Fra il dicembre del 1966 e la primavera del 1967 CARMELO BENE è al Beat 72 di Roma: qui si susseguono senza soluzione di continuità Nostra Signora dei Turchi, Amleto o le conseguenze della pietà filiale, Salvatore Giuliano (tutte e tre in prima assoluta) e una ripresa di Salomè. Poi, un violento litigio con Ulisse Benedetti, direttore del Beat 72, e il raduno a Ivrea per lo storico convegno, segnano la fine di questa stagione e una prima cesura importante del suo percorso, cui seguirà, un anno dopo, l’abbandono delle scene teatrali e l’intensa esperienza cinematografica. Forse, proprio la concentrazione produttiva di questi mesi, permette a Bene di portare a conclusione una parabola artistica che l’aveva visto fra i protagonisti della scena teatrale romana fin dal 1959: connotata da una cifra più esplicitamente autobiografica e da una radicalizzazione della poetica del non-attore, la ricerca di Bene sembra essere giunta a un punto in cui la rappresentazione è quasi del tutto liquidata e lo spettatore, ancor più che in passato, costretto a mettere in crisi il suo ruolo. La critica si schiera. Pro o contro.
Orecchia, D. (2019). La stagione di Carmelo Bene al Beat 72 (1966-1967): l’inciampo come metodo. IL CASTELLO DI ELSINORE, 79, 27-44 [10.13135/2036-5624/27].
La stagione di Carmelo Bene al Beat 72 (1966-1967): l’inciampo come metodo
Orecchia D.
2019-01-01
Abstract
Fra il dicembre del 1966 e la primavera del 1967 CARMELO BENE è al Beat 72 di Roma: qui si susseguono senza soluzione di continuità Nostra Signora dei Turchi, Amleto o le conseguenze della pietà filiale, Salvatore Giuliano (tutte e tre in prima assoluta) e una ripresa di Salomè. Poi, un violento litigio con Ulisse Benedetti, direttore del Beat 72, e il raduno a Ivrea per lo storico convegno, segnano la fine di questa stagione e una prima cesura importante del suo percorso, cui seguirà, un anno dopo, l’abbandono delle scene teatrali e l’intensa esperienza cinematografica. Forse, proprio la concentrazione produttiva di questi mesi, permette a Bene di portare a conclusione una parabola artistica che l’aveva visto fra i protagonisti della scena teatrale romana fin dal 1959: connotata da una cifra più esplicitamente autobiografica e da una radicalizzazione della poetica del non-attore, la ricerca di Bene sembra essere giunta a un punto in cui la rappresentazione è quasi del tutto liquidata e lo spettatore, ancor più che in passato, costretto a mettere in crisi il suo ruolo. La critica si schiera. Pro o contro.File | Dimensione | Formato | |
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