Seguendo le principali indicazioni UE, paesaggio, cultura e storia sono considerati “sistemi” territoriali unitari, che consentono un’interpretazione geoeconomica delle unità culturali urbane e rurali regionali; o, più praticamente, forniscono la base per la redazione di piani di riqualificazione economico-territoriale. Accanto alle analisi di tipo storico-culturale che ne caratterizzano le differenze di stato alla scala locale, il tema della pianificazione turistica si sposa con il cultural heritage, ed è trattato secondo criteri di: i) identificazione delle unità territoriali di riferimento o dominio (ambiti) che combinano le caratteristiche di tipo antropico-insediativo con quelle naturali; ii) valutazione (ex ante) della domanda politico-territoriale di restructuring dell’identità urbano-rurale locale perché le scelte corrispondano alle caratteristiche e alle vocazioni espresse dal territorio (Territorial Impact Assesment e Valutazione Ambientale Strategica), iii) progettazione come momento di confronto e di verifica generali tra scelte tecniche e gli indirizzi di pianificazione in materia di politica regionale (scenari). Il contributo fa dunque riferimento ad una metodologia (STeMA) adottata per la redazione dei piani per il paesaggio ed il turismo tenendo conto: del livello tipologico, territoriale (scala geografica ed economica) cui il progetto deve essere redatto e confrontato (europeo, nazionale, regionale, provinciale, comunale, di quartiere); del livello di approfondimento progettuale richiesto (prefattibilità, fattibilità, definitivo, esecutivo). Sintesi dell’intervento Seguendo le principali indicazioni dell’UE, paesaggio, cultura e storia sono considerati “sistemi” territoriali unitari, che consentono un’interpretazione geoeconomica delle unità culturali urbane e rurali regionali; o, più praticamente, forniscono la base per la redazione di piani di riqualificazione economico-territoriale. Accanto alle analisi di tipo storico-culturale che ne caratterizzano le differenze di stato alla scala locale, il tema della pianificazione turistica si sposa con il cultural heritage, ed è trattato secondo criteri di: - identificazione delle unità territoriali di riferimento o dominio (ambiti) che combinano le caratteristiche di tipo antropico-insediativo con quelle naturali, dando luogo alle "unità morfo-territoriali" del cultural heritage, su cui si misura il livello di sostenibilità della programmazione/progettazione territoriale, come base di valutazione dei futuri progetti/programmi per la tutela, la conservazione e la valorizzazione anche economico-gestionale dei siti; - valutazione (ex ante) della domanda politico-territoriale di restructuring dell’identità urbano-rurale locale rispetto ai principali indicatori rappresentativi delle attuali condizioni, restituendone una visione complessiva utile alla verifica della rispondenza delle scelte alle caratteristiche e alle vocazioni espresse dal territorio (Territorial Impact Assesment e Valutazione Ambientale Strategica). Un aiuto semplificativo all’applicazione di metodologie appropriate viene inoltre dalla stretta correlazione che lega il patrioio culturale (naturale ed antropizzato) al nuovo codice di Beni Culturali . Recenti e limitate esperienze di piano hanno anticipato e sperimentato questa interpretazione, tenendo conto di un’impostazione che fonde in un’unica componente territoriale ed in un unico sistema di norme e prescrizioni di planning il paesaggio geografico (naturale ed antropizzato) ed il patrimonio culturale. Il tema della pianificazione del patrimonio culturale paesaggistico o del “progetto” paesaggio è stato affrontato dal Testo Unico (D. Lgs. 42/2004) anche per orientare le istituzioni responsabili (sovra e soprintentendenze, regioni e province, comuni) ad adottare un più moderno approccio alla gestione di un piano/progetto, seguendo principi ordinatori come la sostenibilità e la coesione, ricorrendo alle nuove tecnologie, offrendo soluzioni posizionabioli sul mercato globale e locale rispondenti a criteri multipli e multidisciplinari, anche di natura economico-finanziaria (incluse l’occupazione e la redditività). Sotto