La «vigorosa riaffermazione della moralità della coscienza etica e civile» incrocia, nel racconto giovanile di Emilio De Marchi Un condannato a morte, uno dei problemi sociali più scottanti delle società moderne: la condanna e l’esecuzione della pena. Il dibattito di fine Ottocento tra la scuola positivistica e quella classica sul «delinquente nato» opposto alla centralità individuale del libero arbitrio, investe una problematica attuale che De Marchi sviluppa non solo nel racconto carcerario ma, implicitamente, in altri luoghi della sua ispirazione, riconoscendo una componente morale e spirituale nell’agire umano, sepolta dall’avidità, da una visione economica e materialista dell’esistenza. Nei decenni in cui nasce e si afferma l’antropologia criminale di Cesare Lombroso, a De Marchi non interessa conoscere la fisiognomica dell’”uomo delinquente”, piuttosto il meccanismo per il quale una persona onesta ceda al crimine, quasi sempre per necessità economica,. Emerge, nel più generale amore per gli umili, una attenzione alla condizione di emarginazione dei malati, anche quelli che oggi sarebbero definiti diversamente abili, parallelamente ad un impegno serio e attivo nella vita pratica a favore delle Associazione dei Rachitici. Storie umane di «ogni colore», ignorate e segrete, che conservano «un soffio, un sapore d’anima». Il volume attraversa e commenta il corpus edito e inedito delle novelle e, per nodi problematici, le “anime del purgatorio” dei romanzi di De Marchi.
Pierangeli, F. (2018). Emilio De Marchi. Condanna e perdono. Loffredo.
Emilio De Marchi. Condanna e perdono
Pierangeli Fabio
2018-10-01
Abstract
La «vigorosa riaffermazione della moralità della coscienza etica e civile» incrocia, nel racconto giovanile di Emilio De Marchi Un condannato a morte, uno dei problemi sociali più scottanti delle società moderne: la condanna e l’esecuzione della pena. Il dibattito di fine Ottocento tra la scuola positivistica e quella classica sul «delinquente nato» opposto alla centralità individuale del libero arbitrio, investe una problematica attuale che De Marchi sviluppa non solo nel racconto carcerario ma, implicitamente, in altri luoghi della sua ispirazione, riconoscendo una componente morale e spirituale nell’agire umano, sepolta dall’avidità, da una visione economica e materialista dell’esistenza. Nei decenni in cui nasce e si afferma l’antropologia criminale di Cesare Lombroso, a De Marchi non interessa conoscere la fisiognomica dell’”uomo delinquente”, piuttosto il meccanismo per il quale una persona onesta ceda al crimine, quasi sempre per necessità economica,. Emerge, nel più generale amore per gli umili, una attenzione alla condizione di emarginazione dei malati, anche quelli che oggi sarebbero definiti diversamente abili, parallelamente ad un impegno serio e attivo nella vita pratica a favore delle Associazione dei Rachitici. Storie umane di «ogni colore», ignorate e segrete, che conservano «un soffio, un sapore d’anima». Il volume attraversa e commenta il corpus edito e inedito delle novelle e, per nodi problematici, le “anime del purgatorio” dei romanzi di De Marchi.File | Dimensione | Formato | |
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