Gli scenari virtuali, dovesse dal referendum del 23 giugno 2016 scaturire un verdetto pro recesso, sono dunque quanto mai assortiti, con differenti possibilità di compromesso. L’auspicio è sicuramente quello per cui l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea venga guidata e organizzata da ambedue le Parti nel modo migliore in tutti i suoi vari aspetti. L’opzione più soddisfacente sembra essere rappresentata, come dianzi prospettato, da uno o più strumenti internazionali elaborati insieme all’Accordo di recesso, nella cornice negoziale delineata dall’art. 50 TUE in combinato disposto con l’art. 218 TFUE, affinché un Regno Unito non più membro dell’Unione europea ma pur sempre protagonista di spicco del progetto geopolitico occidentale, prosegua nelle proprie (ineliminabili) relazioni con l’Unione, i suoi Stati membri, gli Stati membri dell’EFTA e del SEE e il SEE stesso, instaurando azioni sinergiche tanto sotto il profilo economico (mercato interno rilevante), quanto sotto il profilo politico (PESC e PSDC). In caso contrario, un abbandono disavveduto, non sorretto da accortezza e lungimiranza, avrebbe fortissimi contraccolpi sia in campo politico, economico e finanziario (come sottolineato di recente dai Capi di Stato e di Governo e dai Ministri dell’Economia degli Stati del Gruppo dei Sette, o G7, riunitisi nel Vertice di Shima del 26-27 maggio 2016), sia nei confronti di molti cittadini e imprese
Simone, P. (2016). ii) Brexit: Should they Go... QUADERNI DI SIDIBLOG, 3/2016, 25-34.
ii) Brexit: Should they Go...
Simone Pierluigi
2016-01-01
Abstract
Gli scenari virtuali, dovesse dal referendum del 23 giugno 2016 scaturire un verdetto pro recesso, sono dunque quanto mai assortiti, con differenti possibilità di compromesso. L’auspicio è sicuramente quello per cui l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea venga guidata e organizzata da ambedue le Parti nel modo migliore in tutti i suoi vari aspetti. L’opzione più soddisfacente sembra essere rappresentata, come dianzi prospettato, da uno o più strumenti internazionali elaborati insieme all’Accordo di recesso, nella cornice negoziale delineata dall’art. 50 TUE in combinato disposto con l’art. 218 TFUE, affinché un Regno Unito non più membro dell’Unione europea ma pur sempre protagonista di spicco del progetto geopolitico occidentale, prosegua nelle proprie (ineliminabili) relazioni con l’Unione, i suoi Stati membri, gli Stati membri dell’EFTA e del SEE e il SEE stesso, instaurando azioni sinergiche tanto sotto il profilo economico (mercato interno rilevante), quanto sotto il profilo politico (PESC e PSDC). In caso contrario, un abbandono disavveduto, non sorretto da accortezza e lungimiranza, avrebbe fortissimi contraccolpi sia in campo politico, economico e finanziario (come sottolineato di recente dai Capi di Stato e di Governo e dai Ministri dell’Economia degli Stati del Gruppo dei Sette, o G7, riunitisi nel Vertice di Shima del 26-27 maggio 2016), sia nei confronti di molti cittadini e impreseI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.