Through focused on palaeographical and codicological features, a new analytical description of the manuscript Chisianus R .V.33 (gr. 27) provides significant insight into the idiosyncratic nature of this important witness (datable to the AD 1260s) for Mark the Monk’s ascetic florilegia. This manuscript was copied by more than twenty scribes, whose hands alternate with one another in a curiously frenetic manner: almost 300 c hanges of hand occur in this manuscript of nearly 350 folia. Responsible for assigning the portions to be transcribed by the other scribes, the leading hand among them is shown to have been that of the author himself, i.e. Mark the Monk. His activity can be followed step by step from the beginning of this collective work to its final sections, when he probably was compelled by illness to cede his role of chief scribe to one of his collaborators and disciples. Many of these were not professional calligraphers, or were even semi-literate, and they were probably the monks and novices of an unidentified monastery where Mark lived. Finally, some observations are made regarding the composition and transcription of such a collection of florilegia. These activities were inextricably intertwined, since the author not only coordinated the copying of his texts from an already existing torso or partial antigraph of his florilegia, but probably went on adding other excerpts to his main florilegium both while having it transcribed and even later, inserting them in spaces that had been left blank at the end of each section of the book . This explains well the author ’s regret – expressed in his autograph colophon on fol. 347v – at not having had the chance to complete the «writing» of his book «by his own hand». Indeed, literary composition and transcription tend to coincide, to some extent, in this sort of collections of excerpts.

Una nuova descrizione analitica, focalizzata sulle caratteristiche paleografiche e codicologiche, del codice Chig. R.V.33 (gr. 27) della Biblioteca Vaticana offre una chiave per meglio comprendere la natura peculiare di questo importante testimone (databile verso gli anni Sessanta del XIII secolo) dei florilegi ascetici di Marco Monaco. Il manoscritto risulta, infatti, copiato da oltre venti scribi, le cui mani si avvicendano in esso in modo curiosamente frenetico, giacché si notano quasi 300 cambi di mano nei quasi 350 fogli di cui il codice consiste. Responsabile dell’assegnazione delle porzioni da trascrivere ai vari scribi e copista principale del codice si rivela essere l’autore stesso Marco Monaco: se ne può, in effetti, seguire l’attività passo dopo passo dall’inizio fino alle sezioni finali di quest’opera di trascrizione collettiva, fino al momento in cui, cioè, fu costretto probabilmente da una malattia a cedere il ruolo di primo copista a uno dei suoi collaboratori e discepoli. Molti di questi ultimi, inoltre, si rivelano tutt’altro che calligrafi professionisti, e anzi addirittura dei semi-letterati: forse i monaci e novizi dell’ignoto monastero in cui Marco visse. Alla fine dell’articolo si sviluppano alcune riflessioni circa le modalità di composizione e al contempo di trascrizione di una simile raccolta di florilegi, attività intrecciate in modo inestricabile, giacché l’autore non si limitò a coordinare la copia dei suoi testi da un preesistente brogliaccio o antigrafo parziale, ma continuò probabilmente ad aggiungervi excerpta non solo durante la trascrizione per mano altrui, ma anche più tardi, inserendo nuovo materiale negli spazi restati bianchi alla fine di ciascuna sezione del volume. Un simile modo di lavorare spiega bene il dispiacere – espresso dall’autore nella sottoscrizione autografa al f. 347v – per non avere avuto potuto terminare di “scrivere” il libro “di sua propria mano”: in effetti, si deve riconoscere che il momento della creazione letteraria e quello della trascrizione tendono a coincidere, in qualche misura, in collezioni di excerpta di questo genere.

D'Aiuto, F. (2018). Un parziale autografo di Marco monaco. Il manoscritto della Biblioteca Vaticana Chig. R.V.33 (gr. 27). BYZANTINOSLAVICA, 76, 100-129.

