This essay examines the articles written by Dino Buzzati on «Corriere della Sera» about Moon landing of 1969. In Buzzati’s journalistic experience the “Moon rash” is very important: the literature plays a leading role. His articles are not only reports, but real short stories, sometimes Elzevirs, always keeping an eye on the referential features of journalism. The Buzzati’s Moon epic is a poetic reading of the present, following the American or Russian missions: it ia a chronicle of a “war”, whose winner is decided by history, and not by poetry. Yet, Buzzati was interested in the latter. Moon is the repository of poetry and imagination, as many centuries of poetry turned up above, like Ariost’s lost things. These articles are also a proof of the position of Buzzati regarding the relationship between journalism and literature. There are no borders: Buzzati looks at literature as a journalist and as a writer, his tone is lyrical and there are references to authors of Italian literature. Talking about the Moon means talking about Leopardi, Pascoli, Ariosto, Dante and all the writers of every literature in the world.

Il saggio propone una rassegna degli articoli che Dino Buzzati ha scritto sul «Corriere della Sera» a proposito dell’allunaggio del 1969. Come in tutta la sua attività giornalistica, i suoi articoli non sono solo resoconti: sono spesso elzeviri, brani letterari, tenendo a mente sempre il carattere referenziale e rispettoso proprio del buon giornalismo. L’epopea lunare di Buzzati è una lettura poetica del presente, seguendo le varie spedizioni russe e americane ma tenendo sempre presente il fatto letterario: la Luna è la depositaria della poesia e dell’immaginazione. I suoi articoli sulla vicenda sono inoltre un’ulteriore testimonianza di come per Buzzati risulti impossibile, oltre che offensivo nei confronti del suo lettore, distinguere il giornalismo dalla letteratura. Da giornalista e da scrittore, Buzzati tiene la letteratura al centro come “stella fissa”: parlare della Luna vuol dire coinvolgere Leopardi, Pascoli, Ariosto, Dante e tutti gli autori di tutte le letterature del mondo. Se le mitologie antiche hanno narrato storie per ciascuna stella del cielo, la mitopoiesi buzzatiana segue lo stesso modo di procedere: al posto dei punti di luce dell’universo, però, ci sono i punti di luce creati dall’uomo. Ci sono «finestre accese di uomini e donne miserandi come me, globi dell'illuminazione pubblica, superstiti insegne del bar, colonnette di benzina, semafori ammiccanti, enigmatici lumini sospesi sulle antenne dei grattacieli desolati riverberi della nostra povera vita quotidiana, che Dio li benedica». Aggiungendo che «per misurare l’animo di un uomo, sia pure quello di un cane, non bastano miliardi di anni luce».

Lardo, C. (2019). Dalla terra alla luna e ritorno. Le cronache spaziali di Dino Buzzati sul «Corriere della Sera» (1953-1969). STUDIUM, 4, 543-560.

Dalla terra alla luna e ritorno. Le cronache spaziali di Dino Buzzati sul «Corriere della Sera» (1953-1969)

Lardo C
2019-07-01

Abstract

This essay examines the articles written by Dino Buzzati on «Corriere della Sera» about Moon landing of 1969. In Buzzati’s journalistic experience the “Moon rash” is very important: the literature plays a leading role. His articles are not only reports, but real short stories, sometimes Elzevirs, always keeping an eye on the referential features of journalism. The Buzzati’s Moon epic is a poetic reading of the present, following the American or Russian missions: it ia a chronicle of a “war”, whose winner is decided by history, and not by poetry. Yet, Buzzati was interested in the latter. Moon is the repository of poetry and imagination, as many centuries of poetry turned up above, like Ariost’s lost things. These articles are also a proof of the position of Buzzati regarding the relationship between journalism and literature. There are no borders: Buzzati looks at literature as a journalist and as a writer, his tone is lyrical and there are references to authors of Italian literature. Talking about the Moon means talking about Leopardi, Pascoli, Ariosto, Dante and all the writers of every literature in the world.
lug-2019
Pubblicato
Rilevanza internazionale
Articolo
Esperti anonimi
Settore L-FIL-LET/10 - LETTERATURA ITALIANA
Italian
Il saggio propone una rassegna degli articoli che Dino Buzzati ha scritto sul «Corriere della Sera» a proposito dell’allunaggio del 1969. Come in tutta la sua attività giornalistica, i suoi articoli non sono solo resoconti: sono spesso elzeviri, brani letterari, tenendo a mente sempre il carattere referenziale e rispettoso proprio del buon giornalismo. L’epopea lunare di Buzzati è una lettura poetica del presente, seguendo le varie spedizioni russe e americane ma tenendo sempre presente il fatto letterario: la Luna è la depositaria della poesia e dell’immaginazione. I suoi articoli sulla vicenda sono inoltre un’ulteriore testimonianza di come per Buzzati risulti impossibile, oltre che offensivo nei confronti del suo lettore, distinguere il giornalismo dalla letteratura. Da giornalista e da scrittore, Buzzati tiene la letteratura al centro come “stella fissa”: parlare della Luna vuol dire coinvolgere Leopardi, Pascoli, Ariosto, Dante e tutti gli autori di tutte le letterature del mondo. Se le mitologie antiche hanno narrato storie per ciascuna stella del cielo, la mitopoiesi buzzatiana segue lo stesso modo di procedere: al posto dei punti di luce dell’universo, però, ci sono i punti di luce creati dall’uomo. Ci sono «finestre accese di uomini e donne miserandi come me, globi dell'illuminazione pubblica, superstiti insegne del bar, colonnette di benzina, semafori ammiccanti, enigmatici lumini sospesi sulle antenne dei grattacieli desolati riverberi della nostra povera vita quotidiana, che Dio li benedica». Aggiungendo che «per misurare l’animo di un uomo, sia pure quello di un cane, non bastano miliardi di anni luce».
Buzzati; moon; 1969
Buzzati; Luna; 1969; allunaggio
Lardo, C. (2019). Dalla terra alla luna e ritorno. Le cronache spaziali di Dino Buzzati sul «Corriere della Sera» (1953-1969). STUDIUM, 4, 543-560.
Lardo, C
Articolo su rivista
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