In questo contributo presento le posizioni di Immanuel Kant su cosmopolitismo e saggezza prendendo dapprima in considerazione la storia dei concetti a partire dall’antichità e le occorrenze dei termini nelle Idee per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico del 1784, nella Pace perpetua del 1793 come pure nell’Antropologia pragmatica e nel Conflitto delle facoltà del 1797. Continuo con delle osservazioni volte a spiegare come la costituzione di un punto di vista cosmopolitico implichi la posizione di una dimensione di fatto meta-politica che a sua volta chiama in causa quell’uso pubblico della propria ragione che è prerogativa esclusiva del filosofo che, dalla sua cattedra in una facoltà filosofica insegna a valutare le leggi dello Stato, gli imperativi della morale e le regole della prudenza. Concludo intervenendo sulla richiesta sempre più pressante di rimettere in discussione l’universalità della grande narrazione filosofica europea per considerare, da un punto di vista effettivamente cosmopolitico, la trasversalità e la trasvalutazione dello sconfinamento interculturale. Alla filosofia spetta infatti il compito di porre le condizioni di possibilità per la realizzazione di un autentico dialogo interculturale che non sia deviato da pretese di assolutizzazione. Tutte le culture sono relative, nei tempi delle epoche della storia e negli spazi delle regioni del mondo, e nemmeno l’idea di ragione è neutrale.

Pozzo, R. (2011). Cosmopolitismo e saggezza in Kant. In A. PIRNI (a cura di), Globalizzazione, saggezza, regole (pp. 45-53). Pisa : Edizioni ETS.

Cosmopolitismo e saggezza in Kant

R. POZZO
2011-01-01

Abstract

In questo contributo presento le posizioni di Immanuel Kant su cosmopolitismo e saggezza prendendo dapprima in considerazione la storia dei concetti a partire dall’antichità e le occorrenze dei termini nelle Idee per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico del 1784, nella Pace perpetua del 1793 come pure nell’Antropologia pragmatica e nel Conflitto delle facoltà del 1797. Continuo con delle osservazioni volte a spiegare come la costituzione di un punto di vista cosmopolitico implichi la posizione di una dimensione di fatto meta-politica che a sua volta chiama in causa quell’uso pubblico della propria ragione che è prerogativa esclusiva del filosofo che, dalla sua cattedra in una facoltà filosofica insegna a valutare le leggi dello Stato, gli imperativi della morale e le regole della prudenza. Concludo intervenendo sulla richiesta sempre più pressante di rimettere in discussione l’universalità della grande narrazione filosofica europea per considerare, da un punto di vista effettivamente cosmopolitico, la trasversalità e la trasvalutazione dello sconfinamento interculturale. Alla filosofia spetta infatti il compito di porre le condizioni di possibilità per la realizzazione di un autentico dialogo interculturale che non sia deviato da pretese di assolutizzazione. Tutte le culture sono relative, nei tempi delle epoche della storia e negli spazi delle regioni del mondo, e nemmeno l’idea di ragione è neutrale.
2011
Settore M-FIL/06 - STORIA DELLA FILOSOFIA
Italian
Rilevanza nazionale
Capitolo o saggio
cosmopolitismo; saggezza; Aristotele; Kant
Pozzo, R. (2011). Cosmopolitismo e saggezza in Kant. In A. PIRNI (a cura di), Globalizzazione, saggezza, regole (pp. 45-53). Pisa : Edizioni ETS.
Pozzo, R
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