Curatrice della più recente edizione annotata e traduzione italiana del Tractatus theologico-politicus (Napoli, Bibliopolis, 2007), Pina Totaro segue con autorità e spirito d’innovazione gli studi spinoziani all’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee-CNR, fondato nel 1964 da Tullio Gregory e Tullio de Mauro per l’analisi lessicale dei testi. Contrariamente ai diversi lessici spinoziani che l’hanno preceduto, questo di Pina Totaro non è stato costruito con schede fatte a mano e riposte poi in scatole di scarpe. Si tratta di un lessico che nasce da una rigorosa e completa analisi lessicale di testi lemmatizzati, come si vede dalla lista di concordanze curata da Ada Russo alle pagine 249-322, sulla base delle quali, appunto, Pina Totaro ha preparato dieci esemplari articoli nei quali interseca i piani della storia delle fonti, delle idee, dei concetti e dei problemi con risultati di grande valore. In verità, il volume non è semplicemente un contributo alla storia del lessico spinoziano, ma una vera e propria monografia attorno ai temi centrali del pensiero di Spinoza. Due righe sui singoli lemmi: acquiescientia, neologismo latino di origine cartesiana, amor Dei intellectualis, l’apice del pensiero metafisico di Spinoza, amor sui, il fondamento per la riflessione sulla sfera affettiva umana, experientia, che per Spinoza è genere di conoscenza frammentario e parziale che solo potrà determinare la nostra mente a ragionare sull’essenza delle cose certe, machina, un lemma che in verità nel lessico spinoziano è del tutto assente, cosa che di per sé mette in questione l’immagine apparentemente meccanica della natura veicolata da Spinoza, mens, termine che nel lessico spinoziano presenta non a caso una frequenza elevatissima, natura, la celebre “commistione” spinoziana di Dio e della natura, obedientia, elemento centrale nelle dinamiche del rapporto di necessità e libertà, politica, che per Spinoza si fonda sull’inalienabilità radicale del diritto naturale, religio, come consapevolezza dei doveri che l’uomo ha verso Dio, signum, espressione della “intima coniunctio” di anima e corpo” e theologia, fondamento della lotta ai pregiudizi dei teologi. In un futuro non remoto, diciamo nel ventiventi (nel 2020), termine del processo di Lubiana e nuovo traguardo per l’integrazione dell’area europea della ricerca, il primo incontro di un neofita con le opere di un filosofo avrà luogo dapprima quasi certamente ancora su carta, vuoi attraverso un volume, vuoi attraverso la traccia di un problema. Ma la riflessione sul testo e la soluzione del problema spingeranno il neofita quasi subito a consultare l’internet ovvero qualunque dispositivo d’interfaccia con competenze generaliste o settoriali avrà a disposizione e nel quale avrà fiducia. Immaginiamo ora che il neofita abbia tra le mani l’Ethica di Spinoza e che qualcuno gli chieda di dir qualcosa sull’amore intellettuale di Dio. Daremmo troppa fiducia a motori di ricerca o enciclopedie come Google e Wikipedia di oggi se ci dicessimo che insomma, il riferimento alla quinta parte dell’Ethica e la definizione del sintagma in tre righe saranno sufficienti alla cultura europea del ventiventi. Perché se così sarà, la tanto decantata identità intellettuale europea sarà completamente persa, visto che nemmeno i cervelli freschissimi dei neofiti d’Eurolandia saranno in grado di leggere un testo in modo lineare e dovranno accontentarsi degli spizzichi e dei bocconi che i motori di ricerca metteranno loro sul tavolo. In generale, chi si rifà solo a Google e Wikipedia ha una conoscenza solo per frammenti. In fondo il frammento, la frase isolata è parte della nostra cultura e della nostra formazione. Questa rappresentazione ci ha permesso, ad esempio, di ritrovare i frammenti greci o le opere perdute in traduzione come uno strumento di lavoro di grande suggestione ermeneutica: un frammento richiede la ricostruzione di un percorso. In effetti, la memoria ragiona per frammenti, per frasi fatte, per slogan; la memoria è un continuo ribollire di cose medie e piccole che, solo per alcuni spazi, si concede all’approfondimento. Occorre pensare una strategia di lettura che dai frammenti spinga verso il testo lineare completo. Una delle più importanti sfide della ricerca storico-filosofica di oggi consiste dunque nel fare in modo che il neofita del ventiventi non abbia a disposizione solo i frammenti che ricaverà dai motori di ricerca, ma possa invece leggere l’Ethica dall’inizio alla fine oltre che su carta su supporto elettronico e questo avrà luogo non sull’internet, ma su quelli che ora chiamiamo libri elettronici, anche se per la verità ancora non sappiamo esattamente come si presenteranno (oggi sappiamo infatti solo cosa non è un libro elettronico, come non si stanca di ripetere Gino Roncaglia). Idealmente, il libro elettronico che il neofita andrà a leggere non comprenderà solo Spinoza, ma tutte le opere della filosofia. Per ragioni di chiarezza, però, concentriamoci sulla parte che riguarderà Spinoza. Il libro elettronico conterrà un’edizione dinamica degli Opera omnia con tutti gli aggiornamenti e quelli a venire. I testi originali saranno sincronizzati con le traduzioni in almeno sette lingue (inglese, spagnolo, russo, francese, tedesco e italiano, in ordine decrescente di numero di parlanti). Immediatamente dopo, saranno disponibili dei moduli introduttivi, un lessico e voci enciclopediche d’autore e poi gli articoli delle enciclopedie generaliste sull’autore e i lemmi come pure, scendendo sempre più nei dettagli, gli articoli delle riviste dedicate all’autore e le monografie riguardanti l’autore – il tutto con pretesa di completezza. Altrettanto indispensabile, per l’immaginazione del neofita, motore vero del processo di ibridazione interculturale, è la parte iconografica dell’ipertesto, che sarà statica, pensiamo a un formato come un ancora da fare Album Spinoza della Pléiade, e dinamica, pensiamo alle interviste dell’Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche prodotta dalla Rai, ma anche a docufilm e a veri e propri film che hanno trattato la vita e il tempo del filosofo. Il volume di Pina Totaro ha come sottotitolo, appunto, “Contributi al lessico filosofico di Spinoza”, e si propone come un inizio, molto all’avanguardia e molto ben strutturato per un lessico d’autore come lo si è descritto sopra, che verrà a costituire l’ossatura indispensabile dell’ipertesto spinoziano del ventiventi. Pina Totaro, Instrumenta mentis. Contributi al lessico filosofico di Spinoza, Lessico Intellettuale Europeo, vol. 108, Firenze, Olschki, 2009, 328 p., ISBN 9788822259639

