Il saggio propone una rivalutazione delle raccolte di “canti popolari” pubblicate in Italia tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ancorché prive di notazione musicale tali fonti possono essere lette in chiave etnomusicologica soprattutto da due punti di vista: da una parte, il modo di trascrivere il testo dei canti, soprattutto per le scelte grafiche adottate (accenti, doppie consonanti, a capo, sillabe senza senso etc.), costituisce spesso un utile indizio sulla effettiva esecuzione musicale, come dimostrano gli esempi delle trascrizioni di Zanazzo qui presi in esame; dall’altra, il testo dei canti può essere messo a confronto con il testo dei canti registrati dagli studiosi a partire dalla metà del Novecento, mettendo in luce sia permanenza di elementi narrativi, temi letterari e figure poetiche a livello areale, sia la loro diffusione nel passato in aree anche geograficamente lontane, come viene illustrato in queste pagine dal confronto tra i canti raccolti da Vittorio Imbriani nell’Ottocento e le registrazioni di Carpitella e de Martino del 1952.
Adamo, G. (2016). Etnografie del testo verbale? Giggi Zanazzo e Vittorio Imbriani. In Sergio Bonanzinga e Giuseppe Giordano (a cura di), Figure dell’etnografia musicale europea. Materiali Persistenze Trasformazioni. Studi e ricerche per il 150° anniversario della nascita di Alberto Favara (1863-2013) (pp. 219-233). Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari.
Etnografie del testo verbale? Giggi Zanazzo e Vittorio Imbriani
ADAMO G
2016-01-01
Abstract
Il saggio propone una rivalutazione delle raccolte di “canti popolari” pubblicate in Italia tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ancorché prive di notazione musicale tali fonti possono essere lette in chiave etnomusicologica soprattutto da due punti di vista: da una parte, il modo di trascrivere il testo dei canti, soprattutto per le scelte grafiche adottate (accenti, doppie consonanti, a capo, sillabe senza senso etc.), costituisce spesso un utile indizio sulla effettiva esecuzione musicale, come dimostrano gli esempi delle trascrizioni di Zanazzo qui presi in esame; dall’altra, il testo dei canti può essere messo a confronto con il testo dei canti registrati dagli studiosi a partire dalla metà del Novecento, mettendo in luce sia permanenza di elementi narrativi, temi letterari e figure poetiche a livello areale, sia la loro diffusione nel passato in aree anche geograficamente lontane, come viene illustrato in queste pagine dal confronto tra i canti raccolti da Vittorio Imbriani nell’Ottocento e le registrazioni di Carpitella e de Martino del 1952.File | Dimensione | Formato | |
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