The paper aims to introduce some remarkable results about the transnational ESPON research project called «Territorial dimension of the Lisbon-Gothenburg Strategy» obtained by the STeMA Approach and to suggest how the new Structural Funds can sustain the EU national/regional territorial capability to be competitive in sustainability. By a innovative methodological approach and the use of appropriate indicators, the concept of territorial capability identifies the territorial endogenous differences to have new cooperative possibilities of development into the competitiveness arena, modifying and implementing some traditional economic backgrounds issued from Porter and Krugman studies.

Di fronte alle ipotesi d’intervento politico-strategico scaturite dalle «Dichiarazioni» di Lisbona (2000, 2003 e 2005) e Gothenburg (2001), sono emersi orientamenti, approcci, proposte e iniziative diversi, a volte contrastanti. I risultati del progetto di ricerca transnazionale promosso dall’European Spatial Program Observatory Network (ESPON) dal titolo La dimensione territoriale della strategia Lisbona/Gothenburg ha lo scopo di individuare politiche e criteri comuni secondo cui sviluppare simultaneamente, entro il 2010, in tutti i paesi e le regioni dell’Unione Europea un’economia basata su una conoscenza competitiva (Lisbona) e allo stesso tempo sostenibile (Gothenburg).Dedicare un intero numero del Bollettino della Società Geografica Italiana al tema della «competitività territoriale», ai suoi diversi aspetti, a come si può e si deve misurare, non è solo una scelta dettata dall’attualità di un tema, che comunque chiede una sollecita risposta anche dall’ambito in cui si muove la ricerca geografica e non solo dall’economia. E’ piuttosto la volontà di “partecipare” una precisa linea metodologica ed i risultati che si sono ottenuti in questi ultimi anni rispondendo ai numerosi inviti al cambiamento ed all’innovazione strutturale che vengono dall’Unione Europea, di cui Filippo Bencardino e Maria Prezioso si sono fatti carico impegnandosi nella cura di questo numero. La Dichiarazione di Lisbona (2000) prima, quella di Gothenburg (2001) poi, l’allargamento a 25 (2004) hanno evidenziato la necessità di predisporre modelli politico-organizzativi utili all’integrazione cooperativa tra Stati e regioni, spesso troppo piccoli per esercitare nuove funzioni di politica industriale e monetaria; nell’ambito della competizione tra poli nazionali e sovranazionali (primo fra tutti l’Unione stessa), troppo diversi per garantire il controllo del governo locale dell’economia e del territorio. L’Unione ha posto in luce una più netta e distintiva differenza al suo interno, partendo dalla constatazione che anche le regioni, oltre agli stati, possono assumere condizioni di unità, se non politiche almeno amministrative, indipendenti, esprimendo attraverso la loro estensione territoriale, la zona di copertura di una potenziale capacità di competere che rappresenta non solo la condizione sociospaziale (misurata statisticamente), ma anche la dimensione territoriale (misurata geograficamente) entro cui si manifesta lo sviluppo socioeoconomico e si identifica le coesione sociale delle comunità che ad essa appartengono; attribuendo un crescente peso strategico alle aree/regioni borderland nella valutazione geopolitica che l’Unione fa della crescita di breve periodo; intendendo con questo privilegiare non più solo le regioni tradizionalmente intese, ma anche quelle di nuova organizzazione come l’area/città metropolitana. In questo contesto i territori possono essere considerati i segni della nuova geografia politica dell’Europa, e la Convenzione oppone al teorema del modello centro-periferia un modello di sviluppo ‘dal basso’. Discutere, quindi, di nuovi strumenti - come la governance istituzionale, la sussidiarietà, la perequazione, la sostenibilità, il policentrismo -, e dell’esigenza che questi siano resi espliciti anche sotto forma di principi di orientamento politico in relazione alle scelte di governo del territorio dalle istituzioni locali, diviene fondamentale in una prospettiva che vedrà ridefinire il ruolo di programmazione e gestione da attribuire ai piani ed alla pianificazione, in una UE allargata, che pone alcune questioni rilevanti: la condivisione, in linea di massima, dei principi e dei valori da assumere a determinante dell’azione di governo locale; il livello e il ruolo delle singole procedure che attivano, mediante l’uso di appropriati strumenti, i comportamenti degli attori pubblici e privati. La tesi ha trovato fondamento in Italia e all’estero, soprattutto nell’ambito dei principi consolidati della cultura geoeconomica e geopolitica in materia di pianificazione economico-territoriale per la crescita e lo sviluppo e ha dato luogo a numerosi scambi e reti di cooperazione in materia di ricerca geografico-economica, e nelle più recenti ed innovative strategie governative e d’impresa, soprattutto