine del volume. Ci limitiamo a ricordare che Possenti costruisce e difende una posizione filosofica che si rivela strettamente legata alla filosofia classica dell’essere inaugurata da Aristotele, proseguita da Tommaso d’Aquino e ripresa da Jacques Maritain. Per questo motivo, il convegno si è articolato nelle tre sezioni che compongono il presente volume: Metafisica, Ontologia e Filosofia Moderna. Nelle sue risposte Possenti ribadisce in maniera efficace come la questione di cosa sia la metafisica corrisponda alla questione di cosa sia l’essere e come il superamento del nichilismo e del postmoderno, la vittoria sull’oblio dell’essere, possa aver luogo solo attraverso il ritorno alla metafisica.
2018
Settore M-FIL/06 - STORIA DELLA FILOSOFIA
Italian
Rilevanza nazionale
Vittorio Possenti; Realismo; Metafisica; Modernità
www.iliesi.cnr.it
Curatele
Dalfino, Mc; Pozzo, Racb
Maria Cristina Dalfino, R.P. (2018). Realismo, Metafisica, Modernità: In margine al volume di Vittorio Possenti 'Il realismo e la fine della filosofia' (M.c. Dalfino, R. Pozzo, a cura di). Roma : Iliesi Digitale.
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