La relazione affronta il tema della comunicazione politica in occasione delle consultazioni referendarie, nella consapevolezza della sempre più stretta connessione esistente tra forme e mezzi di comunicazione, da un lato, e legittimazione delle istituzioni e degli istituti democratici, dall’altro. In tale prospettiva, si analizza anzitutto il quadro normativo italiano vigente, esaminando gli aspetti essenziali della disciplina contenuta nella legge n. 28/2000 (cosiddetta legge sulla par condicio) che regola l’accesso ai mezzi di informazione dei soggetti politici che partecipano o hanno un ruolo attivo nelle votazioni anche referendarie. Viene poi approfondita la distinzione tra il concetto di comunicazione politica e quello di comunicazione istituzionale (sulla quale si è pronunciata la giurisprudenza costituzionale) e si indaga altresì sulla possibilità di includere la propaganda per l’astensione dal voto tra le posizioni garantite nell’accesso ai mezzi di comunicazione. Tale riflessione tiene conto dei diversi tipi di referendum consentiti nell’ordinamento italiano, compresi quelli regionali e locali. La seconda parte dell’intervento inquadra la questione alla luce dei più recenti problemi posti dalla rete, a partire dal rilievo assunto dalle piattaforme on line nello svolgimento delle campagne politiche incluse quelle referendarie (sulle quali ha avuto modo di esprimersi di recente l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Lungo questo versante, uno degli aspetti più spinosi e dibattuti riguarda la possibilità di limitare la diffusione di notizie false (c.d. fake news) che possano incidere sulla formazione della volontà dei cittadini e quindi sulla loro libertà elettorale, con esemplificazioni tratte da alcune significative occasioni elettorali degli ultimi anni.
Morana, D. (2018). La “legislazione di contorno” del voto referendario: la disciplina della comunicazione. AMMINISTRAZIONE IN CAMMINO, 1-15.
La “legislazione di contorno” del voto referendario: la disciplina della comunicazione
MORANA D.
2018-01-01
Abstract
La relazione affronta il tema della comunicazione politica in occasione delle consultazioni referendarie, nella consapevolezza della sempre più stretta connessione esistente tra forme e mezzi di comunicazione, da un lato, e legittimazione delle istituzioni e degli istituti democratici, dall’altro. In tale prospettiva, si analizza anzitutto il quadro normativo italiano vigente, esaminando gli aspetti essenziali della disciplina contenuta nella legge n. 28/2000 (cosiddetta legge sulla par condicio) che regola l’accesso ai mezzi di informazione dei soggetti politici che partecipano o hanno un ruolo attivo nelle votazioni anche referendarie. Viene poi approfondita la distinzione tra il concetto di comunicazione politica e quello di comunicazione istituzionale (sulla quale si è pronunciata la giurisprudenza costituzionale) e si indaga altresì sulla possibilità di includere la propaganda per l’astensione dal voto tra le posizioni garantite nell’accesso ai mezzi di comunicazione. Tale riflessione tiene conto dei diversi tipi di referendum consentiti nell’ordinamento italiano, compresi quelli regionali e locali. La seconda parte dell’intervento inquadra la questione alla luce dei più recenti problemi posti dalla rete, a partire dal rilievo assunto dalle piattaforme on line nello svolgimento delle campagne politiche incluse quelle referendarie (sulle quali ha avuto modo di esprimersi di recente l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Lungo questo versante, uno degli aspetti più spinosi e dibattuti riguarda la possibilità di limitare la diffusione di notizie false (c.d. fake news) che possano incidere sulla formazione della volontà dei cittadini e quindi sulla loro libertà elettorale, con esemplificazioni tratte da alcune significative occasioni elettorali degli ultimi anni.File | Dimensione | Formato | |
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