Impresa e società nella disciplina della liquidazione giudiziale: considerazione in margine al progetto di codice della crisi e dell’insolvenza

Il lavoro si propone di analizzare iprofili della liquidazionegiudiziale, comerisultante dal recenteprogetto di codice della crisi e dell’insolvenza, che appaiono maggiormente innovativi rispetto alla attuale procedura di fallimento che la prima è destinata a sostituire. A venire in considerazione è, in primo luogo, la scelta di assoggettare alla liquidazione giudiziale tutti gli imprenditori, anche quelli non commerciali, purché raggiungano determinate soglie dimensionali: di là dalle sue implicazioni applicative, l’impatto di tale innovazione appare sistematicamente assai rilevante, richiedendo di rimeditare l’intero impianto della disciplina dell’impresa, se non anche di ridefinire gli stessi confini della nozione di imprenditore. Parimenti interessanti risultano le disposizioni dedicate alle società assoggettate a liquidazione giudiziale: il loro esame, se per un verso conferma l’impossibilità di esaurire la liquidazione giudiziale, come anche il fallimento, in termini di procedura esecutiva, come tale circoscritta al patrimonio del debitore, e dunque, nel caso di società, al patrimonio sociale, trattandosi al contrario di una disciplina dell’impresa in crisi globalmente considerata, il cui impatto si coglie anche, e sempre più, in relazione alla relativa organizzazione, per altro verso sollecita a suggerirne un ulteriore affinamento, al fine, da un lato, di predisporre una disciplina completa, allo stato mancante, dei poteri degli organi della società soggetta alla procedura in esame, e, dall’altro, di verificare l’opportunità, quanto meno dubbia, di ricollegare alla sua apertura lo scioglimento delle società di capitali. Il lavoro si conclude con una breve riflessione in ordine ai rapporti tra l’apertura della procedura in esame e la disciplina penalistica.