Pozzo, R. (2010). Leggere Spinoza nel ventiventi. IL SOLE 24 ORE(26 settembre 2010), 30-30.

Leggere Spinoza nel ventiventi

POZZO
2010-01-01

Abstract

Curatrice della più recente edizione annotata e traduzione italiana del Tractatus theologico-politicus (Napoli, Bibliopolis, 2007), Pina Totaro segue con autorità e spirito d’innovazione gli studi spinoziani all’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee-CNR, fondato nel 1964 da Tullio Gregory e Tullio de Mauro per l’analisi lessicale dei testi. Contrariamente ai diversi lessici spinoziani che l’hanno preceduto, questo di Pina Totaro non è stato costruito con schede fatte a mano e riposte poi in scatole di scarpe. Si tratta di un lessico che nasce da una rigorosa e completa analisi lessicale di testi lemmatizzati, come si vede dalla lista di concordanze curata da Ada Russo alle pagine 249-322, sulla base delle quali, appunto, Pina Totaro ha preparato dieci esemplari articoli nei quali interseca i piani della storia delle fonti, delle idee, dei concetti e dei problemi con risultati di grande valore. In verità, il volume non è semplicemente un contributo alla storia del lessico spinoziano, ma una vera e propria monografia attorno ai temi centrali del pensiero di Spinoza. Due righe sui singoli lemmi: acquiescientia, neologismo latino di origine cartesiana, amor Dei intellectualis, l’apice del pensiero metafisico di Spinoza, amor sui, il fondamento per la riflessione sulla sfera affettiva umana, experientia, che per Spinoza è genere di conoscenza frammentario e parziale che solo potrà determinare la nostra mente a ragionare sull’essenza delle cose certe, machina, un lemma che in verità nel lessico spinoziano è del tutto assente, cosa che di per sé mette in questione l’immagine apparentemente meccanica della natura veicolata da Spinoza, mens, termine che nel lessico spinoziano presenta non a caso una frequenza elevatissima, natura, la celebre “commistione” spinoziana di Dio e della natura, obedientia, elemento centrale nelle dinamiche del rapporto di necessità e libertà, politica, che per Spinoza si fonda sull’inalienabilità radicale del diritto naturale, religio, come consapevolezza dei doveri che l’uomo ha verso Dio, signum, espressione della “intima coniunctio” di anima e corpo” e theologia, fondamento della lotta ai pregiudizi dei teologi. In un futuro non remoto, diciamo nel ventiventi (nel 2020), termine del processo di Lubiana e nuovo traguardo per l’integrazione dell’area europea della ricerca, il primo incontro di un neofita con le opere di un filosofo avrà luogo dapprima quasi certamente ancora su carta, vuoi attraverso un volume, vuoi attraverso la traccia di un problema. Ma la riflessione sul testo e la soluzione del problema spingeranno il neofita quasi subito a consultare l’internet ovvero qualunque dispositivo d’interfaccia con competenze generaliste o settoriali avrà a disposizione e nel quale avrà fiducia. Immaginiamo ora che il neofita abbia tra le mani l’Ethica di Spinoza e che qualcuno gli chieda di dir qualcosa sull’amore intellettuale di Dio. Daremmo troppa fiducia a motori di ricerca o enciclopedie come Google e Wikipedia di oggi se ci dicessimo che insomma, il riferimento alla quinta parte dell’Ethica e la definizione del sintagma in tre righe saranno sufficienti alla cultura europea del ventiventi. Perché se così sarà, la tanto decantata identità intellettuale europea sarà completamente persa, visto che nemmeno i cervelli freschissimi dei neofiti d’Eurolandia saranno in grado di leggere un