Un parziale autografo di Marco monaco. Il manoscritto della Biblioteca Vaticana Chig. R.V.33 (gr. 27)

D'Aiuto Francesco
2018-01-01

Abstract

Through focused on palaeographical and codicological features, a new analytical description of the manuscript Chisianus R .V.33 (gr. 27) provides significant insight into the idiosyncratic nature of this important witness (datable to the AD 1260s) for Mark the Monk’s ascetic florilegia. This manuscript was copied by more than twenty scribes, whose hands alternate with one another in a curiously frenetic manner: almost 300 c hanges of hand occur in this manuscript of nearly 350 folia. Responsible for assigning the portions to be transcribed by the other scribes, the leading hand among them is shown to have been that of the author himself, i.e. Mark the Monk. His activity can be followed step by step from the beginning of this collective work to its final sections, when he probably was compelled by illness to cede his role of chief scribe to one of his collaborators and disciples. Many of these were not professional calligraphers, or were even semi-literate, and they were probably the monks and novices of an unidentified monastery where Mark lived. Finally, some observations are made regarding the composition and transcription of such a collection of florilegia. These activities were inextricably intertwined, since the author not only coordinated the copying of his texts from an already existing torso or partial antigraph of his florilegia, but probably went on adding other excerpts to his main florilegium both while having it transcribed and even later, inserting them in spaces that had been left blank at the end of each section of the book . This explains well the author ’s regret – expressed in his autograph colophon on fol. 347v – at not having had the chance to complete the «writing» of his book «by his own hand». Indeed, literary composition and transcription tend to coincide, to some extent, in this sort of collections of excerpts.
2018
Pubblicato
Rilevanza internazionale
Articolo
Esperti anonimi
Settore L-FIL-LET/07 - CIVILTÀ BIZANTINA
Italian
Una nuova descrizione analitica, focalizzata sulle caratteristiche paleografiche e codicologiche, del codice Chig. R.V.33 (gr. 27) della Biblioteca Vaticana offre una chiave per meglio comprendere la natura peculiare di questo importante testimone (databile verso gli anni Sessanta del XIII secolo) dei florilegi ascetici di Marco Monaco. Il manoscritto risulta, infatti, copiato da oltre venti scribi, le cui mani si avvicendano in esso in modo curiosamente frenetico, giacché si notano quasi 300 cambi di mano nei quasi 350 fogli di cui il codice consiste. Responsabile dell’assegnazione delle porzioni da trascrivere ai vari scribi e copista principale del codice si rivela essere l’autore stesso Marco Monaco: se ne può, in effetti, seguire l’attività passo dopo passo dall’inizio fino alle sezioni finali di quest’opera di trascrizione collettiva, fino al momento in cui, cioè, fu costretto probabilmente da una malattia a cedere il ruolo di primo copista a uno dei suoi collaboratori e discepoli. Molti di questi ultimi, inoltre, si rivelano tutt’altro che calligrafi professionisti, e anzi addirittura dei semi-letterati: forse i monaci e novizi dell’ignoto monastero in cui Marco visse. Alla fine dell’articolo si sviluppano alcune riflessioni circa le modalità di composizione e al contempo di trascrizione di una simile raccolta di florilegi, attività intrecciate in modo inestricabile, giacché l’autore non si limitò a coordinare la copia dei suoi testi da un preesistente brogliaccio o antigrafo parziale, ma continuò probabilmente ad aggiungervi excerpta non solo durante la trascrizione per mano altrui, ma anche più tardi, inserendo nuovo materiale negli spazi restati bianchi alla fine di ciascuna sezione del volume. Un simile modo di lavorare spiega bene il dispiacere – espresso dall’autore nella sottoscrizione autografa al f. 347v – per non avere avuto potuto terminare di “scrivere” il libro “di sua propria mano”: in effetti, si deve riconoscere che il momento della creazione letteraria e quello della trascrizione tendono a coincidere, in qualche misura, in collezioni di excerpta di questo genere.
Byzantine manuscripts
Byzantine ascetic florilegia
Manoscritti greci medievali
Florilegi ascetici bizantini
D'Aiuto, F. (2018). Un parziale autografo di Marco monaco. Il manoscritto della Biblioteca Vaticana Chig. R.V.33 (gr. 27). BYZANTINOSLAVICA, 76, 100-129.
D'Aiuto, F
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/216279
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