l'aspetto più strettamente operativo, i piani di sviluppo turistico rappresentano il momento di confronto e di verifica generali tra scelte tecniche e gli indirizzi di pianificazione in materia di politica regionale (scenari). Sino a non molto tempo fa la ‘responsabilità’ (empowerment) sembrava un tema lontano dal patrimonio paesaggistico e dal settore che, più ampliamente, lo accoglie: il turismo, trascurando l’impatto sulla competitività di progetti di sviluppo legati patrimonio naturale e culturale. Questo concetto, richiamato esplicitamente nella cosiddetta multilevel governance (regole) per, nei processi di qualità (ISO 14000) e nella social corporate responsability (SCR) applicati al turismo, è stato proceduto, negli anni ’90, dai codici di condotta cui hanno aderito numerosi operatori privati e pubblici. Rispetto alla responsabilità, una posizione a parte hanno assunto i tour operator, gli investitori privati e l’insieme degli stakeholder, i quali hanno risposto alle pressioni esterne e all’opinione pubblica introducendo misure interne e creando vere e proprie ‘aree aziendali’ per l’ambiente, la qualità e, oggi, anche la sicurezza, costruendo in qualche caso una visione distrettuale. Il contributo fa dunque riferimento ad una metodologia adottata per la redazione dei piani per il paesaggio ed il turismo tenendo conto: - del livello tipologico a cui il Bene Culturale paesaggio fa riferimento (areale, puntuale, lineare); - del livello territoriale (scala geografica ed economica) cui il progetto deve essere redatto e confrontato (europeo, nazionale, regionale, provinciale, comunale, di quartiere); - del livello di approfondimento progettuale richiesto (prefattibilità, fattibilità, definitivo, esecutivo) . La metodologia (STeMA) si articola in unità organizzate in sequenza che esemplificano il ciclo di vita del progetto: - l’offerta e la domanda progettuale per i beni culturali - la metodologia di progetto: il ciclo di vita del progetto e l’approccio sistemico - l’organizzazione del progetto:la qualità di processo ed il Piano Qualità - l’organizzazione del progetto: conoscenza complessa, nuove tecnologie e ‘filosofia’ GIS - gli strumenti della verifica di sostenibilità ex ante: la VAS e la VIA - gli strumenti della verifica di competitività ex ante: benchmarking e SWOT - gli strumenti della verifica di compatibilità economico-finanziaria: il business plan e il project financing - gli strumenti dell’attuazione e della gestione: il marketing territoriale ed i tempi di attuazione - le relazioni tra gli attori del processo progettuale e gestionale e la governance - il processo di comunicazione Prendendo spunto da alcuni piani dedicati in ambito regionale (Veneto, Campania, Lazio), il contributo affronterà, criticamente e in un’ottica sistemica di valutazione, il tema dell’integrazione tra piani e progetti di valorizzazione dello sviluppo economico-territoriale, ed in particolare di quello locale, che accoglie e rende possibili il rapporto con il mercato globale. L'unità e l'unitarietà del ragionamento geografico più recente (Bencardino e Prezioso, 2006) - territorio = ambiente e sviluppo = accrescimento progressivo in sostenibilità dell'economia – verrà sviluppato per evidenizare le sensibili differenze che ancora separa il livello regionale nazionale nel campo dell’avvio di politiche culturali integrate con quelle finanziarie ed economiche. La valutazione, indipendente dall'ampiezza del patrimonio culturale (composto da capitale umano, di ricerca, di beni, di storia), ha come obiettivo la misura dell'attendibilità generale degli investimenti in sviluppo e l'incremento della spesa necessaria a raggiungere lo scopo a partire dalle capacità cooperative in sede locale e competitive a livello globale che il patrimonio culturale di cui si è dotati mostra di possedere.

Bencardino, F., Prezioso, M. (2009). La pianificazione turistica regionale: valorizzazione delle risorse endogene e sviluppo di potenzialità alternative per la competitività in sostenibilità. In G. Scanu (a cura di), Paesaggi e sviluppo turistico: Sardegna e altre realtà geografiche a confronto (pp. 107-118). Roma : Carocci.

