Questo contributo consiste di quattro parti. A una parte introduttiva sul ruolo della logica nel passaggio dalla metafisica alla fisica nell’Opus postumum (OP) seguono una seconda parte sulle accezioni di Organon note a Kant, una terza parte contenente l’analisi di una serie di passi dall’OP e una parte conclusiva dedicata all’incidenza del concetto dopo Kant. La metodologia scelta è quella della storia dei concetti; in verità, questo contributo è parte di un work in progress volto a sperimentare un approccio alla storia dei concetti che ne superi gli aspetti piú propria¬mente doxoscopici attraverso il riferimento alla storia dei problemi. Come soleva ripetere Nor¬bert Hinske nelle sue lezioni a Trier, se è vero che la storia delle idee, dei concetti, dei problemi, delle fonti e dello sviluppo di singoli pensatori si intersecano variamente e spesso coincidono, è anche vero che saperne ri¬conoscere i rispettivi ambiti è vantaggioso e profittevole . Il concetto da investigare è quello di Organon e il problema ad esso connesso è il pro¬blema sul quale fa perno tutto l’OP, ovvero il passaggio dagli inizi metafisici della scienza della natura alla fisica (Übergang von den metaphysischen Anfangsgründen der Naturwissenschaft zur Physik). Dal punto di vista della logica kantiana, il passaggio in questione va interpretato nei termini del passaggio da una disciplina di taglio formale, nella quale si ricorra all’uso gene¬rale dell’intelletto e che abbia come unico oggetto le condizioni di possibilità di oggetti, a una di taglio materiale, che invece abbia come oggetto determinate classi di oggetti considerati secondo il corrispondente uso particolare dell’intelletto. Un esempio di questo tipo di passaggio Kant lo dà nella Metaphysik der Sitten, dove spiega che cosí «come si richiede un passaggio che conduca dalla metafisica della natura alla fisica per mezzo di sue leggi particolari, così si domanda con ragione alla metafisica dei costumi di fornirci un passaggio analogo, vale a dire di schematizzare in qualche modo i princìpi puri del dovere applicandoli ai casi dell’esperienza, per averli pronti per l’uso morale pratico che se ne deve fare» . Peccato, però, che nei Metaphysische Anfangsgründe der Natur¬wissenschaft un passaggio siffatto non venga nemmeno abbozzato, cosí che vale piut¬tosto l’inverso, ossia che è il passaggio dall’etica pura all’etica applicata a mostrare la procedura da seguire per il passaggio dalla metafisica della natura alla fisica.
Pozzo, R. (2001). Il concetto di Organon nell'Opus Postumum. In Kant e l'Opus Postumum: Convegno della Società Italiana di Studi Kantiani (pp. 75-100). Pisa : Istituti editoriali e poligrafici internazionali.
Il concetto di Organon nell'Opus Postumum
R. POZZO
2001-01-01
Abstract
Questo contributo consiste di quattro parti. A una parte introduttiva sul ruolo della logica nel passaggio dalla metafisica alla fisica nell’Opus postumum (OP) seguono una seconda parte sulle accezioni di Organon note a Kant, una terza parte contenente l’analisi di una serie di passi dall’OP e una parte conclusiva dedicata all’incidenza del concetto dopo Kant. La metodologia scelta è quella della storia dei concetti; in verità, questo contributo è parte di un work in progress volto a sperimentare un approccio alla storia dei concetti che ne superi gli aspetti piú propria¬mente doxoscopici attraverso il riferimento alla storia dei problemi. Come soleva ripetere Nor¬bert Hinske nelle sue lezioni a Trier, se è vero che la storia delle idee, dei concetti, dei problemi, delle fonti e dello sviluppo di singoli pensatori si intersecano variamente e spesso coincidono, è anche vero che saperne ri¬conoscere i rispettivi ambiti è vantaggioso e profittevole . Il concetto da investigare è quello di Organon e il problema ad esso connesso è il pro¬blema sul quale fa perno tutto l’OP, ovvero il passaggio dagli inizi metafisici della scienza della natura alla fisica (Übergang von den metaphysischen Anfangsgründen der Naturwissenschaft zur Physik). Dal punto di vista della logica kantiana, il passaggio in questione va interpretato nei termini del passaggio da una disciplina di taglio formale, nella quale si ricorra all’uso gene¬rale dell’intelletto e che abbia come unico oggetto le condizioni di possibilità di oggetti, a una di taglio materiale, che invece abbia come oggetto determinate classi di oggetti considerati secondo il corrispondente uso particolare dell’intelletto. Un esempio di questo tipo di passaggio Kant lo dà nella Metaphysik der Sitten, dove spiega che cosí «come si richiede un passaggio che conduca dalla metafisica della natura alla fisica per mezzo di sue leggi particolari, così si domanda con ragione alla metafisica dei costumi di fornirci un passaggio analogo, vale a dire di schematizzare in qualche modo i princìpi puri del dovere applicandoli ai casi dell’esperienza, per averli pronti per l’uso morale pratico che se ne deve fare» . Peccato, però, che nei Metaphysische Anfangsgründe der Natur¬wissenschaft un passaggio siffatto non venga nemmeno abbozzato, cosí che vale piut¬tosto l’inverso, ossia che è il passaggio dall’etica pura all’etica applicata a mostrare la procedura da seguire per il passaggio dalla metafisica della natura alla fisica.File | Dimensione | Formato | |
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