Il tema del conflitto trova grande eco nel panorama filosofico-politico occi-dentale: cercherò di riproporne qui, per quanto possibile, i tratti salienti. Per ra-gioni di opportunità dovute allo spazio ristretto di questo articolo, mi concentre-rò solo su alcuni specifici autori che hanno più da vicino e più direttamente af-frontato tale tematica. La prima parte verterà sulla «teoria del conflitto» in Ralf Dahrendorf e in Georg Simmel. La seconda sarà dedicata a Carl Schmitt, uno dei maggiori teorici politici del Novecento, nonché uno dei principali sostenitori di una concezione conflittuale della politica.La prima parte verterà sulla «teoria del conflitto» in Ralf Dahrendorf e in Georg Simmel. La seconda sarà dedicata a Carl Schmitt, uno dei maggiori teorici politici del Novecento, nonché uno dei principali sostenitori di una concezione conflittuale della politica. In questa fase, l’analisi di Schmitt muoverà da un duplice punto di vista: da un lato l’attenzione si concentrerà su una specifica opera schmit-tiana – Teoria del partigiano – sia per il suo interesse specifico, che per ragioni pret-tamente ‘pratiche’ legate al presente articolo; dall’altro si prenderanno in esame gli Scritti su Thomas Hobbes , in cui Schmitt ricostruisce il pensiero filosofico hobbe-siano, mettendo in luce, tra l’altro, le ragioni per cui il conflitto rappresenta, in am- bito politico, una questione fondamentale. Nella terza, partendo da avvenimenti che hanno segnato il Novecento, si cer-cherà di capire come il conflitto rappresenti uno strumento di trasformazione po-litica e come costituisca un passaggio fondamentale nella transizione da un regi-me dittatoriale verso la democrazia. Esempi emblematici sono in particolare quel-li di Mussolini e Gheddafi, di cui si mettono in luce le peculiarità, legate ai risvolti politici e alle conseguenze che un conflitto comporta: una transizione verso la democrazia, un vuoto di potere oppure – nel peggiore dei casi – un nuovo regime autoritario.
Fabbrizi, V. (2017). Dalla "teoria del conflitto" alla "teoria del partigiano". Un approccio filosofico-politico. In Nadia Amendola, Giacomo Sciommeri (a cura di), Conflitti vol. 2 : Arte, musica, pensiero, società. roma : UniversItalia.
Dalla "teoria del conflitto" alla "teoria del partigiano". Un approccio filosofico-politico
Valerio Fabbrizi
2017-01-01
Abstract
Il tema del conflitto trova grande eco nel panorama filosofico-politico occi-dentale: cercherò di riproporne qui, per quanto possibile, i tratti salienti. Per ra-gioni di opportunità dovute allo spazio ristretto di questo articolo, mi concentre-rò solo su alcuni specifici autori che hanno più da vicino e più direttamente af-frontato tale tematica. La prima parte verterà sulla «teoria del conflitto» in Ralf Dahrendorf e in Georg Simmel. La seconda sarà dedicata a Carl Schmitt, uno dei maggiori teorici politici del Novecento, nonché uno dei principali sostenitori di una concezione conflittuale della politica.La prima parte verterà sulla «teoria del conflitto» in Ralf Dahrendorf e in Georg Simmel. La seconda sarà dedicata a Carl Schmitt, uno dei maggiori teorici politici del Novecento, nonché uno dei principali sostenitori di una concezione conflittuale della politica. In questa fase, l’analisi di Schmitt muoverà da un duplice punto di vista: da un lato l’attenzione si concentrerà su una specifica opera schmit-tiana – Teoria del partigiano – sia per il suo interesse specifico, che per ragioni pret-tamente ‘pratiche’ legate al presente articolo; dall’altro si prenderanno in esame gli Scritti su Thomas Hobbes , in cui Schmitt ricostruisce il pensiero filosofico hobbe-siano, mettendo in luce, tra l’altro, le ragioni per cui il conflitto rappresenta, in am- bito politico, una questione fondamentale. Nella terza, partendo da avvenimenti che hanno segnato il Novecento, si cer-cherà di capire come il conflitto rappresenti uno strumento di trasformazione po-litica e come costituisca un passaggio fondamentale nella transizione da un regi-me dittatoriale verso la democrazia. Esempi emblematici sono in particolare quel-li di Mussolini e Gheddafi, di cui si mettono in luce le peculiarità, legate ai risvolti politici e alle conseguenze che un conflitto comporta: una transizione verso la democrazia, un vuoto di potere oppure – nel peggiore dei casi – un nuovo regime autoritario.File | Dimensione | Formato | |
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