in quelle che possono più utilmente orientare, rispetto alla diversità dei quadri nazionali, regionali e locali, sia le norme in materia di sviluppo sostenibile, sia le politiche di welfare . In questo momento il Programma ESPON (European Spatial Programm Observation Network), ha avviato la discussione sulla necessità di un più forte coordinamento nelle politiche territoriali, urbane, economiche e regionali, allo scopo di stabilire i criteri della partecipazione ai Fondi Strutturali nel 2007, per il perseguimento degli obiettivi di competitività e sostenibilità (Trattati di Lisbona e Gothenburg) con particolare attenzione al ruolo svolto dalle città e dalle grandi aree urbane. I risultati già ottenuti dai progetti ESPON hanno già fornito alla Commissione e agli Stati membri una diagnosi delle principali tendenze organizzative e progettuali territoriali a scala europea; una mappatura delle principali disuguaglianze territoriali e del loro livello, una serie di indicatori territoriali che ne stimano l’intensità, lo scenario prospettico e le priorità utili ad un organizzazione del territorio europeo ‘allargato’ bilanciato e policentrico, i mezzi e gli strumenti adeguati (banche dati, indicatori, metodologie per l’analisi dell’impatto territoriale e per sistematiche analisi spaziali), al fine di migliorare il coordinamento spaziale delle politiche generali e settoriali. Il Progetto Dimensione territoriale della strategia di Lisbona e Gothenburg, di natura trasversale oltre che trans-nazionale, è stata dunque l’occasione per sperimentare un significativo mutamento nell’approccio sin ora perseguito dal planning europeo, integrando territorialmente gli elementi che costituiscono la strategia della competitività con quelli della sostenibilità al fine di migliorare la crescita economica e l'aumento del tasso di occupazione della popolazione attraverso la valutazione della disponibilità reali di mezzi e risorse, garantendone nel contempo il mantenimento attivo per assicurare coesione sociale e sostenibilità ambientale. Questo obiettivo è la base per affrontare le sfide che attendono l'Europa nel 2007-2013, tra cui, la crescente competizione globale, una migliore qualità della vita di fronte all’invecchiamento della popolazione, l’accesso alla Società dell’Informazione e della Conoscenza, l’impiego sostenibile delle risorse e dei fondi. A tal riguardo, il progetto propone una metodologia di valutazione complessiva ed integrata delle azioni di policy territoriale, economico, sociale, ambientale, tecnologico (STeM Approach) per la stima della capacità competitiva delle regioni e degli stati europei nell’ambito di un modello di sviluppo e pianificazione territoriale ed economico sostenibile per l’accesso ai nuovi Fondi Strutturali dell’Europa dell’allargamento, integrando con nuove determinanti il cosiddetto Diamante di Porter. E’ quindi un sostegno interpretativo al comportamento territoriale reale delle regioni europee, in controtendenza rispetto alla visione che potrebbe vedere in futuro contrapporsi il ‘pentagono europeo’ rafforzare in modo esclusivo i legami ‘orizzontali’ con i paesi dell’allargamento nei confronti di un Sud che vi si collega ‘verticalmente’. Un modello geoeconomico e geopolitica semplificato di gestione territoriale capace di valorizzare i potenziali competitivi dell’identità locale potrebbe, al contrario, sostenere modelli regionali endogeni di sviluppo per operare sul piano dell’offerta competitiva mantenendo inalterate le rispettive identità culturali, di cui il piano diviene lo strumento propositivo e gestionale. Affinché sia possibile raggiungere un obiettivo così complesso è necessaria la partecipazione agli aspetti più avanzati della ricerca, quella cioè che territorializza i principi di coesione, integrazione, sussidiarietà, sostenibilità, perequazione ai fini dell’dell’integrazione (verticale ed orizzontale o di prossimità).

Prezioso, M. (2006). La dimensione territoriale della strategia di Lisbona e Goteborg: l’approccio concettuale e metodologico. BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA, 11(1), 9-34.

La dimensione territoriale della strategia di Lisbona e Goteborg: l’approccio concettuale e metodologico

PREZIOSO, MARIA
2006-01-01

Abstract

The paper aims to introduce some remarkable results about the transnational ESPON research project called «Territorial dimension of the Lisbon-Gothenburg Strategy» obtained by the STeMA Approach and to suggest how the new Structural Funds can sustain the EU national/regional territorial capability to be competitive in sustainability. By a innovative methodological approach and the use of appropriate indicators, the concept of territorial capability identifies the territorial endogenous differences to have new cooperative possibilities of development into the competitiveness arena, modifying and implementing some traditional economic backgrounds issued from Porter and Krugman studies.