testo in modo lineare e dovranno accontentarsi degli spizzichi e dei bocconi che i motori di ricerca metteranno loro sul tavolo. In generale, chi si rifà solo a Google e Wikipedia ha una conoscenza solo per frammenti. In fondo il frammento, la frase isolata è parte della nostra cultura e della nostra formazione. Questa rappresentazione ci ha permesso, ad esempio, di ritrovare i frammenti greci o le opere perdute in traduzione come uno strumento di lavoro di grande suggestione ermeneutica: un frammento richiede la ricostruzione di un percorso. In effetti, la memoria ragiona per frammenti, per frasi fatte, per slogan; la memoria è un continuo ribollire di cose medie e piccole che, solo per alcuni spazi, si concede all’approfondimento. Occorre pensare una strategia di lettura che dai frammenti spinga verso il testo lineare completo. Una delle più importanti sfide della ricerca storico-filosofica di oggi consiste dunque nel fare in modo che il neofita del ventiventi non abbia a disposizione solo i frammenti che ricaverà dai motori di ricerca, ma possa invece leggere l’Ethica dall’inizio alla fine oltre che su carta su supporto elettronico e questo avrà luogo non sull’internet, ma su quelli che ora chiamiamo libri elettronici, anche se per la verità ancora non sappiamo esattamente come si presenteranno (oggi sappiamo infatti solo cosa non è un libro elettronico, come non si stanca di ripetere Gino Roncaglia). Idealmente, il libro elettronico che il neofita andrà a leggere non comprenderà solo Spinoza, ma tutte le opere della filosofia. Per ragioni di chiarezza, però, concentriamoci sulla parte che riguarderà Spinoza. Il libro elettronico conterrà un’edizione dinamica degli Opera omnia con tutti gli aggiornamenti e quelli a venire. I testi originali saranno sincronizzati con le traduzioni in almeno sette lingue (inglese, spagnolo, russo, francese, tedesco e italiano, in ordine decrescente di numero di parlanti). Immediatamente dopo, saranno disponibili dei moduli introduttivi, un lessico e voci enciclopediche d’autore e poi gli articoli delle enciclopedie generaliste sull’autore e i lemmi come pure, scendendo sempre più nei dettagli, gli articoli delle riviste dedicate all’autore e le monografie riguardanti l’autore – il tutto con pretesa di completezza. Altrettanto indispensabile, per l’immaginazione del neofita, motore vero del processo di ibridazione interculturale, è la parte iconografica dell’ipertesto, che sarà statica, pensiamo a un formato come un ancora da fare Album Spinoza della Pléiade, e dinamica, pensiamo alle interviste dell’Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche prodotta dalla Rai, ma anche a docufilm e a veri e propri film che hanno trattato la vita e il tempo del filosofo. Il volume di Pina Totaro ha come sottotitolo, appunto, “Contributi al lessico filosofico di Spinoza”, e si propone come un inizio, molto all’avanguardia e molto ben strutturato per un lessico d’autore come lo si è descritto sopra, che verrà a costituire l’ossatura indispensabile dell’ipertesto spinoziano del ventiventi. Pina Totaro, Instrumenta mentis. Contributi al lessico filosofico di Spinoza, Lessico Intellettuale Europeo, vol. 108, Firenze, Olschki, 2009, 328 p., ISBN 9788822259639
2010
Pubblicato
Rilevanza nazionale
Articolo
Comitato scientifico
Settore M-FIL/06 - STORIA DELLA FILOSOFIA
Italian
Spinoza; ebook; lessico
Pozzo, R. (2010). Leggere Spinoza nel ventiventi. IL SOLE 24 ORE(26 settembre 2010), 30-30.
Pozzo, Racb
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