La pianificazione turistica regionale: valorizzazione delle risorse endogene e sviluppo di potenzialità alternative per la competitività in sostenibilità

PREZIOSO, MARIA
2009-01-01

Abstract

Seguendo le principali indicazioni UE, paesaggio, cultura e storia sono considerati “sistemi” territoriali unitari, che consentono un’interpretazione geoeconomica delle unità culturali urbane e rurali regionali; o, più praticamente, forniscono la base per la redazione di piani di riqualificazione economico-territoriale. Accanto alle analisi di tipo storico-culturale che ne caratterizzano le differenze di stato alla scala locale, il tema della pianificazione turistica si sposa con il cultural heritage, ed è trattato secondo criteri di: i) identificazione delle unità territoriali di riferimento o dominio (ambiti) che combinano le caratteristiche di tipo antropico-insediativo con quelle naturali; ii) valutazione (ex ante) della domanda politico-territoriale di restructuring dell’identità urbano-rurale locale perché le scelte corrispondano alle caratteristiche e alle vocazioni espresse dal territorio (Territorial Impact Assesment e Valutazione Ambientale Strategica), iii) progettazione come momento di confronto e di verifica generali tra scelte tecniche e gli indirizzi di pianificazione in materia di politica regionale (scenari). Il contributo fa dunque riferimento ad una metodologia (STeMA) adottata per la redazione dei piani per il paesaggio ed il turismo tenendo conto: del livello tipologico, territoriale (scala geografica ed economica) cui il progetto deve essere redatto e confrontato (europeo, nazionale, regionale, provinciale, comunale, di quartiere); del livello di approfondimento progettuale richiesto (prefattibilità, fattibilità, definitivo, esecutivo). Sintesi dell’intervento Seguendo le principali indicazioni dell’UE, paesaggio, cultura e storia sono considerati “sistemi” territoriali unitari, che consentono un’interpretazione geoeconomica delle unità culturali urbane e rurali regionali; o, più praticamente, forniscono la base per la redazione di piani di riqualificazione economico-territoriale. Accanto alle analisi di tipo storico-culturale che ne caratterizzano le differenze di stato alla scala locale, il tema della pianificazione turistica si sposa con il cultural heritage, ed è trattato secondo criteri di: - identificazione delle unità territoriali di riferimento o dominio (ambiti) che combinano le caratteristiche di tipo antropico-insediativo con quelle naturali, dando luogo alle "unità morfo-territoriali" del cultural heritage, su cui si misura il livello di sostenibilità della programmazione/progettazione territoriale, come base di valutazione dei futuri progetti/programmi per la tutela, la conservazione e la valorizzazione anche economico-gestionale dei siti; - valutazione (ex ante) della domanda politico-territoriale di restructuring dell’identità urbano-rurale locale rispetto ai principali indicatori rappresentativi delle attuali condizioni, restituendone una visione complessiva utile alla verifica della rispondenza delle scelte alle caratteristiche e alle vocazioni espresse dal territorio (Territorial Impact Assesment e Valutazione Ambientale Strategica). Un aiuto semplificativo all’applicazione di metodologie appropriate viene inoltre dalla stretta correlazione che lega il patrioio culturale (naturale ed antropizzato) al nuovo codice di Beni Culturali . Recenti e limitate esperienze di piano hanno anticipato e sperimentato questa interpretazione, tenendo conto di un’impostazione che fonde in un’unica componente territoriale ed in un unico sistema di norme e prescrizioni di planning il paesaggio geografico (naturale ed antropizzato) ed il patrimonio culturale. Il tema della pianificazione del patrimonio culturale paesaggistico o del “progetto” paesaggio è stato affrontato dal Testo Unico (D. Lgs. 42/2004) anche per orientare le istituzioni responsabili (sovra e soprintentendenze, regioni e province, comuni) ad adottare un più moderno approccio alla gestione di un piano/progetto, seguendo principi ordinatori come la sostenibilità e la coesione, ricorrendo alle nuove tecnologie, offrendo soluzioni posizionabioli sul mercato globale e locale rispondenti a criteri multipli e multidisciplinari, anche di natura economico-finanziaria (incluse l’occupazione e la redditività). Sotto l'aspetto più strettamente operativo, i piani di sviluppo turistico rappresentano