La Pira di Efestione, fatta costruire da Alessandro Magno, e riportata, con più o meno dovizia di particolari, da Diodoro Siculo, Plutarco, Arriano, Giustino, Claudio Eliano e altri autori è oggetto di un dibattito mai sopito e riportato in auge dalla scoperta del grande tumulo Kasta di Amphipolis. Le informazioni che Diodoro, in particolare, fornisce sulla struttura e la complessa decorazione della pira, pur essendo dettagliate, pongono, infatti, una serie di problemi esegetici che si riflettono sui tentativi di ricostruzione grafica realizzati fin dal XVIII secolo. Oltre al gigantismo della struttura, risulta complessa la questione della tipologia architettonica prescelta (perlopiù ritenuta essere su più piani e morfologicamente assimilata ad una ziqqurat, o ricostruita con una struttura templare su alto basamento), così come la ricostruzione affidabile del suo ricco apparato decorativo. Il presente contributo, allora, attraverso l’approfondimento di alcuni aspetti esegetici e storico-archeologici e l’analisi comparata di nuovi documenti iconografici, intende proporre una nuova ipotesi di ricostruzione architettonica e decorativa dell’eccezionale documento.
Pisani, M. (2018). Memoria dell’effimero: per una nuova ipotesi di ricostruzione della pira di Efestione. In A.P. M. Cipriani (a cura di), Dialoghi sull’Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo, Memoria, Atti del II Convegno Internazionale di Studi, Paestum 28-30 Giugno 2017 (pp. 311-318). Pandemos s.r.l..
Memoria dell’effimero: per una nuova ipotesi di ricostruzione della pira di Efestione
Pisani Marcella
2018-01-01
Abstract
La Pira di Efestione, fatta costruire da Alessandro Magno, e riportata, con più o meno dovizia di particolari, da Diodoro Siculo, Plutarco, Arriano, Giustino, Claudio Eliano e altri autori è oggetto di un dibattito mai sopito e riportato in auge dalla scoperta del grande tumulo Kasta di Amphipolis. Le informazioni che Diodoro, in particolare, fornisce sulla struttura e la complessa decorazione della pira, pur essendo dettagliate, pongono, infatti, una serie di problemi esegetici che si riflettono sui tentativi di ricostruzione grafica realizzati fin dal XVIII secolo. Oltre al gigantismo della struttura, risulta complessa la questione della tipologia architettonica prescelta (perlopiù ritenuta essere su più piani e morfologicamente assimilata ad una ziqqurat, o ricostruita con una struttura templare su alto basamento), così come la ricostruzione affidabile del suo ricco apparato decorativo. Il presente contributo, allora, attraverso l’approfondimento di alcuni aspetti esegetici e storico-archeologici e l’analisi comparata di nuovi documenti iconografici, intende proporre una nuova ipotesi di ricostruzione architettonica e decorativa dell’eccezionale documento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.