2006
Pubblicato
Rilevanza internazionale
Articolo
Sì, ma tipo non specificato
Settore M-GGR/02 - GEOGRAFIA ECONOMICO-POLITICA
Italian
Di fronte alle ipotesi d’intervento politico-strategico scaturite dalle «Dichiarazioni» di Lisbona (2000, 2003 e 2005) e Gothenburg (2001), sono emersi orientamenti, approcci, proposte e iniziative diversi, a volte contrastanti. I risultati del progetto di ricerca transnazionale promosso dall’European Spatial Program Observatory Network (ESPON) dal titolo La dimensione territoriale della strategia Lisbona/Gothenburg ha lo scopo di individuare politiche e criteri comuni secondo cui sviluppare simultaneamente, entro il 2010, in tutti i paesi e le regioni dell’Unione Europea un’economia basata su una conoscenza competitiva (Lisbona) e allo stesso tempo sostenibile (Gothenburg).Dedicare un intero numero del Bollettino della Società Geografica Italiana al tema della «competitività territoriale», ai suoi diversi aspetti, a come si può e si deve misurare, non è solo una scelta dettata dall’attualità di un tema, che comunque chiede una sollecita risposta anche dall’ambito in cui si muove la ricerca geografica e non solo dall’economia. E’ piuttosto la volontà di “partecipare” una precisa linea metodologica ed i risultati che si sono ottenuti in questi ultimi anni rispondendo ai numerosi inviti al cambiamento ed all’innovazione strutturale che vengono dall’Unione Europea, di cui Filippo Bencardino e Maria Prezioso si sono fatti carico impegnandosi nella cura di questo numero. La Dichiarazione di Lisbona (2000) prima, quella di Gothenburg (2001) poi, l’allargamento a 25 (2004) hanno evidenziato la necessità di predisporre modelli politico-organizzativi utili all’integrazione cooperativa tra Stati e regioni, spesso troppo piccoli per esercitare nuove funzioni di politica industriale e monetaria; nell’ambito della competizione tra poli nazionali e sovranazionali (primo fra tutti l’Unione stessa), troppo diversi per garantire il controllo del governo locale dell’economia e del territorio. L’Unione ha posto in luce una più netta e distintiva differenza al suo interno, partendo dalla constatazione che anche le regioni, oltre agli stati, possono assumere condizioni di unità, se non politiche almeno amministrative, indipendenti, esprimendo attraverso la loro estensione territoriale, la zona di copertura di una potenziale capacità di competere che rappresenta non solo la condizione sociospaziale (misurata statisticamente), ma anche la dimensione territoriale (misurata geograficamente) entro cui si manifesta lo sviluppo socioeoconomico e si identifica le coesione sociale delle comunità che ad essa appartengono; attribuendo un crescente peso strategico alle aree/regioni borderland nella valutazione geopolitica che l’Unione fa della crescita di breve periodo; intendendo con questo privilegiare non più solo le regioni tradizionalmente intese, ma anche quelle di nuova organizzazione come l’area/città metropolitana. In questo contesto i territori possono essere considerati i segni della nuova geografia politica dell’Europa, e la Convenzione oppone al teorema del modello centro-periferia un modello di sviluppo ‘dal basso’. Discutere, quindi, di nuovi strumenti - come la governance istituzionale, la sussidiarietà, la perequazione, la sostenibilità, il policentrismo -, e dell’esigenza che questi siano resi espliciti anche sotto forma di principi di orientamento politico in relazione alle scelte di governo del territorio dalle istituzioni locali, diviene fondamentale in una prospettiva che vedrà ridefinire il ruolo di programmazione e gestione da attribuire ai piani ed alla pianificazione, in una UE allargata, che pone alcune questioni rilevanti: la condivisione, in linea di massima, dei principi e dei valori da assumere a determinante dell’azione di governo locale; il livello e il ruolo delle singole procedure che attivano, mediante l’uso di appropriati strumenti, i comportamenti degli attori pubblici e privati. La tesi ha trovato fondamento in Italia e all’estero, soprattutto nell’ambito dei principi consolidati della cultura geoeconomica e geopolitica in materia di pianificazione economico-territoriale per la crescita e lo sviluppo e ha dato luogo a numerosi scambi e reti di cooperazione in materia di ricerca geografico-economica, e nelle più recenti ed innovative strategie governative e d’impresa, soprattutto in quelle che possono più utilmente orientare, rispetto alla diversità dei quadri nazionali, regionali e locali, sia le norme in materia di sviluppo sostenibile, sia le politiche di welfare . In questo momento il Programma ESPON (European Spatial Programm Observation Network), ha avviato la discussione sulla necessità di un più forte coordinamento nelle politiche territoriali, urbane, economiche e regionali, allo scopo di stabilire i criteri della partecipazione ai Fondi Strutturali nel 2007, per il perseguimento degli obiettivi di competitività e sostenibilità (Trattati di Lisbona e Gothenburg) con particolare attenzione al ruolo svolto dalle città e dalle grandi aree urbane. I risultati già ottenuti dai progetti ESPON hanno già fornito alla Commissione e agli Stati membri una diagnosi delle principali tendenze organizzative e progettuali territoriali a scala europea; una mappatura delle principali disuguaglianze territoriali e del loro livello, una serie di indicatori territoriali che ne stimano l’intensità, lo scenario prospettico e le priorità utili ad un organizzazione del territorio europeo ‘allargato’ bilanciato e policentrico, i mezzi e gli strumenti adeguati (banche dati, indicatori, metodologie per l’analisi dell’impatto territoriale e per sistematiche analisi spaziali), al fine di migliorare il coordinamento spaziale delle politiche generali e settoriali. Il Progetto Dimensione territoriale della strategia di Lisbona e Gothenburg, di natura trasversale oltre che trans-nazionale, è stata dunque l’occasione per sperimentare un significativo mutamento nell’approccio sin ora perseguito dal planning europeo, integrando territorialmente gli elementi che costituiscono la strategia della competitività con quelli della sostenibilità al fine di migliorare la crescita economica e l'aumento del tasso di occupazione della popolazione attraverso la valutazione della disponibilità reali di mezzi e risorse, garantendone nel contempo il mantenimento attivo per assicurare coesione sociale e sostenibilità ambientale. Questo obiettivo è la base per affrontare le sfide che attendono l'Europa nel 2007-2013, tra cui, la crescente competizione globale, una migliore qualità della vita di fronte all’invecchiamento della popolazione, l’accesso alla Società dell’Informazione e della Conoscenza, l’impiego sostenibile delle risorse e dei fondi. A tal riguardo, il progetto propone una metodologia di valutazione complessiva ed integrata delle azioni di policy territoriale, economico, sociale, ambientale, tecnologico (STeM Approach) per la stima della capacità competitiva delle regioni e degli stati europei nell’ambito di un modello di sviluppo e pianificazione territoriale ed economico sostenibile per l’accesso ai nuovi Fondi Strutturali dell’Europa dell’allargamento, integrando con nuove determinanti il cosiddetto Diamante di Porter. E’ quindi un sostegno interpretativo al comportamento territoriale reale delle regioni europee, in controtendenza rispetto alla visione che potrebbe vedere in futuro contrapporsi il ‘pentagono europeo’ rafforzare in modo esclusivo i legami ‘orizzontali’ con i paesi dell’allargamento nei confronti di un Sud che vi si collega ‘verticalmente’. Un modello geoeconomico e geopolitica semplificato di gestione territoriale capace di valorizzare i potenziali competitivi dell’identità locale potrebbe, al contrario, sostenere modelli regionali endogeni di sviluppo per operare sul piano dell’offerta competitiva mantenendo inalterate le rispettive identità culturali, di cui il piano diviene lo strumento propositivo e gestionale. Affinché sia possibile raggiungere un obiettivo così complesso è necessaria la partecipazione agli aspetti più avanzati della ricerca, quella cioè che territorializza i principi di coesione, integrazione, sussidiarietà, sostenibilità, perequazione ai fini dell’dell’integrazione (verticale ed orizzontale o di prossimità).
territorial dimension of Lisbon-Gothenburg strategy; competitiveness; sustainability; economic-geographical methodology
dimensione territoriale della Strategia Lisbona-Gothenburg; competitività; sostenibilità; metodologia geografico-economica
M. Prezioso ha anche curato l'intero numero monografico, dove compaiono contributi di ricercatori ineternazionali.
Prezioso, M. (2006). La dimensione territoriale della strategia di Lisbona e Goteborg: l’approccio concettuale e metodologico. BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA, 11(1), 9-34.
Prezioso, M
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