il momento di confronto e di verifica generali tra scelte tecniche e gli indirizzi di pianificazione in materia di politica regionale (scenari). Sino a non molto tempo fa la ‘responsabilità’ (empowerment) sembrava un tema lontano dal patrimonio paesaggistico e dal settore che, più ampliamente, lo accoglie: il turismo, trascurando l’impatto sulla competitività di progetti di sviluppo legati patrimonio naturale e culturale. Questo concetto, richiamato esplicitamente nella cosiddetta multilevel governance (regole) per, nei processi di qualità (ISO 14000) e nella social corporate responsability (SCR) applicati al turismo, è stato proceduto, negli anni ’90, dai codici di condotta cui hanno aderito numerosi operatori privati e pubblici. Rispetto alla responsabilità, una posizione a parte hanno assunto i tour operator, gli investitori privati e l’insieme degli stakeholder, i quali hanno risposto alle pressioni esterne e all’opinione pubblica introducendo misure interne e creando vere e proprie ‘aree aziendali’ per l’ambiente, la qualità e, oggi, anche la sicurezza, costruendo in qualche caso una visione distrettuale. Il contributo fa dunque riferimento ad una metodologia adottata per la redazione dei piani per il paesaggio ed il turismo tenendo conto: - del livello tipologico a cui il Bene Culturale paesaggio fa riferimento (areale, puntuale, lineare); - del livello territoriale (scala geografica ed economica) cui il progetto deve essere redatto e confrontato (europeo, nazionale, regionale, provinciale, comunale, di quartiere); - del livello di approfondimento progettuale richiesto (prefattibilità, fattibilità, definitivo, esecutivo) . La metodologia (STeMA) si articola in unità organizzate in sequenza che esemplificano il ciclo di vita del progetto: - l’offerta e la domanda progettuale per i beni culturali - la metodologia di progetto: il ciclo di vita del progetto e l’approccio sistemico - l’organizzazione del progetto:la qualità di processo ed il Piano Qualità - l’organizzazione del progetto: conoscenza complessa, nuove tecnologie e ‘filosofia’ GIS - gli strumenti della verifica di sostenibilità ex ante: la VAS e la VIA - gli strumenti della verifica di competitività ex ante: benchmarking e SWOT - gli strumenti della verifica di compatibilità economico-finanziaria: il business plan e il project financing - gli strumenti dell’attuazione e della gestione: il marketing territoriale ed i tempi di attuazione - le relazioni tra gli attori del processo progettuale e gestionale e la governance - il processo di comunicazione Prendendo spunto da alcuni piani dedicati in ambito regionale (Veneto, Campania, Lazio), il contributo affronterà, criticamente e in un’ottica sistemica di valutazione, il tema dell’integrazione tra piani e progetti di valorizzazione dello sviluppo economico-territoriale, ed in particolare di quello locale, che accoglie e rende possibili il rapporto con il mercato globale. L'unità e l'unitarietà del ragionamento geografico più recente (Bencardino e Prezioso, 2006) - territorio = ambiente e sviluppo = accrescimento progressivo in sostenibilità dell'economia – verrà sviluppato per evidenizare le sensibili differenze che ancora separa il livello regionale nazionale nel campo dell’avvio di politiche culturali integrate con quelle finanziarie ed economiche. La valutazione, indipendente dall'ampiezza del patrimonio culturale (composto da capitale umano, di ricerca, di beni, di storia), ha come obiettivo la misura dell'attendibilità generale degli investimenti in sviluppo e l'incremento della spesa necessaria a raggiungere lo scopo a partire dalle capacità cooperative in sede locale e competitive a livello globale che il patrimonio culturale di cui si è dotati mostra di possedere.
2009
Settore M-GGR/02 - GEOGRAFIA ECONOMICO-POLITICA
Italian
Rilevanza nazionale
Capitolo o saggio
pianificazione turistica regionale; competitività in sostenibilità;
Atti del convegno "Paesaggi e sviluppo turistico: Sardegna e altre realtà geografiche a confronto", Olbia, 2008
Bencardino, F., Prezioso, M. (2009). La pianificazione turistica regionale: valorizzazione delle risorse endogene e sviluppo di potenzialità alternative per la competitività in sostenibilità. In G. Scanu (a cura di), Paesaggi e sviluppo turistico: Sardegna e altre realtà geografiche a confronto (pp. 107-118). Roma : Carocci.
Bencardino, F; Prezioso, M
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