Si analizza, da una doppia prospettiva intertestuale e intermediale –sulla scia degli insegnamenti kristeviani, barthesiani e delle più recenti riflessioni proveniente dal settore degli studi sull’intermedialità (Rajewsky, 2005; Cordone-Beguelín, 2016) – la spettacolare edizione illustrata del Quijote realizzata a Roma, nel 2006, da Editalia per il IV centenario del capolavoro cervantino. La testualità primaria è rappresentata dalla versione italiana del Quijote di Miguel de Cervantes, realizzata da Giannini tra gli anni 1923 (primo tomo) e 1924 (secondo tomo). L’altra, quella che la integra e la interpreta visivamente, è composta da una ricca varietà di disegni disseminati ai margini ma anche all’interno della pagina scritta, rompendo ogni barriera divisoria tra verbale e figurale. Il focus dell’analisi è specificamente orientato sulle confluenze e gli sconfinamenti tra testo verbo-letterario e creazione grafico-pittorica e sul surplus di senso che tali dinamismi verbo-iconici hanno immesso nell’artefatto, in aggiunta ai significati mediati dalle singole testualità. Si ricostruisce e si evidenzia, in particolare, attraverso l’analisi della particolare testura di questa nuova edizione, la ricca stratificazione delle letture e delle esperienze estetiche che hanno ispirato l’artista salentino nella sua re-immaginazione di Don Chisciotte, dal teatro dei Pupi a Kafka, da Borges a Sanguineti, dai grovigli di Pollock a Foucault.
Frattale, L. (2017). Intertestualità e intermedialità nel don Chisciotte immaginato da Mimmo Paladino. CRITICA DEL TESTO, 20(3), 337-358.
Intertestualità e intermedialità nel don Chisciotte immaginato da Mimmo Paladino
FRATTALE L.
2017-01-01
Abstract
Si analizza, da una doppia prospettiva intertestuale e intermediale –sulla scia degli insegnamenti kristeviani, barthesiani e delle più recenti riflessioni proveniente dal settore degli studi sull’intermedialità (Rajewsky, 2005; Cordone-Beguelín, 2016) – la spettacolare edizione illustrata del Quijote realizzata a Roma, nel 2006, da Editalia per il IV centenario del capolavoro cervantino. La testualità primaria è rappresentata dalla versione italiana del Quijote di Miguel de Cervantes, realizzata da Giannini tra gli anni 1923 (primo tomo) e 1924 (secondo tomo). L’altra, quella che la integra e la interpreta visivamente, è composta da una ricca varietà di disegni disseminati ai margini ma anche all’interno della pagina scritta, rompendo ogni barriera divisoria tra verbale e figurale. Il focus dell’analisi è specificamente orientato sulle confluenze e gli sconfinamenti tra testo verbo-letterario e creazione grafico-pittorica e sul surplus di senso che tali dinamismi verbo-iconici hanno immesso nell’artefatto, in aggiunta ai significati mediati dalle singole testualità. Si ricostruisce e si evidenzia, in particolare, attraverso l’analisi della particolare testura di questa nuova edizione, la ricca stratificazione delle letture e delle esperienze estetiche che hanno ispirato l’artista salentino nella sua re-immaginazione di Don Chisciotte, dal teatro dei Pupi a Kafka, da Borges a Sanguineti, dai grovigli di Pollock a Foucault.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Frattale_CdT_3, 2017.pdf
solo utenti autorizzati
Descrizione: Articolo su numero monografico della rivista Critica del testo dedicato ai rapporti tra il capolavoro cervantino e le illustrazioni realizzate da Mimmo Paladino per l'edizione italiana pubblicata da Editalia nel 2006.
Licenza:
Copyright dell'editore
Dimensione
2.66